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 2015  aprile 25 Sabato calendario

QUELLO È PROPRIO MATTO! VA A VEDERE I KNICKS


Dennis Doyle si annoiava. Faceva l’avvocato in un piccolo studio di Manhattan. Si occupava di diritto commerciale e soprattutto di inquilini che erano in arretrato con i pagamenti condominiali. Uno degli ultimi casi che ha seguito riguardava un carrettino di hot dog stazionato troppo vicino all’ingresso di un edificio residenziale. L’ha fatto spostare di qualche metro, per conformarsi ai regolamenti della città di New York. Solo che è finito in un posto di ancora maggiore intralcio. Alla fine, dopo giorni passati al dipartimento dei Trasporti alla ricerca di una soluzione, un condomino è intervenuto per chiedere all’ambulante di rimettersi dov’era sempre stato. Non molto divertente.
In più, stava anche per essere licenziato e la sua fidanzata lo aveva appena lasciato. È successo la primavera scorsa. Non aveva idea di che fare, salvo il confuso desiderio di provare qualcosa di diverso. Ne ha parlato con Kelley, una delle sue sorelle maggiori, che è una psicologa. È venuto fuori che gli interessavano davvero solo tre cose: scrivere, viaggiare e i New York Knicks.
Ha dato fondo ai suoi risparmi, ha aperto un blog (www.theoakmancometh.com) e ha seguito i Knicks per tutte le 82 partite. Di tutte le stagioni possibili, proprio questa: 65 sconfitte e solo 17 vittorie, il peggior risultato nella storia della franchigia (a un certo punto, la Espn ha perfino mandato in onda un torneo di bowling per beneficenza al posto di una loro partita). «Il tempismo non è mai stato uno dei miei pregi», ha detto. Li ha visti perdere in ogni città d’America, oltre che al Madison Square Garden. Li ha perfino seguiti a Londra, dove a metà gennaio hanno giocato con i Milwaukee Bucks, giusto per vederli perdere in un altro continente. È stato allora che il New York Post gli ha dedicato un articolo, definendolo un basket case, espressione usata per chi ha perso la propria sanità mentale ed è incurabile: «Un investimento equivalente a mettere i propri soldi sotto un materasso per poi dargli fuoco».
Ha fatto anche quello che non avrebbe mai creduto possibile: tifare contro. Gli è successo dopo la vittoria contro i San Antonio Spurs, il 17 marzo: «Vincere una partita ogni tanto va bene, ma adesso basta». È tutto legato alla faccenda del tanking, naturalmente, per guadagnarsi le maggiori probabilità di avere la prima scelta al draft. Salvo che poi, inopinatamente, i Knicks hanno vinto due delle ultime tre partite. A Orlando, l’11 aprile, si sono uniti ai Magic per battere il record per il minor numero di punti complessivi in un quarto (15). Ad Atlanta hanno addirittura sconfitto gli Hawks, che hanno chiuso con il miglior record della Eastern Conference: una foto lo ritrae con le mani fra i capelli: «Un incubo».
A Doyle, 32 anni, non sfugge la bizzarria della scelta da lui fatta per affrontare una crisi esistenziale: «Se l’assicurazione medica mi avesse coperto le spese, avrei seriamente pensato di andare in terapia». Invece, così, ha forse trovato la sua strada. Un agente letterario lo ha contattato per trasformare il blog in un libro. Quanto alla prossima stagione, ancora non ha detto se confermerà il suo abbonamento alla Sezione 220, Fila 3, Poltrona 23 del Madison Square Garden.