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 2015  maggio 09 Sabato calendario

UNA DONNA SOLA AL COMANDO NEL 2017 LA MERKEL PUNTA A TRAVOLGERE TUTTI

Alle elezioni del 2013 anche Merkel l’aveva sfiorata raggiungendo quasi lo storico risultato di Adenauer. Ma se la maggioranza assoluta conquistata ieri da Cameron le procurerà qualche grattacapo europeo in più, su un piano interno è la leader maggiormente candidata a imitarlo al prossimo appuntamento con le urne. Pochi hanno dubbi su una sua ricandidatura nel 2017: la maggioranza dei tedeschi vuole vederla riconfermata per la quarta volta, vuole vederla battere il record di Kohl, in sella 16 anni. Un sondaggio di appena una settimana fa («Bild am Sonntag») rivela che il 53% dei tedeschi la voterebbe, addirittura il 23% degli elettori Spd. Mentre appena il 17% sceglierebbe il leader della Spd, Sigmar Gabriel.
In questi primi dieci anni di governo, la «donna più potente del mondo» è riuscita a spazzare via qualsiasi alternativa. A sinistra, Merkel continua a vampirizzare i socialdemocratici. Anche per questo, la debacle di Miliband alle elezioni britanniche è uno choc per la Spd. Nonostante il partito di Gabriel abbia messo a segno alcuni risultati importanti come il salario minimo o il freno agli aumenti degli affitti, nei sondaggi continua a calare.
Soltanto in questi ultimi giorni ha cominciato a dare segnali di risveglio, sembra capire che non può rischiare un remake del 2009. Allora quattro anni di coabitazione con Merkel e il buco incolmabile lasciato dal «nocciolo duro» di elettori fuggiti a causa dell’Agenda 2010, procurarono al partito un risultato catastrofico. In questi giorni, Gabriel ha attaccato frontalmente Merkel sul caso Nsa, sugli spionaggi ai danni di aziende e politici francesi ed europei che avvenivano con la connivenza degli 007 tedeschi. Ma se è il primo segnale di un tentativo di rimonta, la strada è ancora lunga.
A caccia di candidati
Primo, manca un candidato credibile. Né Frank Walter Steinmeier, né Gabriel stesso sembrano avere i numeri per insidiare la marcia solitaria della cancelliera. L’unica che potrebbe intraprendere con lei una sfida seria, perché ha indici di popolarità altissimi e sta governando molto bene il Nordreno-Westfalia, è Hannelore Kraft. Ma per ora non dà segni di voler lasciare la sua Duesseldorf.
Anche a destra, qualsiasi cosa tenti di nascere in opposizione a Merkel, come gli anti euro Afd o Pegida, dopo un po’ implode. Gli alti lai contro la moneta unica o gli immigrati si scontra contro la realtà di un’economia solida, tassi di disoccupazione ai minimi, un benessere generale e una tutela sociale ancora forti. Un ulteriore fattore che ha consentito in questi anni a Merkel di occupare da sola l’intero centro della scena politica tedesca. E, per ora, non c’è nessuno all’orizzonte che possa spostarla da lì.
Tonia Mastrobuoni, La Stampa 9/5/2015