Notizie tratte da: Antonio Di Bella # Je suis Paris # Mondadori 2015 # pp. 132, 16 euro., 23 aprile 2015
Notizie tratte da: Antonio Di Bella, Je suis Paris, Mondadori 2015, pp. 132, 16 euro.Vedi Libro in gocce in scheda: 2316057Vedi Biblioteca in scheda: 2311300Torre Eiffel Quando Adolf Hitler si recò a Parigi per vedere la Torre Eiffel
Notizie tratte da: Antonio Di Bella, Je suis Paris, Mondadori 2015, pp. 132, 16 euro.
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Torre Eiffel Quando Adolf Hitler si recò a Parigi per vedere la Torre Eiffel. Era il 23 giugno 1940. Atterrato con il suo quadrimotore alle cinque e trenta del mattino al Bourget, fece un giro della città di sole tre ore e
mezzo (all’alba, per timore di attentati) e, dopo essersi fatto riprendere dalle cineprese sul Trocadéro con vista sulla torre, chiese di salirci. Invano: gli ascensoristi risposero che tutti gli ascensori erano guasti e che se avesse voluto salire avrebbe dovuto farlo a piedi: 1665 gradini. Il Führer girò i tacchi e se ne andò. Il guasto era inventato. Gli ascensoristi avevano rischiato la vita per salvare, a modo loro, quel che restava dell’onore perduto della Francia.
Charlie Hebdo Dopo l’attentato alla redazione di “Charlie Hebdo”, domenica 11 gennaio 2015 due milioni di cittadini hanno manifestato per dire no al terrorismo. Qualcuno ha scritto che per trovare un’altra manifestazione di così ampia portata bisogna tornare indietro di un secolo e mezzo, al 1° giugno 1855, quando si tennero i funerali di Stato di Victor Hugo.
Liberazione Il 26 agosto 1944, all’indomani della liberazione di Parigi, i francesi che acclamarono il generale Charles de Gaulle sugli Champs-Élysées non superarono la cifra del milione.
Place de la République Place de la République, la più grande piazza pedonale di Parigi, copre una superficie di due ettari. Sul lato sud-ovest c’è il Monde et médias, un padiglione trasparente, con le pareti di vetro, che, oltre a ospitare un elegante caffè, è sede di conferenze e workshop.
Hôtel Lambert 1 L’Hôtel Lambert, uno dei più antichi palazzi di Parigi sull’Île Saint-Louis, lungo la Senna. Costruito fra il 1640 e il 1644 dall’architetto Louis Le Vau per il finanziere Jean-Baptiste Lambert. Gli interni furono decorati dai pittori Charles Le Brun, François Perrier e Eustache Le Sueur. Qui si amarono nel 1740 Voltaire e la marchesa Émilie du Châtelet; e sempre al Lambert abitarono George Sand e il compositore Chopin. In anni più recenti, ad ammirare il panorama della Senna da queste finestre è stata l’attrice francese Michèle Morgan, poi il barone Guy de Rothschild con la moglie Marie-Hélène.
Hôtel Lambert 2 Nel 2007 i Rothschild vendono l’ Hôtel Lambert: prezzo richiesto, ottanta milioni di euro. A comprare è il principe del Qatar, Hamad bin Khalifa al-Thani. Il principe dà subito avvio a un’imponente ristrutturazione: parcheggio sotterraneo, ascensori, innalzamento dei muri di cinta. La polemica esplode violenta. La sovrintendenza blocca i lavori. Sui giornali francesi si polemizza con gli “invasori” arabi irrispettosi dell’arte e della cultura. Si trova un compromesso: un architetto stimato, Alain-Charles Perrot, si incarica di sovrintendere alla ristrutturazione, promettendo di contemperare le esigenze del neoproprietario con la sacralità del luogo. Le polemiche si affievoliscono e i lavori proseguono indisturbati. Fino al 10 luglio 2013, quando scoppia un incendio causato, pare, proprio per una disattenzione di chi stava compiendo gli imponenti
lavori di ristrutturazione. Le fiamme (e anche l’intervento dal tetto dei pompieri) ha distrutto in particolare il “cabinet des bains” dipinto da Le Sueur.
