VARIE 10/5/2015, 10 maggio 2015
APPUNTI PER GAZZETTA - RAUL CASTRO DA PAPA FRANCESCO
REPUBBLICA.IT
CITTA’ DEL VATICANO - Papa Francesco e il presidente cubano Raul Castro in un faccia a faccia di circa un’ora. La visita in forma strettamente privata è avvenuta nello studio del Pontefice nell’aula Paolo VI. Al termine dell’incontro, il Pontefice ha accompagnato il presidente cubano e c’e stata la stretta di mano tra i due. Un preludio di quello che avverrà a settembre quando il Pontefice farà tappa nell’isola caraibica. Nei rapporti tra Castro e la Santa Sede, il ruolo che il Pontefice argentino ha avuto nel riavvicinamento tra Cuba e gli Stati Uniti. Tanto che il leader cubano, uscito dall’incontro ha detto: "Ho ringraziato il Santo Padre per il suo contributo al riavvicinamento tra Cuba e gli Stati Uniti". E più tardi ha lasciato tutti stupiti affermando: "Sono rimasto molto colpito dalla saggezza e modestia del Papa. Se continua così tornerò alla Chiesa cattolica. Io sono del partito comunista che non ha mai ammesso i credenti, anche se ora si sono fatti passi avanti".
Poi l’incontro e la conferenza stampa con Renzi. Temi più politici, e nella conferenza stampa un accenno ai diritti umani per poi tornare al disgelo e concludere: "Noi non avremmo mai dovuto essere inclusi nella lista dei paesi terroristi. Forse il prossimo 28 maggio il Senato degli Stati Uniti ci toglierà da questa famosa lista". Qualche ora più tardi, arriva sui social il commento all’incontro del premier italiano.
"Nel colloquio con il Papa - ha spiegato Padre Federico Lombardi portavoce vaticano - si è parlato anche dell’accoglienza che verrà data dai cubani al Papa" nella prossima visita nell’isola caraibica che avverrà a settembre. Non a caso il quotidiano del Partito comunista cubano "Granma" nel suo articolo dedicato alla visita di Castro in Italia aveva sottolineato: "Il Sommo Pontefice, che ha annunciato recentemente una visita a Cuba in settembre, ha offerto il suo appoggio nel miglioramento dei rapporti fra gli Stati Uniti e l’isola, gesto che fu riconosciuto da Raul nel suo discorso del 17 dicembre 2014, quando rese pubblica la decisione sulla ripresa dei rapporti diplomatici fra i due Paesi".
Al termine del colloquio, papa Francesco ha donato al suo ospite il medaglione con San Martino. "Con questo mantello copre il povero - ha spiegato il Pontefice - E’ un’intuizione di quello che dobbiamo fare: dobbiamo coprire la miseria della gente e poi promuovere la gente. Mi piace molto regalare questo, perché è un segno di buona volontà". Bergoglio ha donato a Castro anche la sua esortazione apostolica Evangelii gaudium.
"Questo è il testo dove ci sono alcune di quelle dichiarazioni che a lei piacciono", gli ha spiegato, sottolineando come nel documento ci sia "una parte religiosa e una parte sociale".
Le immagini dell’incontro in Vaticano tra papa Francesco e Raul Castro: dopo l’inconro privato lo scambio di doni. Il leader cubano ha offerto al pontefice una preziosa medaglia commemorativa e un quadro di arte contemporanea, che rappresenta una grande croce formata da relitti di barconi sovrapposti. Un modo, ha spiegato l’artista cubano Kcho, presente all’incontro, per focalizzare l’attenzione del mondo sul problema dei migranti e dei profughi
CORRIERE.IT
Dopo la storica visita di Fidel nel 1996 (che incontrò Giovanni Paolo II), un altro presidente cubano ha un’udienza privata con il Papa. Raul Castro ha infatti voluto approfittare del suo tour di questi giorni tra Algeria e Russia - dove a Mosca sabato ha assistito alla grande parata per i 70 anni della vittoria sul nazismo - per inserirvi anche una visita a Bergoglio, Pontefice cui ha riconosciuto pubblicamente un ruolo chiave nel recente disgelo tra Cuba e gli ex nemici Stati Uniti.
L’udienza privata
Raul Castro ha incontrato papa Francesco, domenica mattina alle 9.30, in una visita che viene definita «strettamente privata» e che, da una parte, ha seguito appunto i pubblici ringraziamenti al Pontefice per la mediazione svolta nel riavvicinamento tra L’Avana e Washington e dall’altra precede di soli quattro mesi la tappa che Francesco farà a Cuba nel prossimo settembre durante il viaggio che lo porterà anche negli Usa. Non è la prima volta che Raul arriva in Vaticano: da numero due del governo cubano (era ministro della Difesa) e già da successore designato del «lider maximo» vi fece una breve visita già nel dicembre 1997, proprio mentre si preparava lo storico viaggio di Wojtyla nell’isola caraibica.
