Notizie tratte da: Mario Milani # Ometti # Mondadori 2015 # pp. 183, 19 euro., 24 aprile 2015
Notizie tratte da: Mario Milani, Ometti, Mondadori 2015, pp. 183, 19 euro.Vedi Libro in gocce in scheda: 2313633Vedi Biblioteca in scheda: 2311301«Ci sono solo tre cose che rendono la vita degna di essere vissuta: scrivere un libro decente, partecipare a una cena per sei persone, e viaggiare verso sud con qualcuno che la tua coscienza ti permette di amare»
Notizie tratte da: Mario Milani, Ometti, Mondadori 2015, pp. 183, 19 euro.
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«Ci sono solo tre cose che rendono la vita degna di essere vissuta: scrivere un libro decente, partecipare a una cena per sei persone, e viaggiare verso sud con qualcuno che la tua coscienza ti permette di amare». [Cyril Connolly, critico e saggista inglese scomparso nel 1974]
«L’abbandono dell’aurea regola per cui si invitano a cena quante persone possono sedere al tavolo di casa, ha comportato un fondamentale annacquamento delle relazioni amicali».
Mario Milani, l’autore di Ometti, non esiste. È lo pseudonimo di un manager, scrittore e marito milanese.
La storia di Mario Milani comincia il 25 giugno 1959 quando nasce fortuitamente a Canzo, dove i suoi genitori stavano cercando una casa da affittare per le vacanze estive. Finisce il 17 giugno 1994 a Pasadena, dove muore durante la finale del Campionato del Mondo dopo aver ricevuto una telefonata da sua moglie.
Nel febbraio del 1998 Mario Milani incontra colei che diventerà sua moglie: Elisabetta Citerelli. «È nata femmina in una famiglia di femmine: una madre, quattro sorelle, un padre che contava nella media nazionale. Cioè nulla. Elisabetta è stata cresciuta con attenzione e amore nella più assoluta inconsapevolezza dell’esistenza stessa del maschio. O meglio, nel suo universo di riferimenti sociali e culturali, il maschio esiste per pura funzione biologica. Per il resto esso è il contraltare darwiniano alla sensibilità, alla cultura, all’approfondimento, alla civiltà».
Elisabetta appartiene ad un clan familiare, il clan Citerelli che considera patogeno ogni inserimento dall’esterno, soprattutto se maschile. Perno del clan è Francesca, la mamma di Elisabetta, che ha avuto tre mariti diversi e una vita molto movimentata. Dal secondo ha avuto cinque figlie. L’ultimo, il patrigno di Elisabetta, si chiama Massimiliano Ottolenghi.
«Perché Massimiliano era scout. Scout dentro, fuori e di traverso. E come scout sapeva che la vita era salita, viaggio, battaglia e difficoltà. Ma anche sorriso, temperanza e resistenza».
«Il Tubighi è l’esplicitazione finale del rimbambimento progressivo e inarrestabile indotto da centinaia di chilometri percorsi in ogni condizione meteorologica (meglio se pessima), notti passate in situazioni artificiosamente provvisorie, nutrimento scarso e basato sullo scambio di luridi panini per lo più sbausciati. Il Tubighi, mitico inno di entusiasmo scoutista (TUBIGHI EH TUBIGHI EH E ORA E ORA E ORA EH, ecc.) è l’emblema dello scoramento esistenziale indotto da questo stile di vita».
L’unica valida ragione dell’esistenza del maschio, per il clan Citerelli, è il matrimonio, «“ci vuole pure uno straccio di marito”. E’ questo il perno della formazione muliebre. In sintesi si stratta di una metamorfosi psicoattitudinale che, partendo dall’esame delle caratteristiche organolettiche, dello stato civile e delle condizioni patrimoniali del candidato (captati da speciali ghiandole collocate all’estremità laterale dei due bulbi oculari) porta alla naturale e temporanea modificazione della personalità femminile. Il soggetto matura infatti nel giro di pochissimo tempo un inedito assetto della personalità che la porta ad aderire al sogno esistenziale del malcapitato».
La sentenza 13298 della Corte Costituzionale ha stabilito che in Italia si possa aggiungere il cognome materno ai propri figli.
