Andrea Greco, Oggi 13/5/2015, 13 maggio 2015
IL TRENO? SARÀ PIÙ VELOCE DELL’AEREO
Milano, maggio
Mentre in Giappone il supertreno Maglev batte ogni record e tocca i 603 km/h, in America c’è chi punta ancora più in alto, praticamente al doppio. Velocità massima: 1.220 km/h. Velocità di crociera: 962 km/h. Frequenza: partenza di una capsula ogni 30 secondi. Costo di realizzazione: un decimo delle attuali linee ad alta velocità. La carta di identità dell’Hyperloop, il nuovo progetto per un treno ad altissima velocità sembra uscito dalla penna di uno scrittore di fantascienza. In realtà l’idea è di Elon Musk, il vulcanico imprenditore che, dopo essere diventato milionario giovanissimo rivendendo la sua startup PayPal, ha investito tutto nelle auto elettriche Tesla e nell’impresa SpaceX, un lanciatore spaziale privato low cost.
I convogli (ma sarebbe più corretto parlare di capsule) del treno da mille chilometri orari che fa sognare uomini d’affari e pendolari, si dovrebbero muovere sospesi in un flusso d’aria senza attrito, in tubi di acciaio di un diametro poco superiore ai due metri. All’interno dei tubi l’atmosfera rarefatta dovrebbe facilitare il raggiungimento di elevate velocità con grandi risparmi energetici. I tubi, secondo il progetto iniziale, dovrebbero unire Los Angeles a San Francisco, seguendo il tracciato dell’autostrada, e per percorrere i 600 km di distanza che dividono le due città californiane si dovrebbe impiegare circa mezz’ora. Per ora il progetto, che è open, ossia aperto a ogni tipo di contributo e collaborazioni, dovrebbe essere sviluppato in Texas, su un percorso prova lungo 8 chilometri usato per testare soprattutto la inedita tecnologia di costruzione, una via di mezzo tra i principi della posta pneumatica e la propulsione elettrica. L’idea, suggestiva, è rimbalzata sui principali mezzi d’informazione, ma gli scettici sono molti e le critiche sembrano ben argomentate. Innanzitutto l’ipotizzata San Francisco-Los Angeles dovrebbe costare “solo” 6 miliardi di dollari, cioè 10 milioni di dollari a chilometro. Cifre giudicate irragionevolmente basse, soprattutto considerando che nulla, se non dei bei disegni, è stato realizzato o testato. Le capsule dovrebbero essere separate dal tubo da un film di aria di meno di un millimetro, una distanza minima che obbligherebbe a una costruzione precisissima delle varie componenti, inoltre non si capisce come evitare le inevitabili vibrazioni che porterebbero a disastrosi contatti tra le capsule e il tubo in cui corrono. Altre critiche riguardano la sicurezza del sistema in caso di terremoti, le sollecitazioni a cui sarebbero sottoposti i passeggeri e l’inquinamento acustico generato dal sistema.
Il professor Giovanni Lanzara, uno dei maggiori esperti mondiali di treni a levitazione magnetica, spiega: «Non sono in grado di giudicare il progetto di Musk perché per ora c’è solo un’idea. Le posso dire che non basta essere miliardari e sognatori per riuscire a costruire un’opera simile».
E allora quali saranno i treni del futuro? Risponde Lanzara: «L’alta velocità è una tecnologia matura. La velocità di esercizio potrà aumentare fino ai 350 km/h, forse un po’ di più. Per andare oltre ci si dovrà affidare ai treni a levitazione magnetica: in questo campo le tecnologie disponibili sono sostanzialmente tre: quella tedesca, quella giapponese e quella che ho sviluppato, testato e brevettato insieme ai miei collaboratori qui in Italia. La prima, a sospensione elettromagnetica, è quella utilizzata per l’unica linea in funzione, quella che in Cina collega l’aeroporto di Shanghai alla città. È complicata e costosa, e tra rotaia e convoglio c’è uno spazio di circa un solo centimetro, il che si traduce in continui sfioramenti che creano attrito e annullano il principale vantaggio di questo tipo di tecnologia. Il sistema giapponese ha limiti costituzionali nei campi magnetici ad alta intensità che utilizza. Provi a salirci con un pacemaker e poi mi racconta...». Dunque resta solo la sua di tecnologia: «Guardi, ho iniziato a studiarla più di 50 anni fa, e oggi ciò che serve, come i superconduttori, è finalmente disponibile. Potremmo viaggiare a 600 km/h, o al doppio se mettiamo i convogli in tubi con atmosfera rarefatta. Tutti i componenti funzionano e sono industrializzabili e costerebbe di meno dell’alta velocità. Sa cosa manca?». No, cosa? «Un governo che decida di farla. Stiamo parlando con russi e australiani: noi siamo già pronti».
Andrea Greco