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Raul Castro prima incontra Papa Francesco, poi Renzi
Raul Castro prima incontra Papa Francesco, poi Renzi
Raul Castro prima incontra Papa Francesco, poi Renzi
Raul Castro prima incontra Papa Francesco, poi Renzi
Raul Castro prima incontra Papa Francesco, poi Renzi
Raul Castro prima incontra Papa Francesco, poi Renzi
Raul Castro prima incontra Papa Francesco, poi Renzi
Raul Castro prima incontra Papa Francesco, poi Renzi
Raul Castro prima incontra Papa Francesco, poi Renzi
Raul Castro prima incontra Papa Francesco, poi Renzi
Raul Castro prima incontra Papa Francesco, poi Renzi
Raul Castro prima incontra Papa Francesco, poi Renzi
Raul Castro prima incontra Papa Francesco, poi Renzi
Raul Castro prima incontra Papa Francesco, poi Renzi
Raul Castro prima incontra Papa Francesco, poi Renzi
Raul Castro prima incontra Papa Francesco, poi Renzi
Raul Castro prima incontra Papa Francesco, poi Renzi
Raul Castro prima incontra Papa Francesco, poi Renzi
Raul Castro prima incontra Papa Francesco, poi Renzi
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Tra i temi sul tavolo dell’incontro con Francesco sicuramente il disgelo in atto con gli Stati Uniti, annunciato il 17 dicembre scorso, e più in generale la crescente apertura di Cuba verso il contesto internazionale. «Lo stesso viaggio del Papa a Cuba ha questa dimensione e questa proiezione di approcciare l’apertura dell’isola», ha sottolineato in questi giorni il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, capo della diplomazia vaticana. E la stessa scelta di Raul Castro di voler incontrare il Papa, facendo tappa a Roma da Mosca, evidenzia la volontà di un gesto speciale, quasi eccezionale per contraccambiare quanto fatto dal Pontefice a favore dei buoni rapporti tra L’Avana e Washington, inesistenti da oltre 50 anni.
Con Renzi
Successivamente Raul Castro ha incontrato Matteo Renzi. Durante una conferenza stampa congiunta il presidente del Consiglio ha spiegato: «Oggi possiamo toccare con mano che molte cose stanno cambiando e la Storia fa il suo corso e che dobbiamo essere protagonisti di questa Storia«ha aggiunto Renzi. «Oggi scriviamo una pagina nuova nella storia dei rapporti tra i due Paesi». Parole cui il presidente cubano ha risposto: «L’Italia svolge un ruolo molto importante nel negoziato che stiamo portando avanti con l’Ue e speriamo di poterlo concludere entro la fine dell’anno». Il leader cubano ha poi detto: «Noi non avremmo mai dovuto essere inclusi nella lista dei paesi terroristi. Forse il prossimo 28 maggio il Senato degli Stati Uniti ci toglierà da questa famosa lista». E infine ha invitato Renzi a fargli visita a L’Avana.
A scuola dai gesuiti
Alla fine della visita Castro ha espresso parole di elogio per il Pontefice: «Io leggo tutti i discorsi del Papa e ho detto a Renzi che se continua a parlare così io ricomincerò a pregare e tornerò alla Chiesa cattolica. Lo dico sul serio», ha detto il presidente cubano Raul Castro, sottolineando di essere «comunista», ma ricordando di aver studiato dai gesuiti.
LASTAMPA.IT
MIMMO CANDITO
Le due mani che stamani papa Francesco e Raul Castro si sono stretti in un saluto apparentemente formale, in realtà portano uno straordinario valore simbolico: segnano un passaggio della storia, sancendo solennemente l’apertura del sistema politico cubano.
Fino a oggi, la Revolucion non ammette che vi possano essere altri soggetti isituzionali, oltre il Partito comunista: ogni progetto di creazione di forme e modelli concorrenti, o alternativi comunque, è sempre terminato con una durissima sanzione, la galera o l’esilio o, quando possibile, l’emarginazione in un ghetto (quello del dissenso) bollato con le violente contestazioni del «repudio popular». Nel tempo, questo programma di assoluta impermeabilità ha però dovuto riconoscere che il distacco della società cubana (o, almeno, di una sua parte sempre più ampia) dal regime si andava approfondendo, congiuntamente con una crisi economica senza prospettive di soluzione.
Era necessario ritrovare un legame che si stava erodendo molto pericolosamente, “inventarsi” un interlocutore credibile per i sentimenti popolari in modo da recuperare, attraverso questo soggetto, la vecchia ideologia che nel «nosotros» ufficiale, il «noi» collettivo, ci stava autenticamente tutto, la Revolucion e l’intero paese (ormai, e da tempo, la realtà era invece che il noi del regime non comprendesse più la società, che sentiva se stessa come «los otros», cioè gli altri dal potere). E questo distacco era una tabe che minava geneticamente il futuro del castrismo, e il suo stesso mito.
