Gianandrea Gaiani, Libero 10/5/2015, 10 maggio 2015
PUTIN MOSTRA I MUSCOLI AGLI USA E INCASSA 25 MILIARDI DALLA CINA
Una parata senza precedenti dalla fine dell’era sovietica. Così Vladimir Putin ha celebrato il Giorno della Vittoria a 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale: flettendo i muscoli, facendo sfilare nuovi mezzi militari ma usando toni distensivi con gli Usa e l’Europa. Nonostante l’assenza di quasi tutti i leader europei che hanno accolto l’appello di Washington a boicottare la parata, Putin ha ringraziato «i popoli di Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti per il loro contributo alla vittoria» e quanti in altri Paesi, compresa la Germania, combatterono contro il nazismo. «Abbiamo assistito a tentativi di creare un mondo unipolare» un modo di pensare «a blocchi militari» che «minaccia la stabilità dello sviluppo globale» ha detto Putin (al cui fianco era seduto il presidente cinese Xi Jinping) riferendosi agli Stati Uniti rappresentati alla cerimonia dall’ambasciatore John Tefft. Non tutti i leader europei hanno accettato le pressioni di Washington: i presidenti di Repubblica Ceca, Slovacchia (membri della Nato), Serbia, Bosnia-Erzegovina, Macedonia e Cipro erano presenti alla parata. Più defilata la posizione di Italia e Francia, (unici membri del G-7 presenti) da sempre contrari a isolare Putin, che hanno inviato a Mosca i ministri degli esteri Paolo Gentiloni, e Laurent Fabius ma non hanno presenziato alla parata. «Era giusto e doveroso per l’Italia esserci ma al tempo stesso era giusto che le forme della partecipazione tenessero conto dell’annessione della Crimea», che rimane «inaccettabile» e «delle pressioni sull’Ucraina» ha detto Gentiloni. A sottolineare le perplessità bipartisan della politica italiana nei confronti del clima di nuova guerra fredda che Usa e alcuni partner Nato e Ue vorrebbero imporre nei rapporti con la Russia ha contribuito ieri una lettera di Silvio Berlusconi al Corriere della sera che accusa di «miopia» l’Occidente. Sottolineando la presenza a Mosca dei più importanti leader asiatici, Berlusconi evidenzia come «quella tribuna sulla piazza Rossa non certificherà l’isolamento della Russia, certificherà il fallimento dell’Occidente. Davvero pensiamo, dopo decenni di guerra fredda, che sia una prospettiva strategica lucida quella di costringere la Russia ad isolarsi? Costringerla a scegliere l’Asia e non l’Europa?». Non a caso ieri Putin e Jinping hanno firmato accordi per un secondo gigantesco gasdotto che porterà in Cina il gas siberiano e per 25 miliardi di finanziamenti cinesi alle aziende russe colpite dalle sanzioni di Usa e Ue. «Oggi la Cina è il nostro partner strategico cruciale» ha dichiarato Putin ma costringere Mosca ad abbracciare un’alleanza con Pechino, allontanandosi dall’Europa in termini strategici ed energetici, rientra sicuramente negli interessi statunitensi ma non certo in quelli europei. Sul piano militare il rinnovato clima di tensione trova conferme in una parata che ha visto sfilare oltre 200 mezzi pesanti e 16.000 militari dei diversi distretti tra cui anche la Crimea, annessa alla Federazione l’anno scorso. Al loro fianco 2.300 veterani della guerra 1941-1945 mentre le celebrazioni della vittoria hanno visto parate anche in altre 150 città russe inclusa Donetsk, capitale dei filorussi ucraini. A Belgrado un maxi schermo ha trasmesso la parata moscovita, visibile anche allo stand russo dell’Expo di Milano. Sulla Piazza Rossa molti nuovi mezzi che costituiranno il nerbo delle nuove forze russe. Molto atteso il nuovo carro armato T-14 Armata definito da esperti britannici «il più importante cambiamento nei veicoli da combattimento dagli anni ’60». Dotato di sistemi di difesa che gli americani ritengono in grado di fermare i loro missili, il T-14 dispone di due cannoni antiaerei e potrebbe imbarcare un cannone da 152 millimetri, il più potente mai impiegato su un carro armato. Mentre l’Occidente continua ad aggiornare carri concepiti 35 anni or sono, Mosca sviluppa un tank di nuova generazione che dovrebbe venire costruito in 2.300 esemplari entro il 2020. Alla parata hanno sfilato anche i nuovi blindati Rakushka, il semovente d’artiglieria Koalitsiya-Sv, il trasporto truppe Boomerang, il veicolo corazzato Kurganets-25, e l’Ural Typhoon U capace di resistere alle mine. Uno show che mostra la vivacità dell’industria della difesa e la volontà russa di non farsi intimidire ma che darà il destro a Stati Uniti e Nato per rinnovare l’allarme circa il riarmo di Mosca chiedendo agli europei di aumentare le spese militari.