Paolo Siepi, ItaliaOggi 8/5/2015, 8 maggio 2015
PERISCOPIO
Interrogato sul perché avesse percosso Luciano Rispoli con una chiave inglese, un automobilista romano ha risposto: «Purtroppo non avevo il cric». Amurri & Verde, News. Mondadori, 1984.
(mfimage) Bersani non voleva enfatizzare i contrasti, ma ricomporli. Solo che Renzi non è Bersani, nel bene e nel male. Hanno affrontato l’arrivo di Matteo come le società precolombiane con i conquistadores. Pippo Civati dopo essere uscito dal Pd. Corsera.
Oltre a dimettersi da deputato, Enrico Letta ha scelto di rinunciare anche alla pensione. Dev’essere stata una decisione molto sofferta, probabilmente maturata dopo che gli è apparsa in sogno la Fornero. Ma non è tutto. Enrico Letta ha assicurato che, nonostante abbia deciso di lasciare il suo scranno a Montecitorio, continuerà a rimanere nel Partito democratico. Confermando, quindi, di non volersi mai più occupare di politica? Dario Vergassola, comico. ilvenerdi.
«Non mi piace essere chiamata avvocata o presidentessa. Al limite, meglio la presidente». Debora Serracchiani, vicesegretario (o vicesegretaria) Pd non condivide la battaglia lessicale del (la) presidente della Camera Laura Boldrini. Corsera.
La legge Severino va cambiata perché punisce i sindaci e i governatori e non i ministri e i parlamentari, viola il principio dell’uguaglianza di fronte alla legge, ingessa il paese. Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno e candidato alla presidenza della Regione Campania. Corsera.
Ferruccio De Bortoli, attaccando Renzi nel suo articolo di commiato dal Corsera, non parla a titolo personale ma rappresenta la coda di quella che un tempo si chiamava borghesia illuminata meneghina, qualcosa a metà tra la pedagogia pre-unitaria del Politecnico e poi della Bocconi e i così detti salotti buoni del capitalismo familistico-bancario (da Raffaele Mattioli a Enrico Cuccia), mai abbastanza industriale e sempre troppo parastatale, che nel secondo Dopoguerra si sono insediati nel cuore della Mitteleuropa lombarda, con una certa idea del Vecchio continente (tendenza Altiero Spinelli) e una più che vaga inclinazione a rendere la politica permeabile al condizionamento delle élites. Alessandro Giuli, il Foglio.
A volte penso che la vera fine del vecchio Pci sia iniziata allora, quando divenni sindaco di Bologna. Da quel momento in poi cominciò ad avvitarsi. Dopo il mio mandato paracadutò qui Cofferati, che non era di Bologna, non conosceva la città e nemmeno l’attività di amministratore. Via via il vecchio partito è tramontato, e il sigillo a questo tramonto è stato l’arrivo di Renzi. Giorgio Guazzaloca, ex sindaco di Bologna (Angelo Allegri). Il Giornale.
Chi rileva l’Unità, potrebbe essere anche l’editore di Cavalli e segugi, non è, il mio, un pregiudizio nei confronti di Veneziani. È che non c’entra più nulla. Chi acquista l’Unità, dovrebbe evitare l’equivoco, anche vagamente offensivo, di volersi rifare a quelle radici lì. Sono radici importanti e nobili: hanno generato un grande albero, che adesso è stato abbattuto. Mi pare strumentale illudere le persone che si sentono orfane dell’Unità, come quei medium che provano a illuderti di poter parlare con un tuo caro che non c’è più. Michele Serra (Silvia Truzzi). Il Fatto.
Quando il 18 novembre 1943 mi presentai alla sezione del Partito socialista in via Andrea da Bari, non trovai disponibilità all’accoglimento. Ebbi un primo scontro con il Collegio dei probiviri. I compagni della Commissione mi sottoposero a un lungo interrogatorio: «Perché ti iscrivi al Partito socialista? Perché ti iscrivi a un partito di sinistra? Perché non continui a studiare?». Perfino: «Ma la ragazza non ce l’hai?». Io risposi irritato: «Ma che c’entra la ragazza, è incompatibile con il socialismo?». Dissi che mio padre era ferroviere, le obiezioni caddero: due dei tre probiviri erano ferrovieri! Rino Formica (Silvia Truzzi). Il Fatto.
Il Corano, per i musulmani, proviene direttamente da Allah di cui è la parola unica e definitiva. Esso è increato come Lui e tutto ciò che noi possiamo sapere di Lui e tutto ciò che Egli vuole dai sui fedeli è scritto nelle sue pagine. Anche il Corano ha una esegesi. Ma questa può essere fatta solo da grandi dotti e i suoi passi non possono venirne storicizzati, cioè ricondotti ad una particolare circostanza o ad un particolare momento storico. L’esegesi consiste nello scavarli e riscavarli più a fondo facendone emergere l’infinita ricchezza. I corrispondenti dei seminari cristiani, le scuole coraniche, sono molto diverse. Francesco Alberoni. il Giornale.
Sono passati tanti di quegli anni che nessuno si ricorda più se il primo uomo sia stato Adamo o Caino. Chi ha cominciato ricerche più approfondite, chi prende tranquillanti, chi ricorda tempi più sereni in cui il leone dormiva con l’agnello, chi dice che questa era tutta propaganda. Il risultato però è la sensazione che ci si stia avvicinando alla Creazione punto Due, o almeno a un diluvio universale, in cui non ci si potrebbe affidare a un barcone come la prima volta. Massimo Bucchi, scrittore satirico. ilvenerdì.
Ci sono cretini che hanno visto la Madonna e ci sono cretini che non hanno visto la Madonna. Andrea Gentile, Volevo tutto. Rizzoli.
Le cognizioni del Maldifassi erano molte. Oltre ai denti, sapeva curare gli eczemi, le malattie della pelle in genere; ma soprattutto aveva il segreto di alcuni rimedi contro le rughe precoci, il rilassamento dei seni e le altre deformazioni del corpo che le donne curerebbero a costo della vita, nonché dell’onore. Piero Chiara, Il balordo. Mondadori, 1987.
Cominciano ad abituarci al sole, ma le mosche sono spaventose. Uno non può sollevare un pezzo di pane e marmellata dal piatto alla bocca senza che sia subito coperto di mosche. Esse ronzano attorno alla testa, agli occhi, alla bocca e alle orecchie. Abbiamo preso ogni precauzione con i viveri e le latrine, ma come impedire agli uomini di buttare via i resti del rancio e immondizie, o obbligarli a usare la latrine anche di notte, quando la dissenteria li fa alzare magari quindici volte durante il sonno? Paolo Caccia Dominioni, Alamein. Longanesi, 1966.
«I libri non vanno letti, vanno arati», diceva agli studenti che stravedevano per lui. «Guai all’uomo di un solo libro ma guai agli uomini che si fanno soltanto sui libri». Quindi, quasi un suo slogan era «In università si va perché ci sono i libri». Vittorio Beonio Brocchieri in Luciano Simonelli, Dieci giornalisti e un editore. Simonelli editore.
La neve è la pioggia intirizzita. Roberto Gervaso. il Messaggero.
Paolo Siepi, ItaliaOggi 8/5/2015