Paolo Levi, La Stampa 10/5/2015, 10 maggio 2015
IL PATRON CINESE REGALA LA FRANCIA AI SUOI SEIMILA DIPENDENTI
Week-end da sogno a Parigi. Ma in compagnia del capo e di migliaia di colleghi: il magnate cinese Li Jinyuan, ha voluto festeggiare i vent’anni della sua società, La Tiens Group, multinazionale delle biotecnologie, regalando a 6.400 dipendenti un viaggio tra la capitale di Francia e la Costa Azzurra. L’immensa comitiva è sbarcata tutta insieme nella Ville Lumière dove ha subito preso d’assalto i grandi magazzini prima di una visita privata al Louvre e alla Torre Eiffel, per finire con una cena di gala tra l’Opera Garnier e la Place Vendôme. La trasferta è continuata in treno a Nizza, dove la più folta delegazione cinese mai vista in Europa, dotata di magliette e cappellini biancocelesti, ha battuto un secondo record. Sulla Promenade des Anglais i dipendenti della multinazionale hanno seguito ordinatamente gli ordini di coreografi per comporre con i propri corpi la frase «Tiens’ dream is Nice in the Côte d’Azur» («Il sogno di Tiens è bello in Costa Azzurra»). Per gli ispettori del Guinness Book non c’è partita: «È la frase coreografica più lunga della storia». Nelle foto scattate dall’alto, l’immagine è degna delle più grandiose parate militari dell’Impero di Mezzo.
Per l’inedita spedizione francese, il generosissimo Li Jinyuan – che i maligni non invitati ora accusano di megalomania – ha dovuto prenotare 140 alberghi di lusso fra Parigi e la Costa Azzurra, in tutto 30.000 notti di hotel, più 7.600 biglietti ferroviari, il noleggio di due treni ad alta velocità e 146 bus turistici. Inevitabile che venisse ricevuto a Parigi con tutti gli onori dal ministro degli Esteri con delega al Turismo Laurent Fabius. «Spero che l’esempio di Li Jinyuan venga seguito da molte altre aziende cinesi», ha esclamato il capo del Quai d’Orsay. Può dirlo forte. Per la Francia in crisi, gli introiti diretti del solo viaggio di Monsieur Jinyuan ammontano a 13 milioni di euro.
VISTI IN SOLE 48 ORE
Lo scorso anno, proprio per promuovere l’afflusso di viaggiatori con gli occhi a mandorla, lo stesso Fabius si recò personalmente all’aeroporto di Parigi per stringere la mano ai passeggeri in arrivo da Pechino. Molti però non lo riconobbero nemmeno e sui media scattarono subito gli sfottò. E però c’è poco da ridere. Gli sforzi della Francia per attirare i turisti cinesi, come la recente «dichiarazione d’amore» del premier Manuel Valls o il nuovo dispositivo che consente il rilascio del«visto in 48 ore», sembrano funzionare alla grande. Nel 2013 erano stati in 1,7 milioni (+23,4%) a visitare la République. Ma ora si punta a superare la soglia dei 2 milioni.
Paolo Levi, La Stampa 10/5/2015