VARI 5/5/2015, 5 maggio 2015
APPUNTI PER GAZZETTA - PROTESTA CONTRO LA RIFORMA DELLA SCUOLA
ROMA - ROMA - Decine di migliaia di persone sono scese in piazza questa mattina in tutta Italia per protestare contro la riforma della scuola del governo Renzi, per uno sciopero generale che alcuni sindacalisti hanno definito "il più grande di sempre". L’adesione, secondo i sindacati, ha sfiorato quasi l’80%. Al fianco dei docenti, principali protagonisti della protesta, anche tanti studenti: 25mila a Roma, 20mila a Milano, 15mila a Bari, 5mila a Cagliari, 10mila a Palermo e 5mila a Catania, "tutti in piazza - si legge in una nota dell’Unione degli Studenti - per dimostrare una comune contrarietà al ddl scuola del Governo Renzi, promuovendo gli spezzoni sociali ’La scuola e la democrazia sono #nellenostremani’".
Sette le manifestazioni principali organizzate dai tre sindacati confederali con Gilda e Snals: Aosta, Milano, Roma, Bari, Catania, Palermo, Cagliari. L’ala Cobas - Usb, Unicobas, Anief e sigle minori - ha manifestato in dodici città (tra cui Torino). L’ala Cobas sciopererà anche domani e martedì 12 per tentare di boicottare i test Invalsi.
Ma il premier difende il ddl: "La scuola è una grande occasione, deve creare cittadini, non solo lavoratori ma quando abbiamo dei numeri come quelli che abbiamo" con i dati sulla "disoccupazione vuol dire che il sistema di formazione va cambiato", ha detto il premier Matteo Renzi parlando al termine della visita all’azienda Stahlbau Pichler di Bolzano."Ci sono tante persone che oggi protestano, noi ascoltiamo, perché è giusto ascoltare, parlare", ma "siamo il primo governo che mette 3 miliardi sulla scuola", ha aggiunto. "Copieremo il modello di formazione duale del Sudtirolo"., ha annunciato il premier. "Qui in Alto Adige la disoccupazione giovanile è solo un quarto di quella nazionale e un sesto oppure addirittura un settimo di quella di alcune Regioni del sud", ha sottolineato Renzi. "Non vogliamo cancellare l’istruzione classica, ma puntare sull’alternanza scuola-lavoro". Più tardi, parlando a Trento, il premier ha insistito: "Il tema scuola per me è un tema chiave. Poi nel merito continueremo a discutere nei prossimi giorni: sulle assunzioni di determinate categorie piuttosto che di altre e sull’organizzazione del sistema scolastico. Siamo pronti ad ascoltare e condividere", fermo restando però il principio dell’autonomia. E ha aggiunto: "Se noi crediamo in questa riforma della scuola cambieremo l’Italia, se no non andremo da nessuna parte".
"Rispetto per lo sciopero, come è doveroso che sia, ma rispetto per il governo che fa il suo lavoro, propone un progetto educativo molto innovativo e rispetto per il Parlamento che è il portatore delle istanze di cambiamento del provvedimento stesso", ha detto il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. "La riforma della scuola sta procedendo con un dibattito parlamentare che tiene conto di tutto il dibattito, anche quello che è stimolato dagli insegnanti". Per il ministro, il metodo seguito dal governo è "ineccepibile". Il testo,
ha spiegato il ministro, "è aperto, non abbiamo scelto il ddl in maniera casuale. Abbiamo scelto il disegno di legge perché pensiamo che la scuola sia un tema centrale nell’agenda politica del governo, che la scuola sia il bene centrale della comunità e quindi lavorare in questo modo significa dare spazio a un dibattito parlamentare dopo i due mesi della consultazione".
