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 2015  aprile 24 Venerdì calendario

SPARITO DA 25 ANNI E POI RIAVVISTATO, IL LEPROTTO CINESE OGGI È UNA STAR


Il musetto tenero del pica di Ili, animale più raro del panda che per 25 anni, fino all’estate 2014, non era stato avvistato dai naturalisti, si riaffaccia alla ribalta globale grazie all’edizione cinese del National Geographic. La rivista ha appena pubblicato le foto scattate da Li Weidong, scopritore della specie nel 1983 e anche il primo a rivederne un esemplare, dopo la lunga assenza di notizie «ufficiali» che aveva fatto temere l’estinzione di questo animale.Il pica di Ili (Ochotona iliensis) è un piccolo mammifero del genere Ochotona (sottogenere pica) e, nonostante le sue orecchie da orsetto di peluche, appartiene all’ordine dei lagomorfi, ossia gli animali «a forma di lepre». «Scoprii la specie sulle montagne del Tien Shan, nella regione dello Xinjiang, e scelsi il nome in onore di Ili, la città dove sono nato. Nella stessa area vidi dei pica di Ili per l’ultima volta nel 1990. Poi più niente» racconta al Venerdì Li Weidong, che è membro della Xinjiang Environmental Protection Science Academy e dell’Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn). «Tra il 2002 e il 2003, con Andrew Smith, che insegna biologia alla Arizona State University, abbiamo viaggiato per 250 chilometri a cavallo e a piedi sulle montagne, esplorando gli habitat dei pica, ma direttamente non ne abbiamo avvistato nessuno. Per la verità si trovavano tracce recenti della loro presenza, ma solo in sei dei quattordici siti nei quali erano stati visti in precedenza. Anche diverse altre spedizioni, come quelle organizzate dall’Università di Mosca negli anni Novanta, si erano concluse senza risultati. Però i pastori locali, di tanto in tanto, ne segnalavano qualcuno. Così non mi sono scoraggiato, e ho continuato ad aspettare la ricomparsa di questo pica. Finché, nell’estate 2014, l’ho rivisto» continua Li Weidong.A rendere così raro il pica di Ili sono stati, principalmente, due fattori. «Anzitutto la maggiore presenza umana: negli ultimi trentanni le montagne del Tien Shan hanno visto crescere il numero di pastori che portano nei pascoli d’altura yak e, soprattutto, pecore. Da un lato le greggi riducono la vegetazione disponibile per i pica, che sono erbivori, e dall’altro i cani dei pastori rappresentano una minaccia, perché si nutrono dei piccoli animali che trovano in zona, come appunto i pica» spiega Andrew Smith. «L’altro problema è il clima. I pica – le specie asiatiche, come il pica di Ili, ma anche quelle in Nord America – non vanno in letargo. Per sopravvivere scavano cunicoli nella neve, che li tengono al riparo dal gelo. Se, per il riscaldamento globale, le nevi si trovano a quote più alte, il pica è costretto a salire. Ma, spostandosi, finisce in un ambiente con meno vegetazione. Così stimiamo che al mondo non restino più di un migliaio di esemplari».