Giada Oricchio, Il Tempo 15/5/2015, 15 maggio 2015
TUTTI A CACCIA DI DISCHI VOLANTI
Non sappiamo chi sono gli Ufo, ma sappiamo che il Cun, il Centro Ufologico Nazionale, una delle più antiche associazioni no profit, fondato a Roma il 26 settembre del 1965, sta per compiere 50 anni. In mezzo secolo ne ha viste e sentite di tutti i colori: ogni anno riceve tra le 250 e le 400 segnalazioni (escluse quelle inattendibili).
I numeri sono dell’altro mondo: 12.422 casi tra il 1900 e il 2014, di cui un 20% «inspiegabile» e quindi degno di nota. All’interno di questo 20%, un 5% davvero incredibile, che trascende le nostre conoscenze tecnologiche e non si può spiegare attraverso altri fenomeni. Ovvero niente eventi celesti o meteorologici, niente droni, lanterne cinesi, aerei invisibili ai radar. Tutt’al più qualche delicata lucciola ma quella si riconosce. La casistica è roba seria, con la gerarchia degli avvistamenti non si scherza: 8.848 visioni ad alta quote (sopra i 150 mt), 1.453 a bassa quota (sotto i 150 mt), 376 ufo a terra, 369 incontri ravvicinati del Terzo Tipo, 93 ufo a pelo d’acqua (mare, lago), 40 sotto il livello d’acqua, 1.243 segnalazioni inserite in altre tipologie. E questo solo in Italia, perché nel resto del mondo gli avvistamenti di Ufo dal 1947 (l’8 luglio di quell’anno un oggetto volante non identificato sarebbe caduto in un ranch a Roswell nel New Mexico, ma il governo sostenne che si trattava di un pallone sonda) a oggi sarebbero 1,5 milioni. Per ora però nessuno si è imbattuto in E.T. Peccato. Vladimiro Bibolotti, presidente del Centro Ufologico Nazionale, in occasione dei 50 anni di attività ha stilato un bilancio rivelando: «Non segnalano solo i cittadini ma anche e soprattutto piloti civili e astronauti. La Regia Aeronautica Militare negli anni ’30 registrò dei "sigari volanti" da cui uscivano dei "cappelli da preti". Queste visioni furono secretate perché si temeva si trattasse di nuove armi di un Paese straniero, c’è traccia nei documenti della prefettura di Milano». A credere che non siamo soli in questo pazzo universo è anche l’Aeronautica Militare, l’istituzione deputata a raccogliere e verificare le indicazioni inerenti gli Ovni, gli Oggetti volanti non identificati, per i quali è stata esclusa una correlazione con eventi umani o fenomeni naturali: sette solo nel 2013 (se foste interessati sul sito c’è l’elenco completo degli accertamenti e il modulo per effettuare le segnalazioni). Ma facciamo un po’ di storia: il pilota civile statunitense Kenneth Arnold è entrato nella «hall of fame» degli alieni perché è stato il primo a vedere ufficialmente - il 24 giugno 1947 - una formazione di oggetti simili a piattini che rimbalzavano sull’acqua (in Italia «dischi volanti») sorvolando il monte Rainier. Il 1952, il 1954 e il 1978 invece sono i tre anni in cui a livello mondiale si verificarono vere e proprie ondate di avvistamenti o abbagli collettivi. Nel 1954 gli alieni si presentarono in concomitanza il 17 settembre a Roma e Milano, il 27 ottobre sullo stadio di Firenze. La partita di calcio fu interrotta perché tutti, calciatori e pubblico, si fermarono a guardare due astronavi aliene.
Nel 2014 in provincia di Massa Carrara una coppia ha denunciato di aver visto un disco luminoso di 8 metri di diametro con anello blu elettrico.
Più recente il caso di Pomezia. Realtà, fantasia o suggestione, ecco il manuale del perfetto avvistatore di alieni: prendete nota dell’ora, del colore e della forma dell’oggetto, di eventuali dettagli strumentali e delle manovre eseguite; fissate dei punti di riferimento (alberi, montagne ecc.) per poter calcolare poi distanza, dimensioni, velocità e quota dell’Ufo; seguite la direzione di volo; notate se l’oggetto emette rumore e se lascia scie o tracce; verificate il comportamento di animali e se il funzionamento di apparecchi elettrici è disturbato; fotografate l’oggetto. E se l’Ufo dovesse scendere a terra, il Cun suggerisce di non avvicinarsi troppo, di restare fermi o mettersi al riparo e memorizzare i dettagli. Una volta scomparso il disco avvicinarsi per rilevare eventuali tracce, proteggere i segni della presenza dell’oggetto prima di allontanarvi contrassegnando l’area con delle pietre o altro. Le segnalazioni vanno denunciate ai carabinieri che avvertiranno l’Aeronautica Militare o il Cun. In pratica dovete essere bravi osservatori e avere grande presenza di spirito.
I «Men in black» non arriveranno. Ma Bibolotti ci crede? «Io credo nella ricerca e nel vero. Possibile che siano tutte bufale o che sia solo uno scherzo lungo 70 anni?». 70 anni in cui gli extraterrestri ci spiano, ci studiano, ci giudicano. E sarà per questo che non gli va proprio di invaderci.