Disponibilità ad ascoltare gli insegnanti è arrivata dal presidente del Senato, Piero Grasso: "C’è la disponibilità del Senato a sentire i docenti che oggi hanno scioperato. Perché per la buona scuola - ha aggiunto - serve un confronto positivo per arrivare a soluzioni possibilmente condivise. La scuola è dei docenti e dei ragazzi ed è il futuro del Paese". Il Presidente del Senato ha citato don Milani facendo riferimento "all’arte di camminare per mano. I docenti ed i ragazzi nella vita rappresentano una scuola di libertà e anche quella di scioperare". "La repressione - ha aggiunto - non è sufficiente in terra come questa infestate dalle mafie perché esse fioriscono dove la cultura manca. Gli insegnanti in questo percorso di tutela della legalità hanno un ruolo fondamentale".
"#Scioperoscuola #5maggio merita attenzione e rispetto. Spero che docenti abbiano risposte adeguate. Scuola pubblica è vitale per la ripresa" è il tweet chepostato dalla presidente della Camera, Laura Boldrini.
LE RAGIONI DELLO SCIOPERO / GUIDA: PRO E CONTRO LA RIFORMA
Grande adesione. I più partecipati a Roma e Milano, dove a fianco di insegnanti, personale della scuola e studenti, hanno sfilato i segretari generali dei sindacati confederali e autonomi e molti esponenti politici, anche del Pd. Stefano Fassina, che ha manifestato nella Capitale, è stato oggetto di un’accesa contestazione da parte di alcuni insegnanti. Tra i primi commenti politici, quello del parlamentare Pd Pippo Civati, in piazza a Roma, secondo il quale "questo è uno sciopero non politico, perché la politica non rappresenta più nessuno, perché il Pd ha tradito i suoi impegni elettorali e ha fatto una riforma della scuola lontanissima dalla nostra cultura politica".
Il corteo è partito da piazza della Repubblica, preceduto da alcuni flash mob degli studenti: "siamo in centomila", hanno detto gli organizzatori. Corteo anche a Bolzano, dove oggi è atteso il premier Renzi per un incontro di partito. Sua moglie, insegnante a Pontassieve, questa mattina sta svolgendo invece regolarmente le sue lezioni.
Non scioperano diversi presidi, invece, esplicitamente favorevoli al disegno di legge del governo, "La buona scuola". Il primo blitz, all’alba, degli studenti universitari davanti al ministero dell’Istruzione. Nel pomeriggio, invece, un gruppo di studenti si è radunato sotto la sede del Pd al Nazareno. Al grido di ’No alla scuola privata’, ’Si alla scuola pubblica’ e ’per una scuola più democratica’, i ragazzi hanno messo in scena la protesta. Poi, una delegazione di quattro studenti è entrata nella sede del Pd per un incontro con il presidente del partito, Matteo Orfini.
FOTO Ironia e proteste / I volti in piazza
Giannini su idonei: "Una cosa è avere patente, un’altra acquistare una macchina". In un’intervista a Radio 24, questa mattina, ha poi sottolineato che, se da sette anni non c’era uno sciopero generale del comparto, è perché "da sette anni non ci si occupava di scuola per cambiarla". Il ministro ha poi parlato della mancata assunzione degli idonei usando una metafora: "Una cosa è avere la patente, una cosa è acquistare la macchina", precisando che "non hanno vinto un concorso". Mentre riferendosi agli sgravi fiscali per le famiglie che mandano i figli alle scuole paritarie, ha affermato che "equivale a riconoscere la libertà educativa". Della contestata figura dei presidi prevista dalla riforma ha parlato invece, a Radio anch’io, il sottosegretario Davide Faraone, per dire che "sul ruolo del dirigente scolastico il governo non torna indietro. Abbiamo rafforzato sì il ruolo del collegio dei docenti e del consiglio d’istituto, ma il ruolo del preside-sindaco non è in discussione".