Hôtel de Crillon Il più noto, fra gli alberghi, è l’Hôtel de Crillon, in place de la Concorde. Costruito nel 1758, è rimasto chiuso sei mesi per i lavori di ristrutturazione di un altro gruppo collegato agli Stati del Golfo, il Rosewood. «La tradizione di queste ristrutturazioni prevede un’asta per tutti i mobili e le suppellettili che vengono dismessi. Poco prima dell’apertura dell’asta ho fatto un giro fra tavolini del Settecento, letti con baldacchino e posateria d’argento. Accanto a un letto matrimoniale, noto una foto di Claudia Cardinale. Mi spiegano che qui ha dormito l’attrice italiana. I parigini possono acquistare e portarsi a casa pezzetti del loro illustre passato».
Ristrutturazioni Il gruppo arabo Constellation Hotel Holdings ha investito 335 milioni di euro nella ristrutturazione dell’Hôtel InterContinental Paris, del vecchio Hôtel Concorde La Fayette (diventato Hyatt Regency Paris Étoile) e dell’Hôtel du Louvre (ribattezzato Hyatt’s Andaz). Anche in quest’ultimo caso l’“invasione” araba ha sollevato qualche polemica. La Constellation Hotel Holdings del Qatar è diventata proprietaria, assieme al palazzo dell’Hôtel du Louvre, anche dell’adiacente libreria Delamain. Si tratta della libreria più antica di Parigi. Fondata nel Settecento sotto le arcate della Comédie-Française, si spostò all’attuale indirizzo, il numero 155 di rue Saint-Honoré, nel 1906. La nuova proprietà qatariota ha alzato il canone di affitto a un livello insostenibile per il bilancio della libreria, e il rischio della chiusura si è rivelato sempre più concreto. Un altro pezzo della vecchia Parigi costretta a emigrare altrove di fronte al potere economico degli Stati del Golfo.
Paris Saint-Germain 1 Il Paris Saint-Germain (psg), la squadra di calcio di Parigi. Fondata nel 1970, il suo stemma raffigura una Torre Eiffel di colore rosso su fondo blu. Le gare interne vengono disputate al Parco dei Principi, lo stadio di media capienza che si trova al 24 di rue du Commandant Guilbaud.
Paris Saint-Germain 2 Sarkozy, da sempre tifoso sfegatato del Paris Saint-Germain, tanto da essere ribattezzato dal giornale “Libération” “il numero 12 del psg”, ha cominciato a manifestare preoccupazione di fronte ai segni sempre più evidenti della profonda crisi finanziaria che aveva colpito il club all’inizio degli anni Duemila. Ad arrivare in soccorso è stato l’emiro Hamad bin Khalifa al-Thani, buon amico di Sarkozy. Per entrare in possesso di una quota corrispondente al 70 per cento del psg, il fondo sovrano Qatar Sport Investments ha sborsato nel maggio 2011 la cifra di cinquanta milioni di euro. Poi ne ha aggiunti quasi il doppio per una campagna acquisti milionaria che sembrava non avesse fine, tanti e tali erano i campioni del calcio mondiale disposti a lasciare i propri club per passare nelle file della squadra parigina.
Avenue Montaigne 1 La strada più cara di Parigi è avenue Montaigne, dove si affacciano tutti i negozi della moda di lusso: Valentino, Prada, Armani, Chanel, Loro Piana, ecc. Qui fanno shopping le mogli degli oligarchi russi del petrolio, le favorite degli emiri del Golfo a capo coperto, fino alle signore delle nuove borghesie emergenti: oggi in avenue Montaigne si sente parlare indiano e brasiliano.
Avenue Montaigne 2 In avenue Montaigne i prezzi al metro quadro degli immobili sono degni del suo soprannome: “il triangolo d’oro”. Carlo De Benedetti lo sa bene perché ha venduto il negozio che controllava, al 51 di avenue Montaigne, a Chanel, che ha deciso di acquistare dopo anni di affitto. Per 600 metri quadri, Chanel ha pagato a De Benedetti 140 milioni
di euro: vale a dire 230mila euro al metro quadro. D’altronde, l’affitto non era regalato: un canone da 2 milioni di euro all’anno.
