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 2015  maggio 05 Martedì calendario

PERISCOPIO

La debolezza di Renzi deriva dal fatto che non si esce dalla crisi e l’80% delle riforme in corso non interessa i cittadini. Renzi è destinato a indebolirsi sempre più, man mano che le riforme non riescono a decollare o escono con il contagocce. Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia. La Stampa.

L’era del berlusconismo duduista si è aperta alla fine del 2012, con la nascita di Dudù, diventato, in pochi giorni, una star mediatica. Due anni fa, poi, è arrivata anche Dudina, dono dell’azzurra più animalista di corte, Michela Vittoria Brambilla, la cosiddetta rossa salmonata. Nel suo intimo, B. deve considerare la Brambilla una vera piaga d’Egitto e poco incline a farsi i fatti suoi in quel di Calolziocorte di Lecco. Fabrizio d’Esposito. Il Fatto.

Il Giornale dedicò a Silvio Berlusconi un ritratto immortale: «Berlusconi tiene ritmi insostenibili: nell’arco di poche ore studia leggi e bilanci dello stato, scrive articoli e discorsi, confronta modelli econometrici di stampo opposto fra loro per verificare l’impatto delle sue idee nella legislazione italiana, lavora ai programmi e alla sua squadra di governo. (...) Segretarie e collaboratori si alternano, con diversi turni, mentre il Cavaliere sembra l’omino delle pile Duracell: chi scrive riesce a stento a girare lo zucchero nella tazzina del caffè nello stesso tempo in cui il presidente di Forza Italia fa almeno tre cose». Gian Antonio Stella. Sette.

Il comunismo è stato sconfitto anche per i suoi evidenti demeriti. Invece di allargare le basi del potere lo ha ristretto nelle mani di una nomenclatura scandalosamente privilegiata. Ha sollevato moltitudini dalla fame, ma non è riuscito a diffondere il benessere: la vita è fatta anche di piacere, non solamente di dovere. E il comunismo ha grandemente limitato la libertà di movimento e di pensiero che sono il pane dell’anima. Michele Serra. il venerdì.

Dei partiti non mi frega proprio niente. E lo dico da ex comunista e soprattutto da democratico. Il degrado ormai è dilagante. Io, per fortuna, sono rimasto a Pericle, alla democrazia che non è la maggioranza ma il consenso del dissenso. Andrebbe scolpita nelle pietre questa frase, ovunque. Il concetto di democrazia degli italiani è avere favori da chi ha il potere e cambiare per averne altri ancora, quando il potere cambia direzione. Gli italiani, in questo, sono meschini e voltagabbana. Davanti alla politica esprimono davvero il loro peggio. E posso allora dire che non me ne frega un cazzo della politica. È la conclusione alla quale sono ormai arrivato da tempo. Roberto Vecchioni, cantautore. Il Fatto.

Raggiungere un’aurea mediocritas è la speranza di Roberto Speranza: per ora infatti sulla mediocritas non si discute, ma l’oro scarseggia. È un vero politico, in ogni caso. Marco Palombi. Il Fatto.

Indro Montanelli abbandonò il Giornale per fondare un nuovo fallimentare quotidiano, la Voce, e nel far questo, esercitò un ricatto morale per menare seco tanti giornalisti che rimasero in mezzo alla strada quando ben presto, e inopinatamente, La Voce chiuse, mentre per Montanelli avvenne un trionfale rientro al Corriere; vi tornò da sinistra, dopo esserne uscito da destra: con questo, sputò sulla sua stessa vita. Paolo Isotta, La virtù dell’elefante. Marsilio. 2014.

Uno come Gino Bartali che aveva già vinto Giro d’Italia e Tour de France, che cosa ti combina nell’inverno del 1943, durante la guerra? Corre quasi ogni giorno, ma non per vincere coppe o titoli. Corre per salvare vite umane, vite di antifascisti e di ebrei minacciate dalle leggi razziali di Mussolini. Diventa una staffetta al servizio di una rete clandestina. «Se ti scoprono, ti fucilano», lo avverte il cardinale di Firenze Elia Angelo Dalla Costa nel consegnargli l’incarico con il rabbino Nathan Cassuto. Ma Gino non si ferma. Finge di allenarsi, in realtà trasporta documenti falsi, nascosti nei tubi del sellino e del manubrio. Migliaia di chilometri percorsi avanti e indietro da Firenze ad Assisi, dove funziona una tipografia clandestina che consegna nuovi documenti, nuove identità alle famiglie ricercate da fascisti e nazisti. Sono più di 800 gli ebrei che hanno avuto salva la vita grazie al suo coraggio silenzioso. Oliviero Beha (Salvatore Giannella). Sette.

L’Ucraina è un’eccezione, lì i soldati, ancora (per poco), si vedono, ma è un equivoco che rientrerà presto in Russia. D’altronde la conflittualità militare (eufemismo) è sempre stata lo sviluppo dell’economia con altri mezzi. Solo che adesso è più complicato perché tutti i civili vorrebbero arruolarsi. Per salvarsi (statisticamente) la pelle. Massimo Bucchi. il venerdì.

Nelle madrasse si impara il Corano a memoria, si studia la lingua araba, l’esegesi coranica, l’esegesi della sharia (il diritto islamico), e infine l’esegesi degli hadit e delle azioni del profeta. È un universo autosufficiente e chiuso in cui qualsiasi altra interpretazione o spiegazione psicologica, storica, sociologica o antropologica sarebbe considerata blasfema. Francesco Alberoni. il Giornale.

Stando ai miei calcoli, Gianni Agnelli è il defunto italiano che ha goduto del maggior numero di partecipazioni. Su Corriere, Repubblica e Stampa nei giorni successivi alla sua morte ho contato ben 1.234 annunci, 620 soltanto sul quotidiano di famiglia .Il 20 agosto 1954, all’indomani della morte di Alcide De Gasperi, sulla Stampa si potevano leggere solo le necrologie dei signori Buratti, Giorelli, Ghirardo, Chiavarino, Trifiletti e Rastrelli. Nessuno che piangesse lo statista, manco la Fiat. Se penso alla caterva di annunci usciti per la morte di Giulio Andreotti... Io sono fermo a Giovanni Marcora. Pranzavamo insieme almeno una volta al mese e gli telefonavo ogni mattina, alle 7 in punto, per avere notizie. Nel portafogli teneva, riassunto, il bilancio dello stato. Guido Vigna, giornalista (Stefano Lorenzetto) Il Giornale.

Scrivo in uno studio chiuso a chiave. Nello studio non ho telefono. Il telefono parla anche quando è muto. Ho bisogno di silenzio. Ferdinando Camon, La mia stirpe. Garzanti. 2011.

Ieri sono stato buttato fuori dalle docce pubbliche. Il custode si è accorto che avevo bloccato la gettoniera (di solito un gettone dura 5 minuti di doccia). Mi ha rinviato a giudizio senza comunicarmi che ero indagato. Ma il fatto non sussiste. Un bacio, Tuo Carlone. Maurizio Milani, scrittore satirico. Il Foglio.

Sto diventando sordo. Non credo più nemmeno alle mie orecchie. Roberto Gervaso. il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 5/5/2015