MULTIMEDIA
Camusso: "Assunzioni sono atto dovuto"
"Il Governo non sta facendo una elargizione che giustifica il peggioramento della scuola: sta facendo un atto che era dovuto alla sentenza della Corte, al fatto che non ci sono gli insegnanti e si è creato il precariato". Lo ha detto, in merito all’assunzione dei precari, il leader della Cgil Susanna Camusso."Le assunzioni - ha aggiunto - sono necessarie e non possono essere utilizzate come uno strumento di divisione e contrapposizione tra gli insegnati e i precari. C’è bisogno di avere poi - ha aggiunto la leader Cgil - un scuola pubblica che permetta davvero ai ragazzi e alle ragazze di partecipare. C’è il tema dell’effettivo diritto allo studio. C’è bisogno di libertà di insegnamento e di un funzionamento della scuola come una comunità - ha concluso - perché la scuola è una comunità ed è necessario cambiarne la filosofia".
da Piera Matteucci 10.50
Un migliaio in piazza ad Aosta
Un corteo di circa mille persone, tra insegnanti, studenti e genitori sta sfilando nel centro di Aosta contro la riforma della scuola proposta dal governo Renzi e in discussione in Parlamento. Gli slogan degli striscioni: ’No alla rottamazione della scuola’, ’Contro il ddl dei padroni’, ’Precari usa e getta’. I sindacati valdostani della scuola chiedono anche, al governo regionale, di non applicare in toto la normativa nazionale beneficiando delle prerogative della Regione autonoma.
da Piera Matteucci 10.51
Sindacati: "A Palermo seimila in corteo"
Sono partiti da piazza Marina studenti, professori, precari e personale amministrativo della scuola che anche a Palermo, come in altre sei piazze italiane, sono scesi in piazza contro la riforma della scuola voluta dal governo Renzi. Secondo i sindacati sono circa seimila i manifestanti che stanno percorrendo le strade del centro intonando cori e slogan. Il corteo si snoda controllato da polizia, carabinieri e vigili urbani. Al momento la testa del corteo è in via Roma (dove ha incrociato qualche centinaio di studenti partiti da piazza Verdi), mentre la coda è ancora in fondo a corso Vittorio Emanuele, a circa 200 metri. Il concentramento per i comizi è previsto a piazza Verdi.
da Piera Matteucci 10.52
Camusso: "Modifica ddl? C’è grande arroganza"
"Io penso che ci sia una arroganza infinita che è quella di rispondere ad ogni obiezione con il tirare dritto, cioè con l’assenza di argomenti, senza l’idea di come bisogna cambiare. Un Paese normale guarderebbe alla reazione che c’è nel mondo della scuola e proverebbe a discutere scelte diverse", ha detto il leader della Cgil Susanna Camusso.
da Piera Matteucci 10.53
Cgil: "Grande manifestazione" a Milano.
"Una grande manifestazione come non si vedeva da tempo". È il giudizio del segretario generale della Cgil della Lombardia, Elena Lattuada, sul corteo della scuola a Milano. "Sono scesi in piazza - spiega - insegnanti, studenti e cittadini in una grande alleanza per i diritti". Secondo la sindacalista, "dopo pochi giorni Milano accoglie una nuova grande manifestazione" ha detto riferendosi al recente corteo ’Non toccate Milano’ dopo le distruzioni dei black bloc di venerdì scorso.
da Piera Matteucci 10.54
Vendola in piazza "contro pessima riforma"
"Sono in piazza, in dissenso a una pessima riforma contro gli studenti e contro gli insegnanti, costruita all’insegna dell’autoritarismo propagandistico di Matteo Renzi. La scuola pubblica, che cade letteralmente a pezzi e si regge sul lavoro encomiabile di tanti insegnanti molti dei quali i precari, continua a essere bistrattata e svilita. Basta!". Lo scrive su Facebook Nichi Vendola, leader Sel.
