Notizie tratte da: Laura Gaetini # Desiderare la donna d’altri. Coppie celebri e matrimoni troppo affollati # Araba Fenice Boves 2015 # pp. 176, 16 euro., 10 maggio 2015
Notizie tratte da: Laura Gaetini, Desiderare la donna d’altri. Coppie celebri e matrimoni troppo affollati, Araba Fenice Boves 2015, pp
Notizie tratte da: Laura Gaetini, Desiderare la donna d’altri. Coppie celebri e matrimoni troppo affollati, Araba Fenice Boves 2015, pp. 176, 16 euro.
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• Metà dei matrimoni, facendo la media tra Europa e America, finiscono con un divorzio, dietro il quale c’è spesso una relazione extraconiugale. Il 30-40 per cento delle coppie che rimangono insieme, secondo le statistiche, sono reciprocamente infedeli.
• «Certo, hai avuto qualche amante, dovevi pur passare il tempo».
(Jacques Brel nella celebre canzone Chanson des Vieux Amants)
• «Tutto è opera del Fato».
(Zenone)
• «La zingara turca aveva due pendenti d’oro ed una bocca maliziosa e sdentata. Aveva guardato la bambina e scrutato la sua mano. “Avrai fama e denaro – le aveva detto –, ma la tua vita sarà breve”. Lei aveva sorriso. All’epoca si chiamava ancora Maria Kalogeropulos».
• Dentro un cassetto, lontano da occhi indiscreti, chiuso tra le pagine di un album che racchiudeva le fotografie dei suoi trionfi teatrali, Maria Callas teneva il ritaglio della prima pagina del New York Times dell’ottobre del 1968 con la foto di Aristotele e dell’altra, “la signora Kennedy”, come Maria l’aveva sempre chiamata.
• Maria Callas per sedare la sua ansia e la sua insonnia visitata dai fantasmi usava il Mandrax, un tranquillante la cui vendita era vietata in Francia ma che sua sorella maggiore riusciva ad inviarle da Atene.
• Il primo incontro tra Maria Callas e Aristotele Onassis avviene all’Hotel Danieli di Venezia. Era il 3 settembre 1957 e Maria aveva già completato la sua metamorfosi. La ragazza greca, rotonda e provinciale era diventata una donna snella ed elegante, un’icona di stile e una grande diva della lirica. All’epoca, aveva un marito di trent’anni più vecchio, Gian Battista Meneghini detto Titta. Di quest’uomo, Maria non era mai stata davvero innamorata, ma in lui aveva piuttosto visto la figura paterna che le era mancata. A presentarle Onassis, inconsapevole dell’incendio che sarebbe divampato tra i due, era stata, per ironia della sorte, proprio Elsa Maxwell, ingenuamente innamorata di lei.
• Qualcuno vociferava che, per perdere quasi trenta chili, Maria Callas avesse appositamente inghiottito la testa di una tenia bevendo una coppa di champagne gelato.
• Nel 1958, con la Norma all’Opera di Roma, la voce di Maria non aveva retto e il sipario era calato alla fine del primo atto di fronte ad un pubblico sbigottito che rumoreggiava invitandola a tornare a Milano. Lei aveva avuto un collasso nervoso e si era rifiutata di tornare in scena, lasciando sul palco reale il Presidente della Repubblica, il democristianissimo Giovanni Gronchi, ad attendere allibito e sconcertato.
• Nell’inverno 1964 Aristotele e Maria avevano fatto un viaggio negli Stati Uniti. Onassis aveva telefonato a Jackie Kennedy per sapere come stava. L’ex first lady lo aveva invitato a colazione ma, quando Ari le aveva detto che era con Maria, Jackie aveva glissato: “Pazienza, sarà per un’altra volta” aveva risposto.
• « Sei solo una con un fischietto in gola e non funziona nemmeno più”»
«O ti metti un cappello più grosso o ti tagli un pezzo di naso».
(Aristotele Onassis a Maria Callas)
• Jackie ed Aristotele furono ritenuti “i pionieri delle nozze personalizzate”. L’accordo che presero divenne celebre quasi quanto i suoi protagonisti. L’avvocato incaricato di redigere i patti impiegò un intero anno per comporre le ventidue pagine e le 170 clausole in cui vennero stabiliti l’appannaggio annuale a favore della moglie, la somma in caso di rottura, il testamento, le modalità della convivenza e perfino le frequenze degli incontri sessuali.