Avenue Montaigne 3 Il ristorante più alla moda di avenue Montaigne si chiama L’Avenue. Fuori dal ristorante, Porsche, Lamborghini e Maserati parcheggiate in seconda fila dal voiturier (tradizione parigina per evitare ai vip la fatica del parcheggio). Ai tavoli si possono trovare i calciatori del Paris Saint-Germain (Ibrahimovic in testa), cantanti (Mika), imprenditori
di tutto il mondo (Della Valle è di casa). «Non sperate, però, di ottenere uno dei tavoli all’aperto vicino all’ingresso. Le altere e affascinanti cameriere dell’Avenue sono istruite a selezionare la clientela secondo un criterio “estetico”: solo se siete una celebrità o avete il fisico di una top model otterrete un posto in prima fila. Altrimenti verrete fatti accomodare in tavoli più defilati. Una tradizione comune anche a molti altri ristoranti di grido parigini. La tv France 2 l’ha smascherata inviando giornalisti travestiti da clienti: quelli eleganti e glamour hanno trovato i tavoli migliori. Gli altri sono stati fatti accomodare in ultima fila e in alcuni casi respinti».
Hotel Plaza Athénée 1 Fra Chanel e Valentino c’è un grande edificio ottocentesco che interrompe la serie di vetrine di moda. È il palazzo che ospita dal 1911 l’Hotel Plaza Athénée, uno dei simboli del lusso parigino. Gli uscieri in livrea e cappello a tuba vigilano sulle Lamborghini personalizzate (colore preferito: oro) e sulle Ferrari, quasi tutte con targa di Emirati arabi, Qatar o Kuwait. Una sfilata che forse farebbe storcere
il naso a Christian Dior che prese casa nel 1947 in avenue Montaigne e fece del Plaza la sua seconda dimora, lanciando così la sua leggenda. D’altronde l’elenco degli ospiti illustri è infinito: dalla spia Mata Hari (che qui fu arrestata) a Joséphine Baker, Rodolfo Valentino, Grace Kelly, Michael Jackson, Penélope Cruz...
Marlene Dietrich Nelle stanze del Plaza sbocciò l’amore fra Marlene Dietrich e Jean Gabin. Lei si trasferì lì dopo aver vissuto all’Hotel Lancaster in 7 rue de Berri assieme alla figlia per tre anni, fino al 1938. La sua idiosincrasia verso qualsiasi forma di disturbo o di inconveniente che
scalfisse l’ordine di una dorata quotidianità fece sì che l’intero personale del Lancaster si comportasse come la sua servitù personale, assecondando ogni sua mania (vietato il rumore dell’aspirapolvere vicino alla sua suite, la numero 45). Tutte fisime spazzate via dal travolgente amore per Jean Gabin, consumato fra gli stucchi del Plaza Athénée prima dell’inizio della Seconda guerra mondiale. Una passione intensa ma breve. Troppo forti le due personalità. La leggenda vuole che si siano lasciati perché lei non intendeva condividere lo stesso bagno. Lui si infuriò e se ne andò per questo. La Dietrich non se lo perdonò mai e scelse di finire la sua vita in un palazzo antistante l’hotel, in avenue Montaigne al numero 12, quasi a contemplare il luogo del suo unico amore. Qui passò gli ultimi undici anni della sua esistenza, prima ordinando al ristorante Maison d’Allemagne, ora scomparso, piatti tipici che le ricordavano le sue origini berlinesi (crauti e
Leberwurst soprattutto, tormentando lo chef tedesco Marcus Auer), a tutte le ore del giorno e della notte, poi, quando si era ridotta ormai a letto, scaldando il suo cibo su una piastra termica, senza uscire mai di casa.
Sabrina Ferilli Sempre al Plaza Athénée si dice sia sbocciata la storia d’amore fra Sabrina Ferilli e l’ex direttore generale della rai, Flavio Cattaneo.
Hollande 1 Il portone del numero 20 di rue du Cirque è di un colore blu scuro discreto. Per arrivarci dal palazzo dell’Eliseo bastano dieci minuti a piedi. Il presidente Hollande ci veniva accompagnato in moto, sul sellino posteriore, protetto da un casco integrale. Qui consumava i suoi incontri amorosi clandestini con la giovane attrice Julie Gayet, un segreto di pulcinella. Tutti lo sapevano a Parigi, ma non la compagna ufficiale del presidente Valérie Trierweiler. Così, quando il settimanale scandalistico “Closer” ha messo in prima pagina le foto del presidente centauro, Hollande ha dovuto confessare tutto in una drammatica notte di psicodramma familiare. «Non abbiamo mangiato né dormito quella notte» racconterà poi Valérie, «io sono corsa in bagno, ho afferrato la scatola dei sonniferi, lui mi ha inseguito cercando di strapparmela di mano; le pillole si sono sparse sul letto, io ho cominciato a prenderle e a ingoiarle a manciate.» Valérie finirà all’ospedale Salpêtrière, privata dei telefoni cellulari e sorvegliata a vista dagli uomini dell’Eliseo per evitare di peggiorare una situazione già abbastanza imbarazzante. Precauzioni vane. Dopo un periodo di silenzio, nell’autunno 2014 Valérie dà alle stampe il suo libro-vendetta, Grazie per questo momento.
