Notizie tratte da: Giuseppe Civati # Il Trasformista. La politica nell’epoca della metamorfosi # Indiana editore Milano 2015 # pp. 104, 12,50 euro., 3 maggio 2015
LIBRO IN GOCCE NUMERO 37
(Il Trasformista. La politica nell’epoca della metamorfosi)
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IL PARTITO DELLE LARGHE INTESE –
Metamorfosi. La più frequentata delle metamorfosi è quella che pretende che la sinistra diventi destra.
Trasformismo. «Trasformismo, brutta parola a cosa più brutta. Trasformarsi da sinistra a destri senza però diventare destri e non però rimanendo sinistri. Come nel cerchio dantesco de’ ladri, non essere più uomini e non essere ancora serpenti; ma rettili sì e rettili mostruosi nei quali le due immagini si perdono, e che invece di parlare ragionando sputano mal digerendo» (Giosué Carducci)
Prodi. Romano Prodi, la vittima più nota del trasformismo degli ultimi venti anni.
Trasformista. «Italiano era del resto il più famoso trasformista di tutti i tempi: quel Leopoldo Fregoli, attore livornese nato nel 1867 e morto nel 1936, la cui specialità consisteva nel cambiare abito e trucco con prodigiosa rapidità. Il suo lungo e indiscusso successo sulle scene di mezzo mondo contribuì certamente alla fortuna del vocabolo e anche alla piegatura semantica che lo identificava in buona sostanza con l’abitudine a mutar casacca con disinvoltura: donde l’uso improprio dei termini “trasformismo” e “trasformista” in riferimento al passaggio di uomini o gruppi da uno schieramento all’altro» (Giovanni Sabbatucci, Il trasformismo come sistema. Saggio sulla storia politica dell’Italia unita, Laterza, pag. 203)
Motivazioni. Tra le motivazioni attribuite, ieri e oggi, al trasformismo: il richiamo alla governabilità; l’appello alla concordia; la necessità di superare la «topografia»; il Progresso.
Indizi. Indizi per riconoscere un trasformista: segni di incertezza circa il principio di non-contraddizione: dichiarazioni palesemente incoerenti e conflittuali; frequentazione di ambienti da sempre contestati ovvero contestazione di ambienti da sempre frequentati.
Diritti/1. «L’articolo 18… L’articolo 18… Io ho sentito qualcuno in televisione che ha detto che noi volevamo togliere dei diritti. Ma l’articolo 18 non tocca il diritto di nessuno che ha un lavoro. L’articolo 18 dice soltanto che chi non ha tutele, perché voi sapete che in Italia abbiamo gli ipertutelati, i tutelati e i “nientetutelati”… Noi vogliamo estendere questo sistema di diritti a chi oggi i diritti non li ha […]» (Silvio Berlusconi, 6 maggio 2012).
Diritti/2. «Noi vi diciamo che vogliamo dare il diritto di avere diritti anche a chi diritti oggi non ce li ha. Noi vi diciamo che il principio del reintegro è assurdo. Vi diciamo che la riforma del lavoro e dell’articolo 18 servono anche perché i giudici devono fare i giudici e gli imprenditori devono fare gli imprenditori […]» (Matteo Renzi) [Claudio Cerasa, Infiltrati alla cena di Renzi, Il Foglio 2014].
Partito. «Il premier Renzi ha fatto diventare le larghe intese un partito politico».
Partito della Nazione. Il «Partito della Nazione» di Renzi, secondo Massimo Cacciari «una boutade populistica per arraffare voti e conquistare un’egemonia attorno alla figura di un leader».
Nomi. Nomi possibili per il Partito della Nazione: «Grand (perché è grand, non c’è dubbio), Old (perché richiama il Partito della Nazione della Prima Repubblica e un certo trasformismo noto fin dalla fine dell’Ottocento), Party.
Alternative TINA («There is no alternative»), il motto della destra conservatrice inglese.
Alternative «Le alternative ci sono sempre» (Roberto Benigni a Ballarò)
Cambiamento «Se il vento del cambiamento non c’è più, iniziamo a soffiare: in un’altra – precisa – direzione» (Giuseppe Civati).
Giorgio Dell’Arti, Domenicale – Il Sole 24 Ore 3/5/2015
Il libro sarà presentato domenica 17 a Torino, al Salone del Libro, Spazio Autori, alle 17,30: con l’autore ne parlerà Armando Massarenti