• Il 21 maggio 1970, i paparazzi, come tanti anni prima a Milano, sorprendono Onassis e Maria a cena, questa volta a Parigi, al Chez Maxim’s. Le foto finiscono sui principali tabloid scandalistici del mondo. Quando Jackie vede le foto pretende una rivincita raffinata: una cena al Chez Maxim’s allo stesso tavolo dove i due erano stati immortalati poco tempo prima.
• Nel gennaio 1973 Maria perde suo figlio Alessandro che scompare a 25 anni in un terribile incidente aereo.
• “Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente”
(Jim Morrison)
• «L’amore altro non è che la divina raffinatissima punizione per il non saper restare soli».
• Il 17 settembre 1925, all’età di 18 anni Frida ha un incidente che le spezza la colonna vertebrale, frantumandole il collo del femore, le costole, il piede, l’osso pelvico. La verginità, così cara a Nostra Signora di Guadalupe che sua madre tanto venerava, lei la perde allora, penetrata non da un amante, ma sventrata dal corrimano dell’autobus che le entra nel fianco e le esce dalla vagina.
• “Che importa se non puoi camminare, querida mia: tu hai le ali per volare”.
(Diego Rivera a Frida)
• Frida era cresciuta mostrando subito due doti che, soprattutto nell’adolescenza, avevano il potere magico di confondere chi la incontrava: un singolare talento artistico ed un aspetto vagamente androgino che la rendeva sensualmente attraente.
• Frida si innamorò quasi subito del gigante Diego. Lui le metteva in testa pensieri di amplessi osceni e furiosi; la faceva sentire una bambina viziosa che si spingeva a copulare con quel maschio più vecchio di vent’anni con la lussuria di un incesto. Lei, androgina e cupa, guardava però anche le donne. In quegli anni incontrò Tina Modotti, fotografa e accesa propagandista del partito comunista messicano. Quell’amicizia si era nutrita di connotazioni estremamente profonde e sentimentali, tanto che, pur in assenza di prove, più di un biografo di Frida parla di un possibile rapporto amoroso tra le due donne.
• Il legame con Diego Rivera, l’elefante che rispondeva con virile possanza alla sua delicatezza di colomba, era una cosa seria. Lui era già stato sposato due volte e, in entrambi i casi, i due matrimoni era stati una potente epifania dell’adulterio. L’infedeltà era elemento costitutivo della personalità del pittore messicano. Anche con Frida, il rapporto era iniziato mentre lui era ancora formalmente legato a Lupe, la seconda moglie.
• Quando Frida conosce Isamu Noguchi, uno scultore di New York, bellissimo ed esuberante, che si invaghisce dell’androginia indios (con cui ha incontri sessuali peraltro piuttosto superficiali) Rivera, sempre sospettosissimo, da il peggio di sé. Frida è a New York, ricoverata in ospedale, ed Isamu corre al suo capezzale. Diego piomba nella stanza e estrae dalla tasca un revolver che punta alla testa di Isamu. Diego avrebbe sicuramente sparato se non fosse stato per il fatto che lei aveva minacciato di andarsene per sempre se lo avesse fatto.
• A Diego, nel suo periodo americano vengono commissionati alcuni lavori negli Usa, come il muro del Rockfeller Center e gli affreschi per la Esposizione Universale di Chicago. Rivera dipinge il volto di Lenin nell’affresco del Rockfeller Center e rifiuta di cancellarlo, preferendo subire la revoca delle commissioni.
• Frida scopre Diego a letto con sua sorella, Cristina Kahlo e nel 1939 chiede il divorzio. Nonostante la passione le urla di restare e perdonare, nonostante l’attrazione fisica per quell’uomo più vecchio di vent’anni, Frida riprova lo stesso identico dolore che ha provato quando il corrimano del tram le era entrato dentro devastandola. Appena un anno più tardi, a San Francisco, i due tornarono a sposarsi.