da Piera Matteucci 10.55
da Piera Matteucci 10.56
A corteo contestato Stefano Fassina
Contestazione al corteo della scuola che si sta svolgendo a Roma verso l’esponente del Pd Stefano Fassina. Il parlamentare che sta sfilando insieme ad insegnanti, precari e studenti, è stato avvicinato da alcuni insegnanti che lo hanno accusato di scarsa opposizione all’interno del Partito democratico invitandolo a lasciare lo stesso corteo. Ne è nato un breve ed acceso alterco nel quale lo stesso Fassina ha rivendicato, invece, il suo impegno contro le politiche del governo Renzi, anche se all’interno del partito. "Quello che le dite e le vostre lotte - ha detto Fassina - le condivido tanto che sono qui". Ai giornalisti che, poi gli hanno chiesto un commento dopo l’accaduto ha risposto: "Giustamente qui c’è gente arrabbiata con il Pd. Ci sono anche persone che hanno votato Renzi, ma che oggi si sentono offese e umiliate".
da Piera Matteucci 10.58
La manifestazione di Milano
da Piera Matteucci 10.59
200 in corteo a Napoli verso Prefettura
Alcune centinaia di studenti - 200 secondo le forze dell’ ordine - sono partiti in corteo da Piazza Mancini, a Napoli diretti in piazza Plebiscito nell’ ambito della giornata di sciopero nazionale della scuola. Il corteo ha imboccato il Corso Umberto e si dirige verso la Prefettura, dove la manifestazione dovrebbe concludersi.
da Piera Matteucci 10.59
Massiccia partecipazione a corteo di Isernia
Sfiora il 98% l’adesione allo sciopero della scuola in provincia di Isernia. Docenti, studenti e personale Ata hanno aderito in massa al corteo che sfila per le strade della città per dire no al Ddl ’Buona Scuola’ del governo Renzi. Mai nella provincia pentra si era registrato un dato così alto. Alcune scuole sono state chiuse, come il Liceo Scientifico ’Majorana’, perchè non era garantita la sorveglianza agli alunni. Il corteo sta attraversando le principali strade della città e si scioglierà in via Berta davanti alla sede del’Ufficio Scolastico Provinciale dove docenti e alunni leggeranno alcuni articoli della Costituzione. Uno studente ha inviato un messaggio a Fiorello, che in questi giorni si trova ad Isernia per il suo spettacolo, chiedendogli di unirsi ai manifestanti. I manifestanti, durante il corteo, oltre agli slogan, stanno inviando fischi all’indirizzo del Governo. Dai balconi tanta gente sta manifestando solidarietà al personale della scuola.
da Piera Matteucci 11.02
da Piera Matteucci 11.04
A Cagliari con studenti in piazza anche operai Sulcis
Scuole vuote o semi deserte anche a Cagliari. E strade e piazze piene. Ci sono cartelloni con le scritte di tanti istituti, poi i sindacati, con una marea di bandiere biancoverdi (Cisl), rosse (Cgil e Cobas), gialle (Gilda) e azzurre (Uil). Il messaggio lo lanciano sinteticamente, e a modo loro, gli studenti. "Vogliamo una scuola #buonaxdavvero)", si legge in uno striscione. Professori, maestri, personale Ata, ragazzi delle superiori. E c’è anche qualcuno delle medie. E poi scuole dell’infanzia e primarie. A supporto anche i metalmeccanici, giunti dal Sulcis con i loro caschi da lavoro. Tra loro anche gli ex Alcoa ed ex Ila di Portovesme. Oltre cinquemila persone alla partenza anche a Cagliari da piazza Giovanni XXIII per una delle sette manifestazioni nazionali contro la Buona scuola di Renzi. Il via alle 10. In prima fila i sindacati con lo striscione "Sciopero generale, l’unione fa la scuola". Poi i lavoratori. Anche con messaggi molto chiari. "Non vi votiamo più. E siamo in tanti". Molto rumore: fischietti, ma anche trombe, tamburi e una chitarra. Quelli che fanno più chiasso naturalmente sono gli studenti: slogan, salti, piccole corse in avanti. Un corteo lunghissimo: attraverserà tutto il centro passando per via Dante, via Paoli, via Sonnino, via Roma sino a raggiungere piazza del Carmine. Strade chiuse al traffico e auto bloccate nelle strade intorno al percorso della manifestazione.
