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 2015  maggio 13 Mercoledì calendario

Scontro governo-sindacati sulla scuola • Roma strappa un sì sulle quote dei migranti • Il Nepal trema ancora • Un Picasso venduto all’asta a 179,365 • Tre italiani in gara a Cannes Scuola 1 Quasi tre ore di incontro a Palazzo Chigi, tra governo e sindacati, sulla Buona Scuola

Scontro governo-sindacati sulla scuola • Roma strappa un sì sulle quote dei migranti • Il Nepal trema ancora • Un Picasso venduto all’asta a 179,365 • Tre italiani in gara a Cannes Scuola 1 Quasi tre ore di incontro a Palazzo Chigi, tra governo e sindacati, sulla Buona Scuola. Da una parte c’erano il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, le ministre delle Riforme, dell’Istruzione e della Pubblica amministrazione Maria Elena Boschi, Stefania Giannini e Marianna Madia (uscita quasi subito) e il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. Dall’altra, i leader di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, i sindacati di categoria e le associazioni di presidi e docenti. Il premier non era nella Sala Verde ma fin dalla mattina apriva: «Siamo disposti ad ascoltare i sindacati su tutto, ma la scuola funziona se è di tutti», e twittava: «Il dialogo sulla Buona scuola è utile, presto un #matteorisponde». Ma i sindacati non hanno apprezzato. E alla fine del tavolo hanno minacciato: «Blocco degli scrutini». Cobas e Snals lo hanno promesso. Cgil, Cisl, Uil e Gilda lo appoggiano. Il sottosegretario De Vincenti lo giudica «irresponsabile: colpirebbe unicamente studenti e famiglie, sconcerta che si risponda così alla volontà del governo di dialogare». Ma loro dicono all’unisono: «Dal confronto non abbiamo avuto alcuna risposta, né aperture, né passi avanti», anzi, peggio. «Abbiamo ancora la pistola puntata alla tempia» (Barbagallo, Uil), «da governo arroganza sbalorditiva» (Piero Bernocchi, Cobas), «ben lontani dal cambiamento profondo che andava definito» (Camusso, Cgil), «non è umiliando gli insegnanti che si migliorerà la qualità della scuola» (Rino Di Meglio, Gilda). Solo Furlan (Cisl) apprezza «le aperture del governo: ma che si concretizzino in modifiche». Risultato: «Continueremo a batterci». Scuola 2 Le proteste non si sono concluse con lo sciopero del 5 maggio cui hanno aderito oltre 600 mila tra prof e personale amministrativo. C’è stato il boicottaggio dell’Invalsi, il test di autovalutazione di elementari e superiori, con un calo di adesioni che sfiora il 20 per cento rispetto al 2014. Per la Giannini «un sabotaggio gravissimo: speculare su questo tema significa speculare sul futuro dei ragazzi, è inaccettabile». Ma in molte scuole, piccole forme di protesta sono già in atto. In Lombardia ad esempio sono sospese le attività aggiuntive. A Roma, alcuni prof rallentano la scelta dei libri di testo per il prossimo anno. E già ieri sera in piazza Montecitorio, un gruppo di insegnanti srotolava striscioni anti Buona scuola e anti dirigenti scolastici: «Presidi... noi non baciamo le mani». Perché, nonostante le modifiche approvate in commissione Cultura, il preside-manager proprio non va giù a nessuno: no al fatto che scelga il docente, né al fatto che lo premi o meno, perché «non si può dare tutto questo potere ad una sola persona». Ma ieri, la ministra Boschi spiegava: «Non è accettabile l’affermazione che tutti i presidi sono corrotti: come in tutte le categorie, ci sono professionisti bravi e altri meno, bisogna avere tutti una maggiore fiducia reciproca tra docenti e dirigenti scolastici, per il bene della scuola». Il governo si è detto comunque disponibile ad un nuovo incontro. «Perché restano delle divergenze forti — ammette la Giannini —, ma c’è una volontà continua di dialogo». E pure Delrio: «La scuola è sempre stata al centro del nostro programma. Speriamo di convincere tutti, anche i sindacati». Il prossimo incontro sarà con la Giannini dopo il voto alla Camera (19 maggio). Migranti Primo successo dell’Italia nel negoziato sulle quote di migranti da distribuire nell’Ue: se le anticipazioni della vigilia saranno confermate domani — quando