Franco Zantonelli, la Repubblica 20/4/2015, 20 aprile 2015
Al museo “Einstein” di Berna hanno messo in mostra una quarantina di lettere che il giovane scienziato scrisse tra la fine dell’800 e l’inizio del XX secolo alla famiglia di Jost Winteler, professore e scrittore di Aarau
Al museo “Einstein” di Berna hanno messo in mostra una quarantina di lettere che il giovane scienziato scrisse tra la fine dell’800 e l’inizio del XX secolo alla famiglia di Jost Winteler, professore e scrittore di Aarau. Allora diciassettenne, in casa del docente conobbe la coetanea Marie, una delle figlie del professore. I due ragazzi si innamorarono e la loro storia durò tra il 1895 ed il 1896, quando Albert Einstein conseguì la maturità e si trasferì a Zurigo, per frequentare il Politecnico Federale. Qui Einstein sembrò dimenticare quell’amore adolescenziale, si sposò con la matematica di origine serba, Mileva Maric, che gli diede due figli. Eppure non dimenticò mai Marie Winteler. Infatti nel 1910, a 31 anni, quando sua moglie stava per avere il secondo figlio, scrisse a quella che era stata la sua ragazza: «Sono in balia di un amore sbagliato e di una vita sbagliata»; «Penso a te ogni minuto libero e sono triste come solo un uomo può esserlo»; «Sapessi come rimpiango quelle nostre passeggiate nella foresta di Bremgarten e a Zofingen» in un periodo che arrivò a definire «l’apice» della sua vita. Jakob Messerli, direttore del museo, dice: «Einstein è stato un grande donnaiolo». In effetti, in una delle lettere a Marie Winteler, ammette di essere un marito infedele e scrive che si considera un «traditore incorreggibile». Infatti si sposò due volte, la seconda con una cugina della prima moglie. E soprattutto, oltre a Marie Winteler, ebbe tante altre relazioni extraconiugali. Tanto che le lettere in mostra a Berna sono solo una piccola parte dell’epistolario amoroso di Einstein: a Gerusalemme, per esempio, ne sono custodite ben 1.500.