«Nessuna donna si sposa per denaro; sono tutte tanto astute, prima di sposare un miliardario, da innamorarsene». [Cesare Pavese]
Durante il battesimo di Elisabetta, nel 1960, la zia Eliana, sorella di Francesca, esclamò: «“Anche per questa bisognerà trovare uno straccio di marito!”. La risposta di Francesca fu netta ed immediata: “Straccio sì, ma con almeno qualche filino di cachemire”. Era l’inizio di un nuovo filone che avrebbe portato di lì a poco alla definizione del tipo “marito-portafoglio”».
«Matrinka Kovar (o secondo altri Ivana Marie Zelníčkova, al secolo Ivana Trump) si è sottoposta in tempi non sospetti a un test che ha fissato (per sempre?) il record mondiale di modificazione dell’assetto della personalità femminile: 30 secondi 10 decimi 4 centesimi. Ancora più stupefacente il tempo di ritorno alla normalità dopo la proposta di matrimonio: 4 secondi netti (al lordo di smancerie varie)».
Nel 1966 Vittorio Valletta, presidente onorario della Fiat, firmò con il ministro sovietico per l’industria automobilistica, Alexander Tarasov, un accordo per costruire una fabbrica di automobili a Togliattigrad. Nel 1970 dalla catena di montaggio di questa fabbrica uscì la prima Zigulì, la 124 russa.
Il 15 ottobre 1990 durante una gita a Canzio, che Elisabetta vedeva molto malvolentieri, Mario le chiede di sposarlo.
«In realtà Mario, all’inizio dei preparativi, molto ammirò la capacità con cui Elisabetta e Francesca gestivano un ingorgo decisionale di tale complessità. Poi gli punse vaghezza di intervenire, almeno per quegli aspetti certamente marginali, ma che più avrebbero connotato la sua vita, per quel che poteva immaginare: la posizione della TV, biblioteca e discoteca, un luogo per lavorare al computer».
«Da svariati week-end Mario aveva il compito di trasportare e attendere in macchina le due donne attraverso diversi paesi della Brianza alla ricerca dell’artigiano perfetto. In spregio ai dettami delle più elementari leggi economiche degli ultimi due secoli, l’ideologia imperante sanciva nel campo dell’arredamento il vantaggio economico della scelta artigianale versus quella industriale».
L’artigiano conosce dove sta il vero segreto del successo: «nella totale indisponibilità, nella dilazione dei tempi e nella totale estraneità a qualsiasi parametro di economicità». I principi di questo comportamento sono tre: la cliente ti deve meritare, la cliente vuole soffrire, la cliente deve lamentarsi. «La fedeltà a questi semplici principi decretò il successo prima lombardo, poi planetario».
«A fronte di certe svolte, sono gli stessi neuroni a rifiutarsi di accettare l’inusitato messaggio che dovrebbero veicolare. Rimangono lì, con il loro biglietto in mano senza sapere che fare, a che ufficio indirizzarsi, a chi chiedere informazioni. Ed è proprio in quel momento che l’uomo assume quell’espressione vaga ed indefinita che fa tanto infuriare le nostre compagne. Non è il segno di non essere interessati o di non capire. Non è il supremo disprezzo per una massa inconcepibile di stupidaggini alle quali siamo sottoposti nell’arco della nostra vita. E’ solo il sintomo visibile della sospensione fisica e mentale».
«Nella sua visione del mondo, per esempio, la cerimonia, nel suo complesso, era un insieme ordinato di eventi che rispondevano a una logica consolidatasi in centinaia di anni. In fondo -pensava- non siamo i primi a sposarci al mondo. In verità si trovò di fronte a una impostazione per cui ogni minuscola decisione doveva scontare la mancata invenzione della ruota. Era come inventare da capo il mondo».
«L’uso della lista di nozze è uno dei più decisivi segnali del degradi della società occidentale. Nata come soluzione pratica al grave problema sociale dei regali doppi o inutili, essa ha ben presto trasportato l’incubo del regalo dagli sposi agli invitati creando forme di vero disturbo sociale. Le sindromi più diffuse sono la DSSNIRMCVV (Devo Sbrigarmi Se No I Regali Meno Cari Vanno Via) e la CÈPCASRCS (Come È Possibile Che Abbia Scelto Roba Così Schifosa)».
Sono tre le linee essenziali su cui si fonda la vita matrimoniale di Mario ed Elisabetta. La prima è la Santa Armonia che prevede continue riflessioni di Elisabetta sul grado di felicità raggiunto dalla coppia, ma soprattutto su quanto questa felicità appaia esternamente.
La seconda è la selezione genetica delle compagnie da frequentare, selezione rigorosamente operata da lei. La terza è l’assioma “non si può far tutto”, dove per tutto si intendono gli impegni relativi alla sfera di Mario.
