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 2015  maggio 09 Sabato calendario

Nella sua giovinezza il futuro zar Pietro il Grande aveva frequentato il quartiere dei tedeschi esistente nei sobborghi di Mosca

Nella sua giovinezza il futuro zar Pietro il Grande aveva frequentato il quartiere dei tedeschi esistente nei sobborghi di Mosca. Nella casa di Pietroburgo dove il protagonista di Delitto e Castigo di Dostoevskij, Rodion Romanovich Raskolnikov, uccide una sordida usuraia, molti degli appartamenti sono abitati da tedeschi che esercitano i più svariati mestieri: sarti, fabbri, cuochi e perfino impiegati della pubblica amministrazione. Uno dei più brillanti ufficiali dell’esercito zarista nella Prima guerra mondiale era il generale Paul von Rennenkampf, di origini tedesche. Curiosamente, il primo avversario nell’armata germanica che lo fronteggiò era il generale Hermann Von François, discendente di ugonotti cacciati dalla Francia a seguito della soppressione dell’Editto di Nantes. L’emigrazione francese aveva una causa ben specifica, ma quali furono i fattori all’origine della massiccia emigrazione tedesca in Russia? Cesare Pettorelli Lalatta cesare.pettorelli@hotmail.co.uk Caro Pettorelli, E sistono colonie di tedeschi, sin dal Medio Evo, in quasi tutti i Paesi dell’Europa centro-orientale. Migrarono sulle orme dei Cavalieri Teutonici, a cui si deve la colonizzazione di molte terre slave. Risposero all’invito di sovrani che avevano bisogno di contadini e artigiani, come accadde per i sassoni della Transilvania ungherese. Approdarono sulle coste del Baltico quando le flotte delle città anseatiche erano il maggiore partner economico delle popolazioni di Lituania, Estonia, Lettonia e Finlandia. Si installarono a San Pietroburgo quando la nuova capitale, costruita da Pietro il Grande sulle rive della Neva, ebbe bisogno di artigiani, amministratori pubblici, membri delle professioni liberali. Colonizzarono una intera regione sulle rive del Volga, quando la Grande Caterina, nel 1762 e nel 1763, fece generose concessioni a tutti coloro che avrebbero accettato di trasferirsi nell’Impero russo per coltivare nuove terre e rafforzare la presenza dello Stato là dove le sue frontiere erano maggiormente esposte a contatti, non sempre pacifici, con le popolazioni asiatiche. Ovunque, ma soprattutto in Russia, gli immigrati modificarono la toponomastica nazionale dando nomi tedeschi ai luoghi in cui s’installarono. Nell’Unione Sovietica i tedeschi del Volga ebbero addirittura diritto a una Repubblica autonoma che durò sino a quando Stalin, nel 1941, temette che sarebbe divenuta una quinta colonna del Reich nazista e ordinò che i suoi abitanti venissero trasferiti in Kazakistan. Il fenomeno è legato anche ai rapporti della dinastia moscovita (i Romanov dal 1613) con quelle dei numerosi Stati tedeschi. La grande Caterina nacque Sophie Fredericke Augusta von Anhalt-Zerbst. Aleksandra Fëdorovna, moglie dell’ultimo zar, nacque Alix Viktoria Elena Louise Beatrice von Hessen-Darmstadt. Dopo Caterina e prima di Alessandra molte imperatrici russe furono tedesche. Secondo Puskin il sangue che circolava nelle vene dei Romanov agli inizi dell’Ottocento era ormai, in larga parte, sangue tedesco. Questa contiguità ha avuto anche effetti concreti. Molte grandi riforme russe, da quella del sistema educativo alla rivoluzione industriale, furono realizzate con modelli e consiglieri tedeschi. Non vi sarebbe stato un socialismo russo senza l’ispirazione del socialismo tedesco. Il primo piano quinquennale dell’Urss non sarebbe stato un grande successo se le autorità sovietiche non avessero potuto contare sull’indispensabile contributo della industria tedesca. Qualche lettore potrebbe ricordare che i due Paesi si sono spietatamente combattuti durante il Novecento. È vero. Ma esiste fra Germania e Russia una sorta di consanguineità che può spingere l’una, anche dopo una guerra sanguinosa, nelle braccia dell’altra. Gli esempi più recenti sono il trattato fra la Repubblica di Weimar e la Russia sovietica, firmato a Rapallo nel 1922, il trattato di non aggressione firmato a Mosca da Molotov e Ribbentrop nell’agosto del 1939 e, in campo economico, l’accordo firmato nel settembre 2005 dal presidente russo Vladimir Putin e dal cancelliere Gerhard Schröder per la costruzione del grande gasdotto del Mare del Nord. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina Corrente Pag. 57 Immagini della pagina Visualizza :