da Piera Matteucci 11.05
Migliaia a Catania: "Quella buona siamo noi"
’La buona scuola siamo noi’: è lo striscione maggiormente ’ripetuto’ nel lungo e variegato corteo che sta attraversando il centro di Catania per protestare contro la riforma proposta dal Governo Renzi. Vi partecipano alcune migliaia di persone: sindacalisti, studenti, insegnanti, ma anche esponenti politici e disoccupati. Tra gli slogan più scanditi: "La scuola statale è patrimonio nazionale". Alcuni insegnanti hanno in mano un ’campanaccio’ da mucca, e una di loro spiega: "è la nuova campanella, povera come la scuola che disegnando il governo Renzi" che, sostengono altri suoi colleghi, "vuole privatizzare l’istruzione". Il corteo, partito da piazza Europa, è fermo davanti la facoltà di Economia in corso Italia. Il comizio finale è previsto in piazza Roma. Il traffico nel centro della città è paralizzato.
REPUBBLICA.IT
I prof si ribellano alla Buona scuola e scendono in piazza. La riforma proposta al Parlamento dalla coppia Renzi-Giannini, dopo quasi sette anni, martedì 5 maggio porterà in sciopero almeno mezzo milione di docenti e Ata. La discussione sui contenuti del disegno di legge presentato alla Camera sta accendendo gli animi dei diretti interessati e degli esponenti politici che si apprestano a combattere la battaglia parlamentare. Ma cosa prevede il provvedimento depositato qualche settimana fa? E quali sono i motivi che hanno indotto il popolo della scuola alla mobilitazione contro premier e ministro?
Il Piano assunzioni. E’ pronto un piano da 100mila assunzioni che si pone come obiettivo la chiusura delle graduatorie provinciali dei supplenti e il definitivo superamento della stagione del precariato scolastico in Italia. Tra i 100.701 insegnanti che a settembre potrebbero coronare il sogno del posto stabile rientrano tutti gli inclusi nelle liste dei precari della scuola primaria, media e superiore e i vincitori dell’ultimo concorso a cattedre. Rinviata per il momento l’assunzione degli insegnanti della scuola dell’infanzia, interessata dalla riforma 0-6 che dovrebbe coordinare i servizi per l’infanzia da zero a sei anni: nidi e scuole materne. In questi ultimi giorni, diversi esponenti del governo non hanno nascosto le proprie perplessità per una protesta che si contrappone anche al mega piano di assunzioni con 100mila posti in palio.
- Le obiezioni. Ma, secondo quanto rilevato da tutti i sindacati, la proposta dal governo è una soluzione solo a metà: dal piano restano fuori gli idonei all’ultimo concorso, in un primo momento assunti anche questi, e migliaia - forse più di 50mila - precari d’istituto, che hanno prestato servizio per anni, cui verrebbe dato il benservito. E, al momento, il governo non dà nessuna risposta alla sentenza che a novembre ha condannato l’Italia per abuso di precariato nella scuola. Anzi, stabilisce che dopo tre anni di supplenze si viene "licenziati".
Il preside-sindaco. L’idea che ha in mente Renzi è quella di rilanciare la scuola assegnando più potere ai dirigenti scolastici. Tra le competenze del capo d’istituto è prevista la compilazione del Piano triennale dell’offerta formativa della scuola - il documento politico-organizzativo dell’azione educativa - che svuota gli organi collegiali di importanti poteri deliberanti. Passa nelle mani del capo d’istituto la valutazione dei docenti neo immessi in ruolo e toccherà sempre al dirigente scolastico premiare, con un corrispettivo in denaro, gli insegnanti più bravi. Il preside dell’era Renzi potrà inoltre scegliere i docenti dagli albi territoriali in cui verranno piazzati i 100mila nuovi assunti e potrà "strappare" alle altre scuole i docenti migliori.