«In sintesi: le persone che Mario si ostinava da un trentennio a definire amici, non erano degni né di lui né della sua nuova dignità socio-morale».
«Il nemico penetrò nel territorio indifeso e fece strame di ogni cosa. Quella comunità di ragazzoni cresciuti insieme, nutriti di cazzeggio e di prese in giro, carichi di profonde passioni sportive e musicali, incapaci di organizzare una decente difesa sistematica fu devastata dall’arrivo di una Furia che squassò in un attimo equilibri decennali».
«A questa pulizia etnica corrispose la crescita nella loro vita di una nuova generazione di eletti che, guarda caso, corrispondevano ai ceppi originari delle amicizie di Elisabetta».
«Si trattava di un blocco omogeneo di ragazzi e ragazze, ormai cresciuti e cresciute, caratterizzati da un’assoluta omogeneità sociale, da una larga preponderanza di doppi cognomi, da una salute di ferro e dalla più totale e tragica mancanza di ironia».
Sindrome di James il Piccione: «il malcapitato nutre l’illusoria pretesa di vivere una esistenza dominata dalla piena concordia dei due ceppi familiari. La malattia ha origini ancora misteriose e si manifesta fin dai primi giorni di matrimonio. Il soggetto, sulla scorta delle disponibilità manifestate dalla sposa nella fase prematrimoniale, non solo mantiene rapporti di una inconcepibile normalità con i suoi ex parenti ma cerca disperatamente di creare continue occasioni di incontro e di consuetudine».
Marcello Costantini è un tassista romano, classe 1958, un ragazzo di borgata semplice e spontaneo. «Un carattere schietto, vagamente incline al confronto fisico ed equamente ripartito tra l’amore per la mamma, la compagnia degli amici e la passione per la Roma. Un maschio. Semplice come può essere un maschio sano».
Mario sale sul taxi di Marcello a Roma e sente una sua telefonata con la moglie a proposito della cucina da scegliere. Ha un’illuminazione. «Colpito da una grande Luce, Mario realizzò la sua missione: aiutare, soccorrere, alleviare quel grande grido di dolore per far sì che ogni uomo non fosse più nudo e solo di fronte al sacro mistero femmineo».
«Gli Autogrill sono veri e propri santuari dell’infelicità maschile. La fermata alle stazioni di servizio è l’occasione di terribili reprimende nei confronti dei mariti per diversi motivi, tra i quali spiccano la protesta per l’assoluta inutilità del rifornimento (in presenza di qualche decilitro di benzina nel serbatoio) e, in assenza di qualsiasi traccia umida nello stesso, la reprimenda per l’incapacità dell’autista di programmare in maniera adeguata il rifornimento del mezzo in ragione del viaggio».
Mario Milani si rende conto in poco tempo che era stato messo in atto da parte delle mamme italiane un piano preciso per demolire qualsiasi principio di autorità maschile.
«In Italia si è diffusa l’idea che un bambino obbediente, in particolare a suo padre, “sia un po’ coglione”».
«Non è dunque il ragazzo che ha il dovere di studiare, ma il professore che deve interessare l’allievo a ciò che gli sta spiegando. Questo è il mestiere dell’insegnante. È pagato per questo. Se dunque il bambino (concezione questa estesa fino al decennio successivo allo svezzamento, dunque fino ai trent’anni) non riesce non è colpa sua, bensì di chi non è in grado di svolgere il suo compito docente».
Si trattava adesso di resettare adulti e bambini affinché questi ultimi riconoscessero l’autorità maschile, anche a costo di allontanarli dalle madri. I padri dovevano essere riprogrammati.
«Qui il punto era di riportare questi disadattati a un livello presentabile di autorevolezza e di propensione al comando in famiglia. Nei casi più semplici bastò organizzare visioni forzate di tutta la filmografia di John Wayne».
«I risultati della cura erano sorprendenti. Uomini che ormai non erano più usi neanche a esprimere una semplice opinione sulle condizioni climatiche, tornavano nel loro nido domestico con la netta sensazione di avere qualcosa da dire, poterlo fare e avere una ragionevole speranza che qualcuno dell’assise familiare potesse prenderne in considerazione il contenuto. Purtroppo non mancavano disillusioni e ricadute. Ma il lungo cammino verso il riappropriarsi del diritto all’opinione era ormai intrapreso».
