Daniele Castellani Perelli, il venerdì 24/4/2015, 24 aprile 2015
JOYANN, LA RAGAZZA CHE MANDA NEL PALLONE I CRISTIANI IN PACHISTAN
C’è una ragazza che ha fatto andare nel pallone la comunità cristiana del Pachistan. Si chiama Joyann Geraldine Thomas, ha 17 anni ed è la prima cristiana a giocare per la Nazionale di calcio femminile del Paese. Occhi grandi, fascino da attrice di Bollywood, Joyann è l’orgoglio di una minoranza religiosa che rappresenta solo l’l,6 per cento della popolazione e vede la propria vita farsi sempre più dura, in un Paese che spesso flirta con il fondamentalismo e a nord offre nascondiglio ai leader di Al Qaeda. Joyann ha debuttato con la maglia del Pachistan a novembre, a Islamabad, al Campionato del Sud Asiatico (dove per la cronaca alla fine hanno trionfato gli storici nemici indiani). Gioca a centrocampo e in difesa, e ha vinto il campionato nazionale con la sua squadra, il Balochistan United Football Club.
Il successo lo deve tutto a tre persone. Uno è il suo primo allenatore, Khayyam Juma, che in una parrocchia di Karachi si batte per le squadre miste e fece dare a Joyann i primi calci al pallone quando aveva appena cinque anni: fondò la squadra parrocchiale nel 1989 e provò a coinvolgere anche i musulmani, ma fu un disastro, (per colpa però dei genitori, non dei bambini). L’altro è Ahmed Jan, manager famoso per scovare talenti calcistici nelle minoranze. Ma la persona più importante è sua madre, un’atleta a cui per discriminazione religiosa fu negata l’opportunità di gareggiare nelle finali provinciali. «Ma lei non ha mai permesso che quella delusione condizionasse la mia carriera» ha detto Joyann a Al Jazeera.
«Per noi non esistono ragazze musulmane o cristiane, ma solo calciatrici» dice Rubina Irfan, presidente del Balochistan United Football Club. E Joyann conferma. Se è così, allora il calcio femminile è davvero un’isola felice. Le cronache recenti raccontano infatti di un rapporto a dir poco complicato tra le due comunità religiose. Negli ultimi tre anni in Pachistan si sono registrati almeno 38 attacchi verso i cristiani, con più di 200 vittime. A novembre una coppia è stata linciata dalla folla con l’accusa di aver profanato il Corano, e a marzo due attentati suicidi nelle chiese di Lahore hanno ucciso 14 persone.
Il successo, con i cristiani locali che la chiamano al telefono per congratularsi e i parenti che riempiono orgogliosi gli spalti delle tribune, accresce le responsabilità di Joyann. Secondo il suo primo allenatore, ha aperto le porte dello sport alle ragazze cristiane, ma lei sa che le chiavi del rapporto tra le comunità religiose nel Pachistan non sono certo nelle sue mani. «Fino a quando servirò da esempio per i bambini in un Paese in cui alle minoranze, più che le pari opportunità nello sport, non è garantita nemmeno la sicurezza di base?» chiede coraggiosamente. «E fino a quando i cristiani, gli indù e i sikh avranno voglia di incoraggiare i loro figli a rappresentare il Pachistan, se continueranno ad essere maltrattati?».