• “Chiunque abbia mai amato porta una cicatrice” (Alfred De Musset)
• Lorena Hickok era “una in gamba”. La definirà così lo stesso Roosevelt, impressionato dalla personalità spiccata di questa quarantenne che fumava oltre quaranta Camel senza filtro al giorno, si vestiva con vecchie camicie di flanella, andava matta per il bourbon e viveva in compagnia del suo cucciolo di pastore tedesco che aveva chiamato Prinz e per il quale stravedeva.
• «Nessuna forma d’amore deve essere disprezzata».
(Annotazione di Eleanor Roosevelt sul suo diario)
• «Complici il bourbon e la stanchezza, una notte d’inverno mentre il treno elettorale dei Roosevelt sferraglia, fischiando dentro il ventre profondo dell’America, Eleanor e Lorena si sciolgono in un abbraccio, in carezze più intime, in confidenze che aprono il cuore, lasciando spazio a quel magmatico universo di sensazioni che l’una e l’altra hanno avvertito nelle ultime settimane. È quella la notte che cambierà per sempre le loro vite ma, indirettamente, molti anni dopo, anche l’America».
• «Tremilacinquecento lettere, oltre 16 mila pagine fitte, vergate dalla scrittura nervosa di Lorena o da quella più morbida di Eleanor: un piccolo universo di confidenze, di tenerezze, di giudizi politici. Lì, in quelle pagine, non c’è solo il diario di un amore scandaloso per la puritana America ma c’è anche una certa visione del mondo e delle cose, ci sono note e giudizi sulla Grande Depressione, su Pearl Harbor, sul New Deal».
• Durante una conferenza stampa alla Casa Bianca, una giornalista si era alzata e, a bruciapelo, aveva chiesto a Mrs. Roosevelt se amasse suo marito. La sua Eleanor, allora, sorridendo impercettibilmente aveva guardato lei, seduta in fondo alla sala, e non aveva voluto rispondere, mentre un silenzio lungo, puritano ed imbarazzato, era sceso sui presenti che assistevano ad una tacita e pubblica dichiarazione d’amore.
• Con una sentenza storica, dal punto di vista culturale prima ancora che giudiziario, la Cassazione nel 2009 (e, ancora prima, la Corte d’Appello di Brescia nel 2007) giunge ad equiparare l’adulterio omo a quello eterosessuale ai fini del potenziale addebito di separazione e dell’eventuale corollaria richiesta di risarcimento del danno esistenziale. Addirittura, i giudici della Corte d’Appello di Brescia, nel 2007, si spingono a ritenere la relazione omosessuale meno dannosa per l’altro coniuge rispetto a quella eterosessuale “stante l’impossibilità di un confronto omogeneo tra il terzo partecipe del tradimento ed il coniuge che lo subisce”.
• «Il desiderio, muovendo sempre verso ciò che ci è più contrario, ci costringe ad amare quel che ci farà soffrire».
(Marcel Proust)
• « Le donne sono zerbini o sono dee».
(Pablo Picasso)
• Picasso tradisce Olga Chochlova, la sua prima moglie, con varie donne ma non imbastisce davvero nessuna relazione stabile o seria. Le relazioni adulterine del pittore sembrano rispondere piuttosto alle intemperanze della sua esuberanza erotica che non a passioni emotivamente coinvolgenti.
• In rue de la Boétie, nel palazzo accanto a quello dove vivono Olga e Pablo, abita madame Walter con la figlia adolescente Marie Thérèse. Il primo incontro tra Picasso e Marie Thérèse avviene nel 1925 (qualche biografo, per salvaguardare la minore età della ragazza e la reputazione dell’artista, dice nel 1928): il pittore ha 39 anni, Marie Thérèse Walter solo 17. È minorenne e Pablo potrebbe essere suo padre.
• Picasso rifiuta il divorzio con Olga per motivi non sentimentali ma soltanto economici. La legge francese del tempo, infatti, stabiliva, in caso di divorzio, la divisione dei beni. L’avarizia dell’artista lo indurrà a non concedere mai il divorzio alla Chochlova con cui, pertanto, resterà sposato sino alla morte di lei, avvenuta a Cannes, nel 1955, in seguito ad un cancro.
