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 2015  maggio 15 Venerdì calendario

BARACK OBAMA? VUOLE VIVERE A NY (MA DOPO…)


Barack Obama vuole in tutti i modi evitare il triste destino prospettato dal suo lontano predecessore John Quincy Adams a chi deve lasciare la Casa Bianca: «Non c’è nulla di più patetico della vita di un ex presidente». Per questo il capo di Stato Usa non pensa proprio alla «pensione», d’oro o meno che sia, quando alla fine del 2016 si concluderà il suo secondo e ultimo mandato presidenziale. Diversi sono gli scenari immaginati dalla stampa americana per il 53enne Obama, che ha ancora tutto il tempo per ricoprire prestigiosi incarichi in varie istituzioni.
Negli anni si è parlato di tutta una serie di opzioni, più o meno verosimili, perfino quella di occupare il posto di segretario generale delle Nazioni Unite. Ma se questa ipotesi appare improbabile, non lo sarebbe affatto quella descritta dal New York Post, secondo cui il leader democratico potrebbe trasferirsi nella Grande Mela e insegnare alla Scuola di Legge della Columbia University. Obama ha forti e antichi legami con l’ateneo, dove si è laureato nel 1983. Inoltre ha già insegnato all’università: dal 1992, fino alla sua elezione nel Senato Usa nel 2004, ha tenuto corsi di diritto costituzionale all’Università di Chicago. «Il presidente Obama sta considerando le sue mosse dopo aver lasciato la Casa Bianca» ha rivelato una fonte al Post. «È chiaro che si dedicherà alla sua fondazione e alla creazione della biblioteca presidenziale, e si è parlato anche di una cattedra alla Columbia Law School, ma nulla è confermato per ora».
La voce però continua a girare e Obama ne ha discusso anche, tra il serio e il faceto, nella recente intervista con David Letterman, il conduttore che il prossimo 20 maggio dopo oltre 30 anni lascerà la guida del suo celebre Late Show. «Insegnerò legge alla Columbia» ha scherzato Letterman, riferendosi al desiderio più volte espresso in passato dal presidente. «Sarò interessato a venire a seguire le tue lezioni. Ci sarà da divertirsi» ha replicato Obama, che ha proposto anche di ritrovarsi con lo showman a giocare a domino quando tutti e due saranno «pensionati». Scherzi a parte, è molto probabile che il presidente non seguirà l’esempio dei suoi predecessori: difficile immaginarlo nei panni di uno strapagato conferenziere, come ha fatto Bill Clinton, o a ritirarsi a vita privata, magari per dedicarsi alla pittura, come ha fatto George W. Bush.
Qualche importante indicazione l’ha fornita lo stesso Obama, parlando alla fine di aprile agli alunni di una scuola di Washington DC. «Fra due anni non sarò più presidente, ma sarò ancora un uomo piuttosto giovane» ha detto agli studenti. «Tornerò al tipo di lavoro che facevo prima: quello di trovare modi per aiutare le persone giovani ad avere un’istruzione e a trovare un lavoro» ha affermato, ricordando così gli anni da organizzatore e attivista nella sua Chicago. E poi ha aggiunto: «Non dovete pensare che sia necessario essere dei politici per aiutare la gente». Nella decisione potrebbe avere una certa influenza quello che sta accadendo nella parte conclusiva del suo secondo mandato. I tanti problemi sociali e razziali che restano irrisolti nel Paese, nonostante gli Usa abbiano avuto il primo presidente nero della storia, potrebbero spingerlo a rimboccarsi ancora una volta le maniche e a cercare di cambiare il mondo, questa volta dal basso.