Riccardo Ruggeri, ItaliaOggi 24/4/2015, 24 aprile 2015
SONO PROSSIME LE SERATE IN TERRAZZA. IL DILEMMA IMMIGRAZIONE-RIFUGIATI È UN ARGOMENTO CHE TIRA. PER SOLIDARIETÀ NE BENEFICERANNO I VU CUMPRÀ
Quando scoppiò il caso del barcone rovesciato, scrissi a caldo un tweet «Che fare? Tacere, disgustati». Per quattro giorni ho taciuto, nel frattempo il disgusto è aumentato, il disgusto delle chiacchiere a fondo perduto. Tutti i leader hanno fatto la loro «dichiarazione-pisciatina», quella di Salvini, banale come tutte le altre, è diventato il vero oggetto del contendere. Giornali, talk show, radio, TV, dopo una rapida sintesi del fatto e la commozione di circostanza (sono fantastici, osservateli con la loro bocca a culo di gallina fingere sentimenti alti), hanno seppellito i morti e la politica sull’immigrazione in fondo al mare, e hanno cominciato ad accanirsi contro la felpa di Salvini. Lui ha risposto con lo stesso stile intellettualmente scurrile degli altri. Berlusconi, alla disperata ricerca di uscire dal suo, immagino, insopportabile cerchio magico, si è candidato a un non meglio precisato ruolo di Commissario. Mogherini, che Commissaria, oltretutto pure «Alta», è già, ha avuto un’intuizione geniale, ben sintetizzata dal tipico linguaggio della Leopolda: «Dobbiamo andare alla radice del problema». Ha chiuso, sbeffeggiando un «eurodeputato», neppure degno di avere un nome, sul termine «blocco navale». Stante il loro carattere fumantino, non si erano capiti. Renzi si riferiva a quelli «offensivi» (tipo Spartani-Porto di Atene dopo la battaglia di Egospotami ovvero tipo Usa-Cuba per i missili sovietici), Salvini a quelli «difensivi» (tipo Australia-immigrati indonesiani).
Non essendo né un esperto di immigrazione come Saviano, né un politico puro come Renzi, Berlusconi, Salvini, provo a studiare il problema secondo i protocolli del management: analizzare, decidere, implementare.
Primo. Chi è il Nemico? Facile, l’organizzazione criminale dei mercanti di schiavi ma pure gli Stati, costieri (e no), che lo permettono. Qui emerge l’originalità del modello di business dei mercanti di schiavi 2.0. Quelli dei secoli scorsi erano degli imprenditori che razziavano nella foresta negri (allora si diceva così), li caricavano di forza sui velieri, li vendevano fob porto americano, venivano pagati dai proprietari terrieri, solo alla consegna, e con un severo controllo di qualità (i mercanti di schiavi avevano interesse a presentarli in forma). Oggi, quelli 2.0, curiosamente sono pagati proprio dagli schiavi, e lo sono anticipatamente, trattarli bene è un optional, idem che muoiano. Come dice Mogherini, la «radice» è lì. Giusto! Le leadership italiane ed europee devono smetterla di chiacchierare e di palleggiarsi le responsabilità fra di loro, devono scegliere una strategia e procedere con la sua «execution».
Secondo. «Immigrati e Rifugiati sono la stessa cosa o no?» Questa domanda è dirimente per definire una strategia, ci vuole una scelta politica chiara e netta. Secondo le élite del Paese (Saviano è il loro mentore) sì, secondo il popolo bue no. Renzi decida, gli compete. Se sceglie «sì», li mandi a prendere tutti con i traghetti della Tirrenia, se sceglie «no» selezioni in loco i soli rifugiati e si opponga con la forza all’ingresso degli immigrati. Se non si sente all’altezza, indìca un referendum popolare: lasci la parola a noi, ognuno voterà secondo coscienza.
Terzo. Se Renzi non è in grado di decidere, e neppure di indire un referendum? Lo dica chiaramente. Andremo avanti così: discorsi alti, emozioni represse, insulti reciproci fra miserabili avversari politici. Sta per iniziare il periodo delle serate in terrazza, a seguire le giornate sotto l’ombrellone, il dilemma immigrazione-rifugiati è argomento che «tira», per solidarietà ne beneficeranno le vendite dei «vù cumprà». In fondo, anche questo è Pil.
Riccardo Ruggeri, ItaliaOggi 24/4/2015