- Le obiezioni. La novità del preside con i superpoteri ha spaventato perfino alcuni diretti interessati e terrorizza gli insegnanti che già immaginano una scuola con un deus ex machina o un dittatorello che potrà fare il bello e il cattivo tempo. Insomma, i docenti non si fidano affatto dei loro dirigenti scolastici e forse non li considerano neppure all’altezza del gravoso compito. E’ questo uno dei motivi più pressanti che porterà in piazza i docenti a maggio.
Scuole più autonome. Il piano di assunzioni e il preside "a trazione integrale" serviranno a realizzare, dopo quasi vent’anni, l’autonomia scolastica con risorse di personale ed economiche adeguate. Per queste ultime, oltre ai finanziamenti statali, sono previsti altri due canali: l’eventuale destinazione alla scuola del 5 per mille dalla dichiarazione dei redditi annuale da parte dei genitori e lo "school bonus", eventuali donazioni in denaro da parte di privati. E gli istituti superiori potranno anche organizzare il curriculum dello studente, con materie aggiuntive da scegliere negli ultimi anni del percorso della secondaria di secondo grado. E’ anche previsto il potenziamento della musica e dell’educazione motoria all’elementare e dell’economia e della storia dell’arte al superiore. E un piano per sviluppare le competenze digitali degli studenti.
- Le obiezioni. Ma sulle nuove modalità di finanziamento sul governo sono piovute critiche feroci. La paura è che, nonostante la quota perequativa del 10 per cento prevista dal disegno di legge, si accentuino i divari tra scuole frequentate dalle élite e gli istituti ubicati in contesti disagiati.
Legame più stretto tra scuola e aziende. Si tratta della ricetta messa in campo dal governo per combattere l’enorme dispersione scolastica di cui soffre il nostro sistema educativo. Ma si tratta anche di un modo per avvicinare l’offerta formativa delle scuole e la domanda di professionalità delle imprese che spesso non riescono a reperire sul mercato alcune figure. Sarà l’alternanza scuola-lavoro - con almeno 400 ore in azienda nei tecnici e nei professionali nell’ultimo triennio e 200 ore nei licei - lo strumento per realizzare questi obiettivi.
- Le obiezioni. Coloro che criticano l’intero impianto della riforma temono che la scuola venga piegata eccessivamente sul lavoro perdendo, almeno in parte, la dimensione educativa che ha avuto finora. Proprio quando la ministra Stefania Giannini ha iniziato a parlare di questo aspetto della riforma, alla festa dell’Unità di Bologna, è scoppiato il putiferio.
Edilizia scolastica. E’ uno dei punti centrali, come ha detto nel suo discorso di insediamento il premier, dell’azione di governo. Sono quattro i miliardi di euro che si spenderanno nei prossimi anni per curare i?l sistema edilizio scolastico del Paese, con 36mila edifici non in regola. Tra gli obiettivi del governo, c’è quello di costruire "scuole innovative" e di prevedere "misure per la valorizzazione e la sicurezza degli edifici scolastici". Ma, nonostante gli sforzi prodotti in un anno di governo, soffitti e infissi continuano a cadere. E gli scettici si convincono che non è cambiato nulla.
Paritarie e benefit per i docenti. Tra le polemiche di coloro che non vorrebbero che lo stato finanziasse neppure con un euro gli istituti privati, arriva la detraibilità delle spese sostenute per la frequenza delle scuole paritarie - dell’infanzia e del primo ciclo - con un tetto massimo di 400 euro ad alunno per anno. Uno scherzetto che costerà alla collettività 100 milioni di euro all’anno e si aggiungerà ai 472 milioni erogati ogni anno al sistema scolastico non statale. In compenso, ogni insegnante della scuola statale avrà a disposizione una Carta con 500 euro annui per spese culturali: acquisto di libri, software, abbonamenti teatrali ed altro.