Gilberto Bazoli, Corriere della Sera 28/4/2015, 28 aprile 2015
Calcioscommesse, si costituisce Ilievski il capo degli zingari. Dopo quattro anni di latitanza, l’ex agente della polizia speciale macedone collaborerà con la giustizia
Calcioscommesse, si costituisce Ilievski il capo degli zingari. Dopo quattro anni di latitanza, l’ex agente della polizia speciale macedone collaborerà con la giustizia. È pronto a fare nomi e il calcio trema– Quando, nel giugno 2011, scoppiò lo scandalo, scappò dalla sua casa di Cernobbio, sul lago di Como, per rifugiarsi in Macedonia. Da dove, protetto dalla sua fama di «boss» e circondato dalle guardie del corpo, ha preso nota degli inarrestabili sviluppi del Calcioscommesse. Ora, dopo una trattativa con gli inquirenti che più volte sembrava vicina a chiudersi per poi invece ritornare al punto di partenza, stanco forse della lunga latitanza, Hristiyan Ilievski, 37 anni, il capo della banda degli «zingari», l’anello di congiunzione tra i vertici dell’organizzazione e i giocatori da corrompere, si è costituto. Se, come pare, deciderà di vuotare il sacco, il mondo del pallone deve prepararsi a tremare di nuovo. Un metro e 90 centimetri di altezza, una cicatrice sul volto diventata anch’essa una leggenda, Ilievski, ex agente della polizia speciale macedone, già alla fine della settimana scorsa era pronto a salire su un aereo per l’Italia. Ma il suo appuntamento con la giustizia è stato rimandato. Solo di pochi giorni, stavolta. Probabilmente perché doveva farsi togliere i punti della brutta ferita al braccio sinistro provocata da una caduta in mountain bike. Proveniente con un volo diretto da Skopye, il super latitante, sulla cui testa pendeva un’ordinanza di custodia cautelare per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, è arrivato ieri all’aeroporto di Orio al Serio, dove è stato preso in consegna da agenti della polizia di Stato. Espletate le procedure di rito direttamente nello scalo, Ilievski è stato fatto salire su un’auto della Digos che poco dopo, alle 17.45, ha varcato gli ingressi del carcere di Cremona, richiusisi subito alle sue spalle. Il suo difensore, Luca Curatti, che in questi mesi si è sentito spesso con lui, lo vedrà stamattina, prima dell’interrogatorio di garanzia (che si prospetta lungo con possibile replay domani) davanti al gip Guido Salvini. «Se il mio assistito collaborerà? È giunto il momento di affrontare con chiarezza e serietà la sua posizione», risponde il legale. Sono molte le domande che aspettano il suo assistito. Cominciando dai suoi modi. L’ex portiere del Bellinzona, Massimo Gritti, lo descrive come un violento e sostiene di essere stato minacciato: «Se non fai come dico io, ti sparo alle gambe». Ma soprattutto Ilievski dovrà spiegare il suo ruolo di potente intermediario tra Singapore, dove c’erano gli scommettitori con il loro fiume di denaro, e i calciatori da corrompere. Quei calciatori che poteva permettersi di chiamare ripetutamente al telefono o addirittura aspettare, con le borse piene di soldi, in albergo e nei ritiri. Come sarebbe avvenuto a Formello il giorno prima di Lazio-Genoa del 14 maggio 2011, una delle partite più chiacchierate. E potrebbe anche parlare della sua trasferta, il 22 maggio dello stesso anno, in Puglia in occasione di Lecce-Lazio, su cui il numero due degli «zingari», il montenegrino Almir Gegic, avrebbe investito 400 mila euro. Sinora i destinatari dell’avviso di chiusura delle indagini sono 130: Ilievski potrebbe confermare molti dei nomi della lista stilata dal pm Roberto Di Martino ma anche aggiungere altri.