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 2015  aprile 25 Sabato calendario

Si chiamano tutti e due Joseph di nome e Vana di cognome: uno è il padre, 62enne leggenda di un’intera nazione come la Repubblica Ceca, allenatore e (fin quasi ai 60 anni) fantino di cavalli ostacolisti da corsa, miracolosamente tornato alle gare dopo lo spaventoso incidente in gara che nel 1994 lo mandò in coma; l’altro è il figlio omonimo, 23 anni, degno erede e fantino già lanciatissimo sino all’apoteosi familiare del settembre scorso con il trionfo nel «75° Gran Premio di Merano» proprio di un cavallo (il polacco Alpha Two) allenato dal padre e montato dal figlio

Si chiamano tutti e due Joseph di nome e Vana di cognome: uno è il padre, 62enne leggenda di un’intera nazione come la Repubblica Ceca, allenatore e (fin quasi ai 60 anni) fantino di cavalli ostacolisti da corsa, miracolosamente tornato alle gare dopo lo spaventoso incidente in gara che nel 1994 lo mandò in coma; l’altro è il figlio omonimo, 23 anni, degno erede e fantino già lanciatissimo sino all’apoteosi familiare del settembre scorso con il trionfo nel «75° Gran Premio di Merano» proprio di un cavallo (il polacco Alpha Two) allenato dal padre e montato dal figlio. Nella saga delle dinastie familiari equestri, infatti, quella dei Joseph Vana senior e junior è una delle più epiche perché intrinsecamente epico è l’impasto di doti acrobatiche, capacità di resistenza e punte di velocità richiesto dalla specialità ippica delle loro avventure: le corse di galoppo a ostacoli come l’odierno «Grande Steeple Chase di Milano», sui 5 chilometri di San Siro da galoppare alle ore 16.15 saltando 17 ostacoli che tra siepi, riviere, fence, oxer e muri evocano appunto i campanili (steeple) dei paesi tra i quali nel ’700/’800 i cavalieri inglesi si sfidavano su accidentati terreni campagnoli. In patria papà Vana è popolare come una star, avendo siglato 8 volte come fantino (l’ultima a 58 anni nel 2011) e 9 volte come allenatore la «Velká Pardubická», dal 1874 la più tremenda corsa a ostacoli, 31 salti lungo 7 chilometri, che Vana senior nel 1987 è stato il primo a completare in meno di 10 minuti in sella al cavallo ÿelezník. «Ogni ossa del mio corpo si è fratturata», ama gigioneggiare Vana sr. ma non scherza, e in una di queste rovinose cadute nel 1994 ha sfiorato la dichiarazione di morte clinica. Capita agli atleti di imbattersi in una bestia nera. Ma ancor più dura da digerire — per i cavalli ostacolisti italiani Dar Said e Frolon e per il loro allenatore/proprietario Paolo Favero leader in Italia — se la bestia nera è la coppia di famiglia Vana. Favero ne ha dovuto subìre lo strapotere già due volte nel «Gran Premio di Merano», vedendo i propri allievi Dar Said e Frolon finire secondo e terzo nel 2013, e terzo e secondo nel 2014, sempre battuti da un cavallo allenato da Vana padre e interpretato da Vana figlio. E oggi a San Siro sarà ancora Favero, con quei suoi due veterani di 9 e 10 anni, l’argine all’ennesimo minaccioso alfiere ceco dei Vana: il monumentale cavallo di 6 anni Cornet Obolensky, che l’1 aprile ha già saggiato la pista nel vittorioso collaudo nel «Premio Durini». Luigi Ferrarella