«Uno degli obbiettivi del movimento milaniano fu appunto questo: rendere il più possibile perpetuo nel tempo lo stato di grazia che un uomo raggiunge nel momento in cui varca la soglia delle amate gradinate. In verità andare allo stadio è sempre stato inteso come un grande percorso di liberazione collettiva».
«Che senso ha, se non quello del rito iniziatico, il fatto che i figli maschi vengano trascinati dai loro padri allo stadio ben prima che possano lontanamente intuire le regole del gioco? E perché mai, se non per condividere il pellegrinaggio, quattro uomini che devono andare allo stadio non si trovano alle soglie del Tempio, ma si danno quattro appuntamenti diversi durante il percorso?».
«Nel giornale Mario individuò un altro dei pochi simboli di liberazione mascolina sfuggito allo tsunami femmineo di fine millennio. Un oggetto, la carta stampata, che significava ancora per il maschio la possibilità di ritagliarsi quei pochi minuti di quiete e riparo che gli venivano concessi nel corso della giornata».
«Se il calcio e il giornale rispondono a bisogni certamente fondamentali ma pur sempre limitati all’area spirituale e culturale, nell’auto il maschio esprime da sempre la totalità del suo essere».
«L’unico momento della vita maschile comparabile alla pienezza dello stato femminile in gravidanza è rappresentato dal periodo che precede il ritiro di una nuova auto. Dalle indagini preliminari alle visite ai concessionari, dalle trattative alla prenotazione, dall’acquisto fino al ritiro, il corpo maschile sviluppa una serie di ormoni e di anfetamine che lo portano a sviluppare un patrimonio genetico del tutto simile a quello della donna incinta».
«Ora, è ben noto che l’acquisto dell’auto è un momento decisivo nel processo di autostima dell’uomo medio. Questa crescita si specchia normalmente nel momento in cui questi annuncia l’acquisto del nuovo mezzo agli amici, la cui reazione è fondamentale per decidere in quale strato della società l’annunciatore verrà collocato. È stato ampiamente dimostrato che qualsiasi intervento femmineo nella scelta del mezzo porta automaticamente a dimezzare il successo sociale dell’acquisto».
Uno studio del professor Michael Hunter dell’Università di Sheffield pubblicato sulla rivista NeuroImage ha dimostrato, misurando la reazione del cervello a diversi impulsi vocali, che la voce femminile sollecita l’intera area uditiva del cervello, mentre quella maschile agisce solo sull’area sub-talamica, detta anche “Occhio del Cervello”. La voce femminile ha dunque una maggior complessità di suoni di quella maschile. Questo spiegherebbe perché l’uomo faccia fatica a intrattenere una lunga conversazione con una donna.
«Non risulta che la donna facesse parte del piano operativo dei sette giorni di lavoro. Non a caso, questo fu il risultato dell’incredibile operazione creativa: il Paradiso Terrestre, piante, fiori, frutti, animali di ogni genere e un maschio, che per comodità identificheremo con il nome di Adamo».
«Fin dai primi giorni egli era rimasto affascinato dalle forme sferiche: tondi eran l’orizzonte, la luna e i pianeti. Ma soprattutto tondi erano i frutti, le pietre e le corolle dei fiori. Un giorno gli capitò tra i piedi una mela e, con un colpo guidato dall’istinto, le diede un gran calcio. Uno Quetzalcoatlus stette al gioco e gliela rimandò con un gran esterno di sinistro. Ma prima che gli arrivasse, un Eoraptor fulvo la stoppò di petto e prima che toccasse terra gliela porse con un delicato colpo di tacco. Era fatta. Avevano trovato il modo di vivere l’Eternità».
«Tutto questo non poteva continuare così. Adamo cominciò ad avere a noia il non potersi mai misurare con un vero avversario. Entrò in depressione. Il campionato perse di interesse. Gli stadi si svuotarono. Il caso era aperto. Tutta la Creazione rischiava di avvilupparsi in un gigantesco flop. Fu allora che ad Adamo venne l’idea. Si presentò dal Principale e gli chiese di inventarsi qualcosa che gli fosse simile. Insomma, Lui era Dio. Non poteva fermarsi a metà».
«Intanto che faceva, forcava e formava, Dio pensava a quante avventure, a quante invenzioni, a quante soddisfazioni quella creatura gli avrebbe procurato. Bè, era dura ammetterlo. Ma quelle prime paia di milioni di anni erano stati ben al di sotto delle attese. Il Suo capolavoro, la luce dei Suoi occhi, l’essere a Lui simile cosa aveva combinato sfruttando il libero arbitrio? Un campionato di calcio. Mai il brillio di un’idea, l’evadere di una provocazione, il rischio di una disobbedienza. Niente. Solo calcio. Calci, goal e fuorigioco. Non poteva continuare così».