il piano del presidente Juncker sarà sottoposto a un primo vaglio della Commissione — il nostro Paese dovrà garantire una percentuale di accoglienza pari all’11,84, dunque sarebbe già «in credito». Regno Unito e Irlanda rimarranno fuori dalla distribuzione grazie a una clausola di «opt-out». Esclusa anche la Danimarca e dunque saranno 25 gli Stati coinvolti. Se davvero l’Italia rimarrà all’11,84%, potrebbe — questo era stato chiesto nelle ultime settimane — ottenere le «relocation» di una parte dei richiedenti asilo già sbarcati. L’impegno di Junker è che il nostro Paese, così come la Grecia, rimanga fuori dalla prima redistribuzione proprio perché è già in prima linea ormai da anni. In via di definizione, poi, l’elenco dei nuovi centri di smistamento dei migranti, che comprenderebbe Taranto, Augusta, Pozzallo, Porto Empedocle, Lampedusa, San Giuliano e Civitavecchia. L’Italia è anche al centro del negoziato Onu: 10 i Paesi pronti a una missione anti trafficanti guidata da Roma. Nepal Tornano a tremare le montagne in Nepal. Frane e slavine si abbattono nelle valli strette. Crollano le baite, i lodge per gli amanti del trekking sulla via del campo base all’Everest, i templi indù, le strutture già gravemente indebolite dal sisma del 25 aprile. Si rivive l’incubo del terremoto a Kathmandu e specialmente nelle migliaia di paesini e frazioni sparsi nelle zone più remote, dove non esistono strade e si arriva solo a piedi con gli zaini in spalla, come da millenni. A differenza del terremoto del mese scorso però, ieri l’allerta e la risposta sono state più rapide, le squadre di soccorso già rodate, il meccanismo dell’emergenza oliato per operare con maggior efficienza. Alcune delle squadre di soccorso internazionali sono ancora in Nepal e ci sono più elicotteri pronti al decollo rispetto alla ventina scarsa di aprile. La scossa di ieri, come peraltro quella del mese scorso, è avvenuta durante il giorno, quando gran parte della popolazione era fuori casa. Le vittime del terremoto del 25 aprile sono state circa 8.150 (anche se si stima che, complessivamente, superino le 10 mila), oltre 15 mila i feriti. I primi dati di ieri sera segnalavano invece una sessantina di morti e circa 1.150 feriti. «Ma sono solo bilanci provvisori», sottolineano dal ministero degli Interni. Ci sarebbero anche una ventina di morti nell’India occidentale e almeno uno nel Tibet cinese. Varia di poco la magnitudo: da 7.8 della scala Richter tre settimane fa a 7.3 ieri ma l’intensità, cioè la forza distruttiva del sisma, è stata ieri almeno sei volte inferiore. Ed è cambiato l’epicentro. Dalle zone di media montagna della provincia di Gorkha a quelle fatte di picchi maestosi e vallate ripide che dalla regione di Dolkha, circa 80 chilometri a nord-est di Kathmandu, arrivano sino agli 8.848 metri dell’Everest. Sempre che la sua altezza non sia davvero variata. Sismologi e geografi segnalano infatti che tanto grave e intenso è stato lo spostamento della placca tettonica indiana sul fondo dell’Oceano Pacifico, in attrito antico con quella euroasiatica, che il «Tetto del Mondo» potrebbe persino essersi alzato oltre un metro di quota. Picasso A New York da Christie’s il capolavoro di Pablo Picasso «Les femmes d’Alger (Version O)» è stato venduto in 12 minuti a 179,365 milioni di dollari. Picasso è tornato a essere il pittore più costoso al mondo per quanto riguarda le opere battute in un’asta, una posizione che aveva perso quando il 12 novembre del 2013 il dipinto «Tre studi di Lucian Freud» di Francis Bacon era stato venduto per 142,4 milioni di dollari. Per essere precisi il quadro è costato «solo» 160 milioni, i restanti 19,365 sono diritti d’asta (nel ‘97 lo stesso dipinto era stato venduto alla stessa asta di Christie’s per 28 milioni, diritti esclusi). Cannes Parte oggi il Festival di Cannes. La madrina è Sharon Stone. I tre italiani in gara, Paolo Sorrentino («Youth- La giovinezza»), Nanni Moretti («Mia madre») e Matteo Garrone («Il racconto dei racconti»), sono tra i favoriti. Il film di Garrone apre il concorso ufficiale. Domenica la celebrazione dei 120 anni del cinema.