La Chiesa cattolica, un non-partito, e però una istituzione di intermediazione presente nel corpo è parsa una soluzione viabile per rafforzare il gattopardismo di un regime in crisi. La stretta di mani di Raul e Francesco non è una rivoluzione, ma la vale tutta.
ANDREA TORNIELLI
Cinquantacinque minuti di faccia a faccia, in un clima cordiale e disteso. Durante il quale il presidente Raúl Castro ha ringraziato Papa Francesco per quanto la Santa Sede ha fatto per favorire il disgelo nelle relazioni con gli Stati Uniti. E si è parlato anche dell’agenda del viaggio che il prossimo settembre il Pontefice farà nell’isola caraibica. «Sono rimasto molto colpito dalla saggezza e modestia del Papa», commenta il leader cubano dopo aver incontrato anche Matteo Renzi a Palazzo Chigi. «Quando Francesco verrà a Cuba andrò a tutte le sue messe». E Raul Castro, a sorpresa, svela: «Leggo tutti i discorsi del Papa, se continua così tornerò alla Chiesa cattolica. Potrei ricominciare addirittura a pregare, anche se sono comunista».
ANALISI - Ecco perché è una stretta di mano storica (di Mimmo Càndito)
L’udienza si è svolta presso lo studio papale presso l’aula Paolo VI. All’arrivo presso il «Fungo» (chiamato così a motivo della struttura di copertura che assomiglia appunto a un fungo), all’ingresso posteriore dell’aula Paolo VI, alle 9.30, Castro è stato accolto dal Prefetto della Casa Pontificia Gaenswein, e salutato dal Sostituto della Segreteria di Stato Becciu, che prima di venire a Roma è stato nunzio apostolico a Cuba. A salutare il presidente cubano c’era anche il «ministro degli Esteri» della Santa Sede, Gallagher.
Ha quindi ha avuto inizio il faccia a faccia con il Papa, che ha accolto Raúl con un «Bienvenido!». «L’incontro - informa il direttore della Sala Stampa della Santa Sede - è stato molto cordiale. Il Presidente – come ha dichiarato egli stesso ai giornalisti prima di lasciare il Vaticano – ha voluto ringraziare il Santo Padre per il ruolo attivo da lui svolto in favore del miglioramento delle relazioni fra Cuba e gli Stati Uniti d’America; inoltre ha presentato al Papa i sentimenti del popolo cubano nell’attesa e preparazione della sua prossima visita nell’isola nel mese di Settembre».
Il Papa e il presidente si sono quindi spostati nella vicina auletta, per la presentazione della delegazione che accompagnava Castro, composta da una decina di personalità fra cui il vicepresidente del Consiglio dei ministri Ricardo Cabrizas Ruíz, il Ministro degli Esteri Bruno Rodríguez e l’ambasciatore presso la Santa Sede Rodney Alejandro López Clemente. Il presidente cubano ha offerto al Papa una medaglia commemorativa della cattedrale dell’Avana e un quadro di arte contemporanea, che rappresenta una grande croce composta di relitti di barconi sovrapposti, davanti alla quale vi è un migrante in preghiera.
L’artista cubano Kcho, che era presente, ha spiegato al Papa di essere stato ispirato nel realizzarlo, dal grande impegno di Francesco nel portare all’attenzione mondiale i problemi dei migranti e dei profughi, a partire dal viaggio a Lampedusa nel luglio 2013. Il Papa ha donato al presidente la sua esortazione apostolica «Evangelii Gaudium» e un grande medaglione che rappresenta san Martino in atto di coprire il povero con il suo mantello. Il Papa ha osservato esplicitamente che questo è un dono che fa «particolarmente volentieri, perché ricorda non solo l’impegno per aiutare e proteggere i poveri, ma anche per promuoverne attivamente la dignità».
«Oggi possiamo toccare con mano che molto sta cambiando», ha detto Renzi durante l’incontro con la stampa dopo il bilaterale con castro. «La storia fa il suo corso e vogliamo e dobbiamo essere protagonisti. Oggi possiamo scrivere una pagina nuova e sono convinto che possiamo fare molto insieme». Castro ha scelto parole concilianti: «I rapporti tra Italia e Cuba sono perfetti». poi un messaggio a Obama e al Congresso Usa: «Noi non avremmo mai dovuto essere inclusi nella lista dei paesi terroristi. Forse il prossimo 28 maggio il Senato degli Stati Uniti ci toglierà da questa famosa lista». E ancora: «Noi veniamo accusati di non rispettare i diritti umani. Ma chi li rispetta nel mondo? Da noi la salute è un diritto per tutti come l’istruzione. Noi riconosciamo di aver compiuto degli errori ma i diritti umani non devono essere strumentalizzati per mala-politica».