«Alla fine Adamo si trovò davanti questa nuova creatura. Simile lo era, non poteva dirsi insoddisfatto».
«Bisogna ammettere che l’inizio, circa un paio di centinaia di anni, fu incoraggiante. Eva non era francamente un asso del calcio. Un po’ debolina, dalla corsa lentuccia seppur molto abile nel tunnel. Ma era sempre meglio che lavorare alla finta di corpo del rinoceronte. Eva aveva inoltre un grande sorriso, era sempre disponibile con i ragazzi (in particolare con le tigri si era creata da subito una certa affinità) e Adamo stravedeva per lei».
«Fu allo scattare del terzo centinaio di anni insieme che le cose cominciarono a cambiare. Eva cominciò ad essere inquieta, ad avere continui sbalzi d’umore, a fare milioni di domande al povero Adamo. Una mattina ella, di punto in bianco, gli annunciò che non sarebbe andata al campo per il consueto allenamento».
«Eva continuava ad avere in sé quel patrimonio che le veniva dalla primitiva esagerazione creativa e Adamo continuava ad essere quello che aveva chiesto al Creatore qualcuno per giocare meglio al pallone».
«La donna è superiore all’uomo in virtù di una complessità che la mette direttamente in contatto con il creato e con il Creatore. L’uomo resta quello che è: una (im)perfetta macchina raziocinante che tende al Divino in una lunga strada di relatività. Il problema è che per stare su questa Terra il modello Adamo è di gran lunga più adattabile di quello Eva. Come si è detto, per Adamo il Paradiso Terrestre era un po’ sprecato. Ma per Eva non bastava. Figuratevi la Terra».
«Ogni giorno, in ogni parte del mondo, si consuma lo stesso dramma. Milioni di donne, passate le festanti fasi dell’innamoramento, aprono gli occhi e vedono la realtà del loro compagno. Non l’uomo che dà un senso alla loro esistenza ma un essere semplicemente preoccupato di niente se non di vivere un’esistenza quieta, fatta di case normali, tra le quali alcune passioni che rapidamente diventano le peggiori nemiche della sua compagna».
«Non è colpa di nessuno. Ma il motore maschile è paragonabile a quello di un Benelli due tempi, 125 cc, degli anni Settanta. Quello femminile è paragonabile al setting completo dei calcolatori della Nasa, compresi tutti i dispositivi di debugging».
«Omissione è il modo di determinare spazi di sopravvivenza, possibilmente sotto traccia».
«Omissione è la pratica di individuare piccoli spazi nei quali ritagliare quelle mezz’ore di indipendenza morale e fisica che permettono la sopravvivenza nel Vietnam giornaliero e notturno».
«L’omissione di spazio e l’omissione di tempo sono i campi pratica che devono portare all’esercizio della vera grande omissione: quella della parola. Facile e sbagliato è l’essere bugiardi. Tacere è il primo livello di esercizio del sé. Il vero obbiettivo, il punto d’arrivo del percorso di perfezione di tutta una vita è comunicare per omissione».
«Gli etologi di tutto il mondo ci insegnano che la cosa più importante è restare fermi. Può darsi che te la cavi. Con tua moglie è lo stesso. Lunghe pause. Così può accadere che improvvisamente se ne vada e ti lasci vivo».
«Teniamo sempre presente che le donne sono affascinate dall’uomo silenzioso. Un uomo silenzioso, per i suoi pari, è uno che non ha niente da dire. È spesso vicino alla stupidità. Pe le donne no. Egli è una creatura con una sua complessità, probabilmente sofferente ed è dotato di un animo nobile, capace di ascolto e comprensione».
«L’uomo, non appena allontanato da sua moglie, non può che notare una serie di effetti che ricompongono la sua armonia cosmica».
Mario Milani nel 1993 decide di mettere per iscritto i pensieri fondamentali della sua dottrina. Viene deciso innanzitutto il titolo: Ometti.
