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 2015  maggio 01 Venerdì calendario

“VINCERE MI HA FATTO RITROVARE ME STESSO E ORA NON MOLLO”

[Intervista a Valentino Rossi] –
Quella di Valentino Rossi è una storia infinita che riesce ad arricchirsi ogni volta di un nuovo capitolo. Il Dottore nei suoi 20 anni di carriera è riuscito a trasformarsi in continuazione, ingannando l’età per fronteggiare avversari sempre più giovani e veloci. È riuscito a rialzarsi dopo essere caduto e ora può guardare i rivali di nuovo dall’alto in basso, dalla cima della classifica mondiale. Non è solo pilota, ma anche maestro con la sua scuola per giovani talenti e manager con l’azienda di merchandising. La priorità rimangono però le corse e quel 10° titolo che non è più un sogno ma un obiettivo.
Valentino, anni fa ha scherzato dicendo che era condannato a vincere. Ora si sente condannato a correre?
«Assolutamente no. Per me correre è sempre stato un divertimento e finché sarà così continuerò a farlo. Quando non mi piacerà più, smetterò. Il segreto sta nel capire se vuoi ancora fare parte del gioco. In qualche modo devi cercare di non pensare a ciò che sei riuscito a fare in passato, essere il più umile possibile e consapevole che più vai avanti e più devi lavorare. Le motivazioni sono fondamentali. Io corro perché mi piace, perché provo un grande gusto quando lo faccio. Il gusto che dà una vittoria è diverso da ogni altra cosa e lavorare per provarlo è un piacere».
Anni fa dichiarò che il suo sogno era quello di ritirarsi da numero 1. Se dovesse vincere il 10° mondiale lo difenderebbe comunque?
«Non so che cosa farò, solo che ho ancora due anni di contratto con Yamaha. Mi sto divertendo e per me è la cosa più importante. Sono contento del lavoro che sto facendo con la mia squadra e questo mi dà tante motivazioni in più».
Cosa significa per lei continuare a vincere dopo vent’anni di carriera?
«Ero già molto felice lo scorso anno, nel finale di stagione, per come stavano andando le cose, ma dopo queste prime tre gare lo sono ancora di più. Essere tornato a giocarmi la vittoria ogni weekend è una grande soddisfazione, sia come pilota sia come uomo. Gli ultimi anni sono stati piuttosto complicati: ho dovuto fare scelte difficili, coraggiose e anche rischiose. Ritrovarmi in questa situazione, primo in campionato, lottare con Marquez è davvero una grande soddisfazione».
Quali sono i valori in campo ora nel campionato?
«Sono sicuro che Lorenzo andrà molto forte nelle prossime gare, quello che ha fatto fino a ora non rispecchia il suo potenziale. Poi penso che Marquez sia veloce, ma a 6 punti da me c’è Dovizioso, un pilota che ha tanta esperienza. Io ho dimostrato di essere forte quest’anno, anche nel corpo a corpo. Marc però deve recuperare punti e sarà più determinato che mai».
Ha mai pensato di non riuscire a tenere testa a Marquez?
«Quando sono tornato in Yamaha ho deciso di mettermi in discussione. Ho preso decisioni non facili, ma solo perché volevo capire se ero ancora in grado di stare davanti e lottare con i primi. In quel momento il mio problema non era Marquez, ma ora sono contento di potermi battere di nuovo con lui».
C’è qualche scelta fatta in passato che cambierebbe, avendone la possibilità?
«Onestamente no. Con il senno di poi, la decisione di lasciare Yamaha nel 2010 forse è stata sbagliata. L’arrivo di Lorenzo aveva spostato gli equilibri all’interno del team, me ne sono voluto andare e sappiamo tutti il resto della storia. Avrei fatto a meno dei due anni successivi».
Avrebbe preferito nascere 10 anni prima per battersi con i campioni americani o 10 anni dopo per avere la stessa età di Marquez?
«Ho sempre amato le 500 due tempi, quindi non mi sarebbe dispiaciuto battermi con i più grandi campioni di quell’epoca».
Se non fosse Valentino Rossi, chi vorrebbe essere?
«Non lo so. Ma sicuramente uno sportivo, così non dovrei lavorare! (ride)».
È impegnato anche come talent scout con la sua Riders Academy: il futuro per l’Italia è assicurato?
«È un buon momento per i piloti italiani, in tutte le categorie stiamo facendo bene e sembra che qualche cosa stia cambiando rispetto agli scorsi anni in cui gli spagnoli dominavano. Con l’Academy e il Team VR46 stiamo portando avanti un bel lavoro. Il nostro obiettivo è quello di formare i giovani piloti e aiutarli nel mondo delle corse. È molto appagante e i primi risultati si stanno vedendo».
Dopo il contatto con Marquez a Jerez i vostri rapporti sono destinati a cambiare?
«Gli darò qualche bacio in meno ma non cambierà nulla (ride). Quando ti scontri con un altro pilota in pista per la vittoria non si può parlare di amicizia, non può essere diversamente, ma questo non esclude che continueremo a rispettarci. Questo non accade solo con Marc ma anche con tutti gli altri piloti».
Matteo Aglio, La Stampa 1/5/2015