VARIE 26/4/2015, 26 aprile 2015
APPUNTI PER GAZZETTA - IL CASO VAROUFAKIS
REPUBBLICA.IT
MILANO - Settimana corta per la festa del primo maggio, ma ricca di spunti per i mercati del Vecchio continente. Da Europa e Stati Uniti, infatti, sono attesi una pioggia di dati macroeconomici, a cominciare dai dati sul Pil del primo trimestre fino al tasso di disoccupazione di marzo. Sullo sfondo restano le tensioni legate al salvataggio della Grecia: le trattative tra Atene e Bruxelles procedono lentamente come dimostra il nulla di fatto dell’Ecofin di Riga, ma a metà maggio il governo Tsipras sarà chiamato a rimborsare 850 milioni di euro al Fmi.
A complicare le trattative ci sono anche le tensioni tra il ministri europei il greco Yanis Varoufakis che dopo essere stato definito un "dilettante" dai colleghi, ha replicato via Twitter citando il presidente americano Franklin Delano Roosevelt e il suo discorso del 1936 alla vigilia delle elezioni dove venne rieletto per il secondo mandato: "Sono unanimi nel loro odio contro di me e io dò il benvenuto al loro odio. Una citazione, aggiunge il ministro, vicina al mio animo (e alla realtà) questi giorni".
Le tensioni rischiano di ripercuotersi sul mercato del debito dell’Eurozona, in particolare sull’Italia che ha registrato un rialzo dello spread in area 130 punti con i Btp che rendono poco meno dell’1,4%. Anche in quest’ottica sarà interessante valutare l’esito della tre giorni di aste cui è chiamato il Tesoro tra lunedì e mercoledì: si inizia con un’offerta di Ctz e Btp-i per un valore tra i 2 e i 2,75 miliardi; poi martedì sarà la volta dei Bot semestrali, fino a 6,5 miliardi; infine toccherà a Cteu per un importo compreso tra 1,750 e 2,250 miliardi; Btp a 5 anni per un importo di 3-4 miliardi e Btp a 10 anni per 1,5-2 miliardi.
A sostenere le quotazioni potrebbe contribuire anche il report di Credit Suisse secondo cui "non si intravedono segnali di un rallentamento globale bensì una crescita che potrebbe favorire i mercati sviluppati piuttosto che quelli emergenti". Secondo la banca d’affari, l’economia globale si troverebbe "nel bel mezzo di una transizione per effetto della quale la crescita si sposterà dai mercati emergenti a quelli sviluppati, principalmente per effetto del calo del prezzo del petrolio".
Le preoccupazioni sono piuttosto rivolte alle prossime mosse della Bce. Secondo Erkki Liikanen, governatore della Banca di Finlandia e membro del direttivo della Banca centrale europea, una marea di moneta a bassi prezzi rischia di creare una bolla nei mercati finanziari se i tassi di interesse resteranno bassi per un periodo prolungato. In un’intervista su Handelsblatt dice: "Bisogna fare attenzione, se i tassi di interesse resteranno bassi a lungo c’è questo rischio".
Ecco i principali appuntamenti macroeconomici della settimana
Lunedì.
- Germania: prezzi import, marzo
Martedì.
- Giappone: vendite al dettaglio, marzo; fiducia della imprese, aprile
- Eurozona: acea presenta i dati relativi al mese di marzo sulle immatricolazioni di veicoli commerciali in europa
- Francia: fiducia consumatori, aprile
- Gran Bretagna: pil, primo trimestre
- Stati Uniti: c/shiller indice dei prezzi delle case, febbraio; fiducia consumatori (cb), aprile
Mercoledì.
- Italia: l’Istat rende noti i dati della fiducia delle imprese e dei consumatori relativi ad aprile
- Eurozona: fiducia consumatori, aprile; fiducia industria, aprile; fiducia servizi, aprile; indice di fiducia economica, aprile
- Germania: inflazione (lander), aprile
- Stati Uniti: deflatore consumi core (advance), primo trim; pil, primo trimestre
Giovedì.
- Giappone: produzione industriale, marzo; vendite al dettaglio, marzo
- Francia: spese per consumi, marzo
- Spagna: ipca, aprile; pil, primo trimestre
- Germania: tasso di disoccupazione, aprile
- Italia: tasso di disoccupazione; prezzi al consumo; prezzi alla produzione dell’industria relativi a marzo
- Eurozona: inflazione (flash), aprile; tasso di disoccupazione, marzo
- Stati Uniti: costo del lavoro, primo trimestre; deflatore consumi, marzo; redditi delle famiglie, marzo; richieste di sussidio, settimanali; spesa per consumi (nominale), marzo; Pmi (Chicago), aprile
Venerdì.
- Giappone: consumi delle famiglie, marzo; inflazione, marzo; jobs to applicanti ratio, marzo; tasso di disoccupazione, marzo.
- Cina: Pmi manifatturiero, aprile; Pmi non manifatturiero, aprile
- Gran Bretagna: credito al consumo, marzo; indice Pmi manifatturiero, aprile
- Stati Uniti: fiducia famiglie (Michigan) (finale), aprile; indice Ism manifatturiero, aprile; spesa in costruzioni, marzo; vendite di autoveicoli, aprile
CORRIERE.IT
DANILO TAINO
Tra venerdì e ieri, le trattative tra il governo greco e i ministri finanziari dell’eurozona hanno avuto un cambiamento di passo. Per il peggio. Invece di avvicinarsi, le posizioni sembrano allontanarsi. È difficile, dalle dichiarazioni ufficiali, separare nettamente le convinzioni dalle affermazioni fatte per posizionarsi meglio nel negoziato. E questo vale anche per quel che ha detto il politico tedesco più potente dopo Angela Merkel, il ministro Wolfgang Schäuble, il quale ha lasciato intendere che Berlino prepara il famoso piano B: un cordone di sicurezza attorno a un possibile default di Atene, prima ancora che una rete di sicurezza per l’uscita della Grecia dall’euro.
Schäuble ha evocato la riunificazione tedesca del 1990, per dire come allora lui e Helmut Kohl tennero le loro carte ben coperte fino all’ultimo, prima di fare annunci. Questa volta, però, è diverso: la scelta politica di lasciare andare la Grecia non è stata fatta, la cancelliera Merkel la accetterebbe solo se fosse inevitabile e l’intenzione venisse da Atene. E come lei praticamente tutti i governi europei. Il piano B a cui fa riferimento il ministro delle Finanze tedesco, dunque, sta nella preparazione di un piano nel caso Atene non riuscisse a pagare una rata del debito che ha con i creditori: il governo guidato da Syriza ha le casse pressoché vuote. Se questa rata fosse dovuta al Fondo monetario internazionale, resterebbe ai greci un mese di «grazia» per pagare (se la rata fosse della Bce è meno automatico cosa succederebbe). Da subito, però, dovrebbe essere pronto un piano di emergenza, che a Berlino e non solo è già in preparazione. Eventuale chiusura delle banche greche per evitare la corsa agli sportelli e introduzione di controlli sui movimenti di capitale. Anche l’eventualità dell’emissione di una forma di pagamento greca parallela all’euro, momentanea, per uso interno è presa in considerazione.
A quel punto tutto si drammatizzerebbe e il governo di Alexis Tsipras dovrebbe fare scelte di emergenza politica, oltre che finanziaria. Probabilmente ricorrerebbe a nuove elezioni o a un referendum. I greci dovrebbero scegliere tra Syriza e l’euro.