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 2015  maggio 05 Martedì calendario

Grano per Sette - La GGG, Global Grain Group, ha acquistato il 51% del Canadian Wheat Board, che rappresenta gli interessi dei coltivatori di frumento in Canada

Grano per Sette - La GGG, Global Grain Group, ha acquistato il 51% del Canadian Wheat Board, che rappresenta gli interessi dei coltivatori di frumento in Canada. Dietro la GGG c’è la Salic, società finanziaria dell’Arabia Saudita, di proprietà pubblica, creata tre anni fa per investire nell’agricoltura e nell’allevamento. Ha una filiale a Londra e proprietà terriere in Polonia. Nell’annata 2014/2015 si prevede una produzione mondiale di grano pari a 725 milioni di tonnellate (dati Fas-Usda). L’U.E. contribuisce con 156 milioni di tonnellate. Maggior produttore di frumento dopo l’Unione europea: Cina (121,7 milioni di tonnellate). Poi: India (93,5); Stati Uniti (60); Russia (52,1); Canada (37,5) (dati Fao del 2013). Maggiori produttori europei: Francia (38,6 milioni di tonnellate) e Germania (25). L’Italia produce 7 milioni di tonnellate, pari a poco più del 50% del proprio fabbisogno complessivo di cereali e semi oleosi. L’Italia importia più del 50% del grano tenero e il 30-40% del grano duro che consuma. I due generi più diffusi di frumento sono il grano comune o tenero (Triticum vulgare), la cui farina viene impiegata per produrre pane e prodotti da forno (grissini, cracker, biscotti, dolci), e il grano duro (Triticum durum), ideale per preparare pasta alimentare. Nei paesi caldi e aridi sono di solito coltivati i grani duri, che sopportano scarsità di pioggia. Il frumento, da sempre considerato dono di qualche divinità: Brahma in India, Iside in Egitto, Demetra in Grecia, Cerere a Roma (da cui il nome “cereale”). Strabone, storico e filosofo nato nel 63 a.C., lo riteneva originario delle rive dell’Indo; per Linneo proveniva dalla regione caucasica; per lo storico francese Dureau de Lamalle dall’Egitto, dall’Etiopia secondo il suo collega Thiebaud de Bernard. La zona d’origine più probabile sembra essere la Mesopotamia. Il frumento o grano è un cereale che appartiene alla famiglia delle graminacee. I primi tipi di grano, tra cui il farro, venivano coltivati già 4.500 anni fa. Il farro è la più antica tipologia di frumento coltivato dall’uomo: le sue origini si fanno risalire addirittura al Neolitico. I chicchi di grano si chiamano anche cariossidi. Il grano possiede quattro volte più geni degli esseri umani e un genoma di 17 miliardi di nucleotidi, oltre cinque volte più grande del nostro. Ha così tanti geni perché deriva dalla fusione di tre piante diverse: due graminacee e una erbacea. La leggenda dell’uomo che fece scoprire il gioco degli scacchi al faraone. Chiese per ricompensa un chicco di grano per la prima casella della scacchiera, due per la seconda, quattro per la terza e così via. Il numero totale dei chicchi di grano è due alla sessantaquattresima meno uno, pari a 18.446.744.073.709.551.615, circa 18 miliardi di miliardi. Per i popoli biblici il frumento era ritenuto così importante che spesso parlando di esso si usava anche la parola «carne» (Levitico 2,1 e 6,15). Le farine dei Romani. Pollen, fior di farina ottenuto da qualsiasi cereale e setacciato con un attrezzo chiamato cribrum pollinarium. Flos, fior di farina ottenuto dal frumento chiamato siligine (con la quale si faceva il pane migliore). Siligo, farina di media finezza ottenuta dalla siligine. Similago o simila, farina di media finezza ottenuta da un grano duro (la più pregiata era quella proveniente dall’Africa). Alica, farina ottenuta da un grano duro, la migliore era quella campana. Cibarium, farina grossolana con crusca. Pultes iulianae, ricetta dei Romani: «Metti a bollire in acqua l’alica pulita. Dopo che avrà bollito versa dell’olio, gira fino a quando diventa densa. Aggiungi due cervella scottate e mezza libbra di polpa sminuzzata, pestala insieme alle cervella e metti nel tegame. Trita del pepe, del ligustico e alcuni semi di finocchio, bagna di salsa e di poco vino, getta nel tegame sopra le cervella e la polpa. Quando tutto avrà bollito abbastanza mescola con cura». Le leggi frumentarie, emanate all’età dei Gracchi, circa dal 200 a.C.: si trattava di disposizioni legislative per favorire il commercio di una certa quantità di grano (cinque modii, ovvero circa 44 litri al mese) a costi ridotti per le classi meno abbienti. La razione giornaliera di frumento per i soldati romani era di circa 865 grammi nel II sec. a.C., aumentata a un chilo ai