• Marie Thérèse Walter il 5 settembre 1935, mette al mondo una bimba, riconosciuta dal pittore e a cui viene dato il nome di Maya. Marie Thérèse non può ancora sapere che, in quelle stesse settimane, Picasso sta invece imbastendo una nuova relazione con Dora Maar, una fotografa surrealista.
• «Io non sono stata l’amante di Picasso. Lui era soltanto il mio padrone».
(Dora Maar)
• «La Walter era una donna molto gelosa. Picasso, con cinismo, le rinfacciava di non poterselo permettere perché, in fondo, lui era un uomo sposato».
• L’ambasciatore tedesco in Francia, guardando il Guernica, osa chiedere sprezzantemente al pittore: “Siete voi ad aver fatto questo orrore?” Picasso risponde altrettanto sprezzantemente: “No, eccellenza, l’orrore l’avete fatto voi. Io mi sono limitato a dipingerlo”.
• Picasso muore nel 1973. Pochi mesi dopo Paulo, il figlio avuto da Olga, si toglierà la vita. Nel 1977, quattro anni dopo la scomparsa dell’artista, anche Marie Thérèse Walther, l’amante-bambina incontrata da Picasso cinquant’anni prima, s’impiccherà. Anche Dora Maar si suiciderà negli anni Ottanta. A sopravvivere all’amore tragico del maestro andaluso sarà soltanto Françoise Gilot, l’unica donna che aveva deciso di salvare sé stessa abbandonandolo.
• L’unica foto ufficiale che ritrae insieme Marilyn Monroe e John Kennedy è scattata il 19 maggio 1962, poco più di due mesi prima della morte della diva. È una foto rubata dalla polaroid di qualche intimo che fa parte dei privilegiati invitati alla festa privata di compleanno del presidente Kennedy al Carlyle Hotel. Due ore prima, una Marilyn fasciata in un abito color carne, cosparso di strass e così attillato da non lasciarla quasi respirare, sale sul palco del Madison Square Garden, per cantare “Happy birthday” al presidente. Arriva davanti al microfono affannata, completamente fatta di pillole e champagne: la nota sexy che, quella notte, trasforma la sua voce in un sensuale sussurro è il risultato di questo mix di alcol, barbiturici ed emozione.
• “Dopo un Happy birthday come questo potrei anche ritirarmi dalla vita politica”.
(John Kennedy ai giornalisti in riferimento alla canzone a lui dedicata da Marilyn)
• “Papà ci ha sempre detto di andar a donne il più spesso possibile”.
(Robert Kennedy)
• John Kennedy in un ascensore della Casa Bianca, dopo un galà, tenta un approccio con l’ormai attempata Marlene Dietrich, arrivando addirittura a chiederle, con una certa qual morbosità, come fosse suo padre a letto. Sarà la stessa attrice a ricordarlo.
• Marilyn Monroe nel 1944 è ancora Norma Jean. Comincia a lavorare alla Radio Plane come impacchettatrice di paracadute. Il calcio d’inizio della sua carriera arriva il 26 giugno 1945, quando il fotografo David Conover giunge allo stabilimento per un servizio fotografico da realizzare per la rivista Yank con delle belle ragazze che “tenessero alto il morale delle truppe”.
• Nel 1946 Norma Jean firma, per 125 dollari la settimana, il suo primo contratto con la 20th Century Fox. Allo studio decidono di farle cambiare nome. Dapprima scelgono Carole Lind (ispirandosi all’attrice Carole Lombard, all’epoca recentemente scomparsa). Poi, considerato lo stile platinato, che la giovane ragazza sembra incarnare, i produttori accantonano l’idea e pensano a Jean Monroe (utilizzando il cognome della madre di lei). Alla fine, prevale la scelta di Marilyn Monroe, per via della sensualità che la doppia “emme” suggerisce al pubblico maschile, almeno secondo i pubblicitari della Fox.
• Marilyn, secondo il suo biografo Donald Spoto, fu costretta anche a prostituirsi sul Sunset Boulevard pur di sopravvivere.
• “Ho passato molto tempo in ginocchio. E non certo a pregare”.
(Marlyn Monroe)
• Quando la Monroe gira la celebre scena di Quando la moglie è in vacanza in cui l’aria della metropolitana le solleva la gonna mettendo in vista le mutandine, Joe Di Maggio, suo secondo marito, cerca di intervenire sulla produzione per tentare di bloccare le riprese.
