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 2015  aprile 23 Giovedì calendario

CARO RENZI NON TI REGGO PIÙ

Il consenso a un governo non è fatto con l’Imu); e poi c’è il depotenziamento soltanto di atteggiamenti dell’opinione pubblica. Oltre ai singoli cittadini, ai giornali, alle televisioni, alla rete, ci sono le forze sociali organizzate e i cosiddetti corpi intermedi. Ma a che punto siamo, con le forze che stanno a mezza strada fra la società e la politica? Chi sta con Matteo Renzi e chi gli rema contro? Dopo un anno abbondante di governo, mi pare che solo due attori si siano posizionati in modo netto, e probabilmente definitivo: la Confindustria e la Cgil. L’organizzazione degli industriali, specie a livello centrale, appare sempre più convintamente dalla parte del governo. Ed è difficile darle torto: Renzi, sia pure pasticciando con la retroattività, ha comunque alleggerito l’Irap, forse la più odiata delle imposte (a pari merito con l’Imu); e poi c’è il depotenziamento dell’articolo 18 per i neoassunti, nonché, ancora più importante, la soppressione dei contributi a carico del datore di lavoro per i nuovi contratti a tempo indeterminato. Un bel capovolgimento di filosofia rispetto al passato, quando, per spingere ad assumere a tempo indeterminato, anziché abbassare i contributi dei posti di lavoro stabile si alzavano ancora di più i già altissimi contributi del lavoro a termine. Su posizioni opposte la Cgil, nelle persone di Susanna Camusso (segretario generale della Cgil) e Maurizio Landini, leader dei metalmeccanici e star televisiva contesa da tutti i talk show.
A Landini e Camusso Renzi proprio non va, e la cosa potrebbe anche non stupire, visto che piace così tanto agli industriali. Ma in realtà le cose sono meno semplici di come appaiono. Renzi non piace al sindacato non tanto per quel che fa, ma nonostante quello che fa: il bonus da 80 euro non è certo un provvedimento antioperaio, e il contratto a tutele crescenti, accoppiato con la decontribuzione, non potrà non ridurre la quota dei contratti precari a favore si quelli stabili. La vera ragione per cui il sindacato continua a osteggiare Renzi è che, per la prima volta da decenni, c’è un governo che se ne infischia dei sindacati, e si guarda bene dal coinvolgerli nelle decisioni più importanti.
In mezzo, a metà strada fra Confindustria e sindacato, stanno un po’ tutte le altre forze organizzate della società italiana, in una posizione che si potrebbe definire attendista. Annusano l’aria, in attesa di capire le intenzioni di Renzi. Agricoltori, artigiani, commercianti, autotrasportatori, notai, magistrati, insegnanti, impresari, proprietari di case, fondazioni bancarie, tutti quanti aspettano di capire se è più utile mettersi di traverso o cercare di strappare esenzioni, concessioni, agevolazioni, sussidi, leggine.
La tenuta del governo dipenderà anche dal modo in cui Renzi riuscirà a gestire questo variopinto mondo di interessi organizzati. Con due insidie su tutte, per quel che riesco a immaginare: lo scontento dei commercianti, se Renzi procederà a un nuovo aumento dell’Iva, e l’esasperazione del mondo che ruota intorno all’edilizia, se Renzi non si deciderà ad alleggerire le imposte sulla casa.