«Ometti, perché il mondo non ha mai conosciuto altra era nella sua storia in cui il nostro ruolo sia stato tanto disprezzato da ridurci, appunto a puri e semplici simulacri di ciò che fummo. Ometti, perché questa silloge di pensieri e di riflessioni deve costituire il bagaglio da viaggio di ognuno di noi dal quale estrarre, come da appositi ometti, i comportamenti atti a garantirci la sopravvivenza. Ometti, infine, perché la principale di queste regole, il pensiero centrale di questa riflessione riguarda appunto l’omissione come stile di vita atto a fronteggiare con successo la strabordante complessità dell’essere femminino. Ometti, quindi. E Ometti per questi tre motivi».
«OMETTI
ANTEFATTI
1. Sette giorni
Dio ha lavorato una Settimana. Senza creare la donna. Poi è arrivata. Sono contrario agli straordinari.
INNAMORAMENTO
4. Prima volta
L’hai vista. Le hai parlato. Hai il suo numero. Sei emozionato. L’inizio della fine.
5. Seconda
Sei completamente fuori. Cerca di vedere sua madre. Avrai un’idea di cosa ti aspetta.
7. Corteggia
Sappi che ogni cosa ti inventi oggi, diventerà un atto di accusa domani. O anche oggi pomeriggio.
RICHIESTA DI MATRIMONIO
14. Sordi
Ti sei deciso? Prima di affrontare l’irreparabile, ripetiamo insieme con Albertone: “Sposarmi? E perché dovrei mettermi in casa un’estranea?”.
PREPARATIVI
17. Due mesi
Se due mesi prima del matrimonio non riconosci più la tua fidanzata, cominci a conoscere tua moglie.
ADDIO AL CELIBATO
21. Amici
Che bello passare questa notte con i tuoi amici. Approfitta per dar loro dei nomi in codice. Tra poco li potrai vedere solo in clandestinità.
SESSO
29. Freud
L’auto è il prolungamento del pene. Prestala a tua moglie e scoprirai cosa pensa del tuo sesso.
AMICI
30. Inadeguatezza
Sarà tua moglie a farti scoprire come le tue trentennali amicizie siano completamente inadeguate alla tua personalità.
33. Socialità
Hai voluto fare una battuta su tua moglie di fronte ai suoi amici? Hanno riso? Perché non riesci a toglierti dalla mente il sinistro brillio del canino della tua signora?
34. Attese
Sforzati di considerare l’ora di attesa per i saluti di fine serata di tua moglie come il tuo personale contributo all’armonia cosmica.
FAMIGLIE
35. Colpa
La tua colpa più grave? Non essere stato generato direttamente da tua suocera. Convincitene.
36. Novità
Grazie a tua moglie hai una nuova famiglia: la sua.
37. Felicità coniugale/1
Il segreto: tu non hai mai avuto una madre.
38. Felicità coniugale/2
A completamento: nel caso tu sia orfano, sei figlio unico.
45. Natale
Non solo tua madre a 80 anni pretende ancora di passare la vigilia con voi. Bisogna anche andare a prenderla a casa. Renditi conto.
DIALOGO
50. Sopravvivenza
Ometti, ometti, ometti.
51. Posizione
L’opinione è un lusso adolescenziale. Sforzati di indovinare qual è la posizione che tua moglie vorrebbe che tu avessi.
52. Risposte
Calma. Rifletti. Pondera. Rispondi alla domanda di adesso pensando alle quattro successive.
56. Fondo
Continui a pensare che peggio di così non potrà andare? Continuerai.
57. Temperature
Discutere con tua moglie del caldo e del freddo che fa in casa è come confrontare le opinioni di due ciechi sul colore di un tramonto.
58. Soli
Che bello quando i figli saranno grandi e voi tornerete a essere completamente soli…Aspetta, non scappare! Stavo scherzando!
ALTERNATIVE
73. Probabilità
Se non ti assilla da dieci giorni, è probabile che abbia un altro.
VITA INSIEME
80. Scrupoli
Hai rimpianti? Ti tormenta il ricordo di una fidanzata del passato? Non ti preoccupare per lei. Avrà certamente trovato qualcun altro cui massacrare la vita.
81. Dolcezza
Passi ore a guardarla nel sonno. E vorresti che non si svegliasse mai.
82. Solidarietà
Cambierà, cambierà con il passar degli anni. In peggio.
86. Compromessi
Tu vuoi andare al mare. Lei in montagna. Puoi sempre andare a Cervinia con le pinne.
FIGLI
96. Bianca
Sei cretino? Perché non ti convinci che passare una settimana in montagna con bambini e bambinaia è il più grande sacrificio della terra?
VEDOVANZA
100.Testamento
Ti lascio».