• John Kennedy e Marilyn iniziano a frequentarsi al Carlyle Hotel di New York, dove l’attrice arriva, passando dall’ingresso secondario, con una eccessiva parrucca nera e con il volto coperto da occhiali scuri.
• «Il presidente si rifiutava sempre di baciare sulle labbra. Una volta, durante un party organizzato al ranch di Bing Crosby, mi costrinse ad inalare droga per rendermi più disinibita. Corsi fuori dalla stanza piangendo. Un’altra volta, invece, mi convinse ad avere un rapporto orale in piscina con il suo assistente ed amico Dave Powers, mentre lui rimaneva a guardare. Dissi di sì, ma quando mi chiese di ripetere l’operazione con suo fratello Ted Kennedy mi rifiutai. Non l’ho mai chiamato per nome; lo chiamavo “signor presidente” anche quando eravamo a letto. Una volta, gli confessai il timore di essere rimasta incinta e Kennedy mi fece fissare un appuntamento da un medico nell’eventualità dovessi abortire».
(Mimi Alford, stagista della Casa Bianca)
• Lena Pepitone, la cameriera che segue Marilyn a New York, descrive il periodo tra il cadere degli anni Cinquanta ed il 1962, anno della morte della diva, come una discesa profonda verso l’inferno: Marilyn ingurgita barbiturici ad ogni ora del giorno, deglutendoli preferibilmente con vodka e champagne. Non si lava e si trascura per giorni, sino a diventare impresentabile. A volte, per rimetterla in sesto e renderla decente, schiere di parrucchieri e truccatori devono lavorare su di lei anche per nove ore. Altre volte diventa schiava del cibo ed ingurgita quantità pantagrueliche di piatti tipici italiani aumentando fino a 15 chili di peso.
• Sul set di A qualcuno piace caldo di Billy Wilder, con Tony Curtis e Jack Lemmon, la diva è una piaga. Fa impazzire colleghi e regista non solo perché non riesce più neanche a tenere a mente la più semplice battuta ma, soprattutto, perché le sembra sempre più inaccettabile il comportamento del presidente, e questo la rende intrattabile.
• L’abitudine dei fratelli Kennedy di passarsi le donne l’un l’altro è un’abitudine consolidata. Bob, anch’egli affetto dalla classica erotomania dei Kennedy, prende alla lettera la richiesta di aiuto di John di togliergli di mezzo quella donna così ingombrante che ha, tra l’altro, incominciato a parlare troppo e inizia anche lui una storia con la Monroe.
• “È l’unica persona messa peggio di me”
(Marilyn parlando di Montgomery Clift durante le riprese del film Gli Spostati)
• In certi ambienti, si comincia a parlare del fatto che Marilyn possiede un’agendina nera in cui annota alcuni particolari riservati di conversazioni avute a letto con il presidente. Sono voci che allarmano non solo la Casa Bianca ma anche l’Fbi.
• Marilyn Monroe viene ritrovata morta il 5 agosto 1962, prona sul letto, nuda e semicoperta da una trapunta color champagne. Stringe ancora in mano il ricevitore del telefono, mentre un dito è infilato nel disco, come se stesse componendo un numero telefonico. Nessuno saprà mai a chi Marilyn volesse fare quella sua ultima telefonata, né se, nelle intenzioni della diva, quella chiamata rimasta incompiuta avrebbe voluto essere una disperata ultima richiesta d’aiuto o l’ultimo altrettanto disperato tentativo di contattare John Kennedy.
• «Meglio stare con i preti che con i fascisti».
(Il padre di Nilde Iotti alla figlia)
• Il 14 luglio 1948 Togliatti subisce un attentato e viene ricoverato al Policlinico. Egli è ufficialmente registrato come residente in via Ferdinando di Savoia e come coniugato con Rita Montagnana che, in qualità di moglie, è l’unica a potergli fare visita.
• Quando dopo l’ictus Togliatti viene portato all’ospedale Nilde è al suo fianco, ma non può prestare ufficialmente il consenso all’operazione, assumendosi la responsabilità del caso. Non può farlo neppure Rita Montagnana, ormai ex moglie. È il Pci che deve prendersi la responsabilità di un intervento al cervello che potrebbe anche rivelarsi fatale per il segretario del più forte partito comunista dell’Occidente.
