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 2015  aprile 27 Lunedì calendario

DOMUS, UNA “CASA“ PER CALTAGIRONE IN PIAZZA DEGLI AFFARI


Ora che i tassi d’interesse estremamente bassi, per non dire nulli, sui titoli di Stato non attirano più i risparmiatori, esiste un’alternativa per gli orfani dei Bot people? È partendo da questa domanda che un imprenditore e finanziere navigato come Francesco Gaetano (detto Franco) Caltagirone ha elaborato una risposta che unisce per lui l’utile e il dilettevole. E cioè creare una società immobiliare dove intanto collocare una parte dei suoi immobili residenziali e che possa dare ai risparmiatori, grazie agli affitti, un reddito costante nel tempo. Al contempo tuttavia, questa società dovrebbe essere attraente per gli investitori internazionali decisi a scommettere sul mattone italiano, che tutti danno in ripresa. Mettendo insieme queste tre esigenze, dal cilindro di Caltagirone è uscita Domus, la società immobiliare che ha da poco chiesto la quotazione in Borsa alla Consob.
Per l’imprenditore romano, si tratta di una prima volta: la prima volta cioè che porta in Borsa una seppur piccola parte dell’ultimo ma finora più oscuro pianeta della sua piccola galassia fatta di cemento (Cementir), stampa (Caltagirone Editore), grandi opere (Vianini Lavori) e prodotti per le costruzioni (Vianini Industria). L’edilizia, infatti, è stata per Caltagirone un’importante fonte di liquidità nel corso dei decenni – a un certo punto gli venivano attribuiti circa due miliardi di pronta cassa – ma negli ultimi anni anche le sue società hanno sofferto, come del resto tutte quelle del settore. Adesso prova la strada della Borsa – con un progetto originale – perunaparte dei suoi immobili: si parla di 2-300 milioni, una quota minima rispetto a un patrimonio che si stima in almeno 3,5 miliardi.
L’operazione è più complessa di quanto non sembri ed è montata da un pool di banche d’investimento e di studi legali. I coordinatori dell’offerta globale sono Banca Imi, che agisce anche in qualità di responsabile del collocamento, e di Credit Suisse. Banca Akros agisce quale sponsor ai fini della quotazione, nonché joint lead manager dell’offerta pubblica e del collocamento istituzionale. Gli advisor legali incaricati dalla società sono Legance-Avvocati associati e Sullivan & Cromwell Llp, mentre Linklaters agisce in qualità di advisor legale per i coordinatori dell’offerta globale e lo sponsor. Prima della quotazione, che dovrebbe avvenire in assenza di obiezioni della Consob entro la fine di giugno-primi di luglio (settanta giorni dal momento della presentazione della domanda di ammissione al listino), ci sarà un aumento di capitale per favorire l’ingresso di investitori istituzionali stranieri. Grazie a questa operazione, il capitale di Domus dovrebbe aumentare dai 2-300 milioni attuali a 5-700 grazie all’ingresso di investitori istituzionali esteri. In questo modo, la quota di Caltagirone diventerebbe subito di minoranza, mentre la società avrebbe la liquidità che serve per fare nuovi acquisti.
È chiaro, comunque, che gli immobili apportati da Caltagirone devono già essere appetibili se si vogliono attirare gli investitori. In particolare si tratta perlopiù di abitazioni, poiché anche nel nome – Domus – la società sembra volersi specializzare nel residenziale. Il progetto
dovrebbe poi continuare con la trasformazione di Domus in una Siiq, che con il recente intervento di revisione attuato dal governo lo scorso novembre avrà ancora più vantaggi fiscali e regolamentari. In particolare, c’è l’esenzione da Ires e Irap del reddito d’impresa e del valore della produzione derivanti dall’attività di locazione; il dimezzamento delle imposte ipotecarie e catastali; la ritenuta d’acconto del 26 per cento sul reddito distribuito ai partecipanti, ridotta al 15 in relazione alla parte dell’utile riferibile a immobili abitativi a canone concordato. Un particolare quest’ultimo molto interessante vista la specializzazione di Domus. Le abitazioni apportate da Caltagirone sono soprattutto a Roma ma nel futuro la società dovrebbe crescere con acquisti in altre grandi città.
Il progetto di Domus ricalca, in piccolo, quello spagnolo di Merlin Properties del 2014, la più grande Ipo immobiliare mai fatta in Spagna e una delle più grandi in Europa con 1,5 miliardi di raccolta. In quell’occasione, tra i coordinatori globali dell’offerta c’era lo stesso Credit Suisse, che adesso porta la sua espertise in Domus. La ratio, allora come oggi, era quella di dare una prospettiva ai tanti soggetti istituzionali, soprattutto americani e inglesi ma non solo, che stanno puntando sulla ripresa delle economie del Sud d’Europa. E il mercato immobiliare, secondo questa visione, dopo cinque-sei anni di sboom, si trova adesso nella miglior condizione per ripartire. Domus ha l’ambizione di diventare fin nell’immediato – dopo l’aumento di capitale riservato a investitori istituzionali che decreterebbe il distacco di Caltagirone, trasformato in uno dei tanti investitori – una public company con un management autonomo. Presidente è infatti Flavio Cattaneo, ex ad di Terna e attuale ceo di Ntv, e amministratore delegato Giovanni Benucci, ex direttore generale ed ex vicepresidente di Sorgente Group. La scommessa è di far funzionare una Siiq che operi prevalentemente nel settore residenziale: l’altra Siiq esistente, Beni Stabili, ha infatti investimenti in uffici e commerciale.