tempi di Cesare. Quando i sldati dovevano essere puniti, anziché frumento, veniva dato loro dell’orzo. A Roma, appena fuori da Porta Maggiore, il monumento eretto alla gloria dei fornai. Simile ai recipienti in cui veniva impastata la farina, reca l’epigrafe «Est hoc monimentum Marcei Vergilei Eurysacis pistoris, redemptoris, apparet» (“Questo sepolcro appartiene a Marco Virgilio Eurisace, fornaio, appaltatore, apparitore”). Presso gli egiziani, i greci e i romani, i mulini per macinare il grano erano mossi da animali, schiavi, cittadini poveri, delinquenti condannati. Il mulino ad acqua fu inventato nei Paesi del bacino orientale del Mediterraneo. Il primo documento scritto che ne testimonia l’esistenza risale al I secolo a.C. Il mulino a vento, impiegato in Persia dal VII secolo d.C., viene introdotto in Europa solo nel XII secolo. Il grano contiene il 72% di carboidrati, costituiti per la maggior parte da amido. La quantità di proteine varia dal 7% al 18%. I lipidi costituiscono l’1-2% e sono contenuti soprattutto nel germe. I sali minerali e le vitamine sono nella parte esterna del chicco, quindi sono solo nei prodotti integrali. “Kamut” è il marchio commerciale che la società Kamut International ltd (K.Int.) ha posto su una varietà di frumento, registrata negli Stati Uniti con la sigla QK-77, coltivata e venduta in regime di monopolio. Nel 1987 Bob Quinn, consultando un dizionario dei geroglifici egizi, accanto alla descrizione di grano e pane trovò la parola «kamut». Nel 1989 registrò il nome e fondò la Kamut International. Il cereale marchiato Kamut è il tradizionale khorasan, coltivato da migliaia di anni nella Mezzaluna Fertile. Il khorasan può essere coltivato da chiunque, ma solo gli agricoltori legati all’azienda americana proprietaria del marchio registrato possono usare la denominazione Kamut. Nazareno Strampelli nel 1915 creò una nuova tipologia di frumento, incrociando la varietà Rieti e una varietà tunisina, battezzandola «Senatore Cappelli» in onore dell’uomo politico promotore, all’inizio del XX secolo, della riforma agraria che aveva portato alla distinzione tra grani duri e teneri. Altre ibridazioni di Nazareno Strampelli. “Carlotta Strampelli” (dal nome della moglie), resistente alla malattia chiamata ruggine, al freddo e all’eccessiva fragilità. Poi la incrociò con una varietà giapponese, l’ “Akagomughi”, e ottenne “l’Ardito”. Ebbe un grande successo: maturava 15-20 giorni prima delle altre piante, resisteva al freddo e alla ruggine ed era molto produttiva. Grazie all’ “Ardito” il regime fascista portò avanti la battaglia del grano. «Dove cresceva una spiga di grano ne fece crescere due» (scritta fuori dalla casa di Nazareno Strampelli, a Crispiero, Macerata). La Battaglia del grano, iniziata da Mussolini il 18 luglio 1925 con l’istituzione del Comitato permanente del grano, il cui scopo era studiare e proporre soluzioni per aumentare la produzione del cereale in Italia e limitarne l’importazione. Nel 1922 erano stati prodotti in Italia quasi 44 milioni di quintali di frumento. Per soddisfare il fabbisogno, negli anni 1922-23, l’importazione di frumento arrivò a quasi 32 milioni di quintali, con una spesa di oltre 3 miliardi di lire. La spesa salì ancora di più nel 1925, raggiungendo 3 miliardi e 850 milioni. Con l’aumento della popolazione si calcolava che nel 1950 sarebbero serviti 100 milioni di quintali. La Battaglia del grano portò, nel 1933, a produrre circa 80 milioni di quintali di grano con un risparmio di 4 miliardi di lire. Il grano rappresentava il 71,8% dell’alimentazione degli italiani negli anni Venti. Il consumo medio annuo per abitante, nel quinquennio 1909-1914, era di 167 chilogrammi, che salì a 189 chilogrammi nel quadriennio 1925-1929. In Europa, solo in Francia se ne consumava di più: 199 chilogrammi. Il fabbisogno di grano in Italia alla fine del 1928 era di 77 milioni di quintali per l’alimentazione, più 6 per le semine. Nel 1939 la superficie di terreni coltivati a grano era di 5.225.308 ettari. Nel 1974, irradiando con raggi X la varietà Senatore Cappelli, si ottenne la mutazione “Creso”, dal fusto più basso dell’originale e quindi più adatto alla coltivazione, perché il vento non lo schiaccia ed è più facile alla mietitura. Dagli anni Settanta agli anni Novanta, grazie ai miglioramenti genetici del grano, la resa delle coltivazioni è passata da quattro a sette tonnellate per ettaro. Al tempo dei romani una spiga di grano permetteva di ottenere soltanto cinque chicchi (di cui uno doveva essere tenuto da parte per la semina).