• Alla morte di Togliatti Nilde consegna al partito il libretto di conto corrente con i risparmi del compagno: 3 milioni e 400.000 lire, dopo aver prelevato la propria metà perché venisse recapitata ad Aldo, il figlio. Nilde si preoccupa anche di intestare ad Aldo la pensione di reversibilità.
• La storia di Fausto Coppi e di Giulia Occhini inizia quasi per caso, nell’estate del 1948 sul traguardo della “Tre Valli Varesine”. Da una parte, un mito, una leggenda vivente del ciclismo; dall’altra, una signora borghese le cui origini napoletane regalano un fascino straordinario di gestualità e di temperamento. Anche in quell’occasione, galeotta è una fotografia, quella del Campionissimo su cui Giulia chiede timidamente di apporre una dedica e un autografo per il marito tifoso.
• Nei primi tempi Fausto e Giulia vivono in un piccolo albergo a Castelletto d’Orba, secondo il copione di molte coppie clandestine dell’epoca. Prima il Campionissimo tenta di affittare un appartamento a Tortona ma i proprietari, quando sanno che egli ha intenzione di andarvi ad abitare con Giulia, rifiutano di concederglielo. Poi, Fausto acquista finalmente una villa, tra Novi Ligure e Serravalle, Villa Carla: è lì che una sera, sul tardi, arrivano i carabinieri in divisa accompagnati da un truce dottor Locatelli che ha denunciato la moglie per abbandono del tetto coniugale e per adulterio. Però, documenti alla mano, lei risulta ufficialmente la segretaria del Campionissimo, una sua dipendente. I carabinieri e il Locatelli abbozzano ma la coppia ha respiro breve. Un’altra sera, di lì a poco, a Villa Carla arriva invece il capitano dei carabinieri di Alessandria. Giulia viene portata in città. Qui viene poi tradotta in carcere e sottoposta ad un interrogatorio. Lo scopo è quello di indurla a cedere, a tornare dal marito. Lei rifiuta. La tengono per quattro giorni e quattro notti in cella, con altre tre detenute accusate di delitti comuni.
• Durante il Giro d’Italia a Fausto arriva il telegramma che Giulia ha scritto per comunicargli la nascita di Faustino. È il 13 maggio 1955. Il telegramma dice: “Papà, attendo prima maglia rosa!”. Coppi è felice anche se, correndo il Giro, ora ai bordi delle strade d’Italia vede cartelli e striscioni su cui legge “Coppi vattene, la Dama Bianca ti attende” oppure “Viva Marina, abbasso Faustino”. Deve subire anche anche altre umiliazioni come il rifiuto di Pio XII di benedire il gruppo dei ciclisti quando il Giro resta tre giorni a Roma. Nonostante tutto, Coppi sfiora la sua sesta maglia rosa.
• Qualcuno, scriverà un giorno che il titolo di “padre della patria” attribuito a Vittorio Emanuele, oltre che ai destini unitari, bene poteva attagliarsi anche ai numerosi figli illegittimi seminati dal monarca nelle tante sue storie note, meno note o rimaste sconosciute.
• Vittorio Emanule è sposato con Maria Adelaide e ha già quattro figli. Conosce Rosa Vercellana quando lei ha 14 anni. Il coup de foudre scocca impetuoso, ma i primi incontri sono blindati e clandestini e non solo per via del severo Carlo Alberto e della pubblica morale. Il fatto è che nell’allora Regno di Sardegna vige una legge che punisce con durezza il “rapimento” di ragazze minori di 16 anni dalle loro famiglie.
• “È impossibile trovare una donna vestita con un cattivo gusto più completo”.
(Il conte Henry d’Ideville segretario della Delegazione francese a Torino parlando di Rosa Vercellana)
• Rosìn ha due gravidanze, una a 15 e l’altra a 18 anni. Ne nascono rispettivamente una femminuccia ed un maschietto cui, con buona pace di Maria Adelaide (moglie di Vittorio Emanuele) e della nobiltà di Corte, erano stati imposti i nomi di Vittoria e di Emanuele, in modo che nessuno potesse mettere in dubbio da quale stirpe essi discendessero.
