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 2015  maggio 10 Domenica calendario

OLANDA, INSULTA IL RE E RISCHIA IL CARCERE LA PROTESTA SUL WEB “LESA MAESTÀ? BASTA”

PARIGI.
Sembra un reato del passato. E invece è ancora possibile in Europa rischiare di finire in prigione e pagare una multa salata per lesa maestà. Il militante antirazzista olandese Al-Jaberi aveva urlato davanti alle telecamere “Fuck de Koning’ (in olandese) durante una manifestazione a novembre per protestare contro “Pietro il moro” un personaggio della tradizione locale, dalle sembianze di uno schiavo e considerato da molti come un cliché della dominazione coloniale. Al-Jaberi è stato fermato dalla polizia ma si è rifiutato di pagare la multa di 500 euro che gli è stata verbalizzata durante il corteo. Per lui c’è stata quindi una denuncia per lesa maestà, reato che prevede fino a 5 anni di carcere e una sanzione di 20mila euro.
Non accadeva da tempo nei Paesi Bassi, nazione della tolleranza e dove la libertà di espressione è sacrosanta. Intorno al caso si è aperto un dibattito politico che non ha solo opposto i classici sostenitori e detrattori della monarchia ma anche intellettuali olandesi, attaccati al diritto di critica. Alcuni deputati hanno presentato un’interrogazione al governo, puntando in particolare sulla sproporzione della pena prevista da una legge del lontano 1881, ormai definita da tanti come “arcaica”. Su Twitter, l’hashtag #fuckdekoning è diventato uno dei più popolari. Il sindaco di Amsterdam, Eberhard van der Laan, ha raccontato di essere «scoppiato a ridere » scoprendo l’entità delle pene previste per il militante denunciato.
Lo stesso re “insultato”, il quarantenne Guglielmo Alessandro, salito al trono due anni fa, è un sovrano moderno così come la popolarissima regina Máxima. La coppia reale sarebbe rimasta imbarazzata dalla procedura, anche se non ci sono dichiarazioni ufficiali. «Penso che Guglielmo Alessandro ha una visione più democratica di quanto prevede la legge» ha commentato il sindaco di Amsterdam. Il reato di lesa maestà esiste in altri paesi dove ci sono ancora monarchie, per esempio in Svezia e Norvegia, ma con sanzioni minime. In Gran Bretagna la legge non viene applicata da cent’anni: nei fatti è prevista una moratoria. Il paese che più tutela i propri sovrani è la Thailandia, dove si rischia teoricamente anche la pena capitale e le condanne sono aumentate dopo il colpo di Stato di un anno fa.
Nella notte tra mercoledì e giovedì qualcuno ha scritto “Fuck the Koning” sui muri del palazzo reale, in segno di solidarietà con il militante antirazzista denunciato. La procura di Amsterdam si è ritrovata sotto attacco. Adesso un portavoce annuncia che il caso sarà riesaminato e forse archiviato. “Non avevamo previsto tutto questo clamore” ha confessato Willem Nijkerk, rappresentante della procura. Alla fine, il passo indietro dei giudici è un tentativo di calmare le acque e restituire la pace in Casa d’Orange-Nassau che ha attraversato già due secoli, superando attacchi e insulti ben più gravi.
Anais Ginori, la Repubblica 10/5/2015