• Vittorio Emanuele era piuttosto pieno di debiti e Cavour gli propose uno scambio: il Governo gli avrebbe riconosciuto un assegno di 2 milioni di lire dell’epoca (circa 10 milioni di euro attuali) ma egli avrebbe dovuto rinunciare alla Bèla Rosìn. Il Re abbozzò, sorrise, ringraziò. Poi, una volta intascato il cospicuo assegno, convocò Cavour e, senza tanti giri di parole, gli annunciò che, dopo aver riflettuto bene, aveva deciso di tenersi sia l’assegno sia Rosìn, perché – disse – l’è propi na gran bèla fija (è proprio una gran bella ragazza).
• L’11 aprile 1858, Vittorio Emanuele nomina Rosa Vercellana contessa di Mirafiori e Fontanafredda. Nel 1869 si ammala e, in barba alla storia, alla tradizione e alla corte, sposa la sua Bèla Rosìn in matrimonio morganatico (cioè un matrimonio senza l’attribuzione del titolo di regina).
• La mattina del 29 luglio 1981 un miliardo e 200 mila persone, in tutto il mondo, restarono incollate davanti alla Tv per una delle più spettacolari dirette televisive della storia inglese da quando era stata inventata la televisione: il matrimonio di Carlo e Diana.
• “Eravamo in tre in questo matrimonio: un po’ troppo affollato”.
(Diana sul suo legame con Carlo e, suo malgrado, Camilla)
• «Diana Frances Spencer era nata a Sandringham, nel Norfolk, da una delle famiglie più antiche e nobile del Regno Unito. Così antica e così nobile da potersi permettere, solo volendolo, di guardare con sufficienza quella signora dai cappellini estrosi e dall’aria perennemente imbronciata che risponde al nome di Elisabetta II».
• Diana, appena alcuni giorni prima del matrimonio, viene a sapere che il principe ha appena fatto realizzare un braccialetto d’oro con una medaglia di smalto per la moglie del maggiore Parker Bowles, Camilla Shand. Sul medaglione, il principe fa incidere una G e una F incrociate: Gladys and Fred, secondo i diminutivi con cui i due si chiamano l’un l’altro nell’intimità.
(Biglietto scritto da Camilla
• «Fantastica la notizia del fidanzamento. Vediamoci a colazione, quando il principe di Galles partirà per l’Australia e la Nuova Zelanda. Starà via tre settimane. Muoio dalla voglia di vedere l’anello. Con affetto, Camilla».
(Biglietto scritto da Camilla a Diana)
• Quando Diana e Camilla si incontrarono per la prima volta Camilla si volle subito sincerare del fatto che, come diceva la stampa rosa, la principessa non amasse le battute di caccia, tirando poi un sospiro di sollievo.
• “Non puoi tirarti indietro ora: la tua faccia è stata stampata su milioni di tovagliolini da tè”.
Le sorelle di Diana, Jane e Sarah prima del matrimonio.
• “Coraggio, non sarà sempre così: sarà molto peggio!”.
(Grace di Monaco a Diana in occasione della sua prima uscita pubblica)
• Lady D sviene durante l’Expo in Canada. I flash dei fotografi immortalano la scena e fanno infu- riare Carlo. “Avresti potuto svenire in modo più discreto” le dirà il principe più tardi, almeno secondo quanto Diana stessa racconterà in un’intervista a Andrew Morton.
• Nel 1992 esce una biografia “autorizzata” della principessa, ad opera di Andrew Morton. Diana vi collabora personalmente e rivela la sua vera storia, l’indifferenza di Carlo, i tentativi di suicidio e l’infelicità che il matrimonio le provoca. Il libro fa piombare la Corte di San Giacomo in un clima foschissimo e la pone al centro di una colossale tempesta mediatica i cui effetti non sono stati ben valutati neppure dalla stessa Diana.
• Il 6 settembre, in mondovisione, milioni e milioni di spettatori seguono i funerali di Diana celebrati a Westminster, dopo che, la sera prima, Elisabetta II ha dovuto rivolgere, a reti unificate, un messaggio di cordoglio e, implicitamente, di scuse alla nazione.