Hollande 2 Hollande avrebbe proposto a Valérie un’ultima notte d’amore prima dell’addio.
Sdentati Nel libro Grazie per questo momento, Valérie racconta che il presidente disprezzava la famiglia di lei, di umili origini (la mamma cassiera, il padre invalido), e definiva con dileggio i poveri les sans dents, “gli sdentati”.
Trucco Una sera Valérie si attardava a truccarsi prima di uscire.
«Ci metti così tanto per farti bella» chiese Hollande.
«Sì, un po’» risponde lei.
«Strano, in fondo non ti si chiede altro.» (dal libro Grazie per questo momento)
Milione Il libro Grazie per questo momento ha fatto incassare alla sua autrice Valérie Trierweiler oltre un milione di euro.
Pitt-Jolie Brad Pitt e Angelina Jolie per sposarsi hanno scelto il Sud della Francia, la grande tenuta comprata per due milioni e mezzo di dollari nel 2009 a Miraval, nella regione del Var, vigne a perdita d’occhio (quattrocento ettari di parco, di cui trenta destinati a vitigni biologici).
Vino Pitt è un orgoglioso produttore di vino: il suo Jolie-Pitt & Perrin Miraval Côtes de Provence Rosé ha raggiunto nel 2012 l’84ª posizione nella lista dei 100 migliori vini del mondo secondo “Wine Spectator”.
Rane A New York i francesi vengono definiti con disprezzo frogs, rane.
Case 1 Secondo la rivista on line “Atlantico”, alla domanda se sia facile trovare una casa in città risponde sì solo il 2 per cento dei parigini, contro il 14 per cento dei londinesi, il 24 per cento dei praghesi e il 51 per cento dei berlinesi.
Case 2 Secondo la legge francese, un appartamento deve essere al minimo di nove metri quadrati e avere bagno ed elettricità ma sono moltissimi i padroni di casa senza scrupoli che violano la legge. Secondo la fondazione Abbé Pierre sono 800mila le case sovrappopolate a Parigi. Un dato che stride con i molti
appartamenti che i proprietari preferiscono tenere vuoti in attesa che i prezzi salgano ulteriormente. Secondo “The Guardian” in Europa ci sono 11milioni di appartamenti vuoti, due milioni e 400mila dei quali in Francia.
Rosetta 1 Nella sede dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea, il 12 novembre 2014 si è festeggiato il successo della missione spaziale Rosetta. La sonda Rosetta, fabbricata in Europa con una parte consistente di tecnologia italiana, ha viaggiato per dieci anni nello spazio percorrendo cinquecento milioni di chilometri ed è riuscita a depositare delicatamente un piccolo robot, Philae, sulla superficie della cometa “Tchouri” (Chury), diminutivo del nome completo, 67P/Churyumov-Gerasimenko, dai nomi dei cosmonauti che l’hanno scoperta. Il piccolo robot – che ha le dimensioni di un frigorifero ma per l’assenza di gravità pesa meno di un grammo – al momento dell’impatto con il suolo ha rischiato di rimbalzare di nuovo nello spazio. Ma alla fine tutto ha funzionato e l’Esa ha cominciato a ricevere dati e foto dal posto più lontano mai raggiunto nella storia delle imprese spaziali.
Rosetta 2 L’astrofisica Ersilia Vaudo Scarpetta, capo coordinamento degli Stati membri dell’Esa: «È un’impresa eccitante perché è il coronamento di un lavoro immenso. Abbiamo dovuto mettere Rosetta in ibernazione, spegnendo tutte le batterie per poter risparmiare energia. Per raggiungere “Tchouri” (Chury) abbiamo utilizzato l’energia gravitazionale di diverse orbite planetarie. Poi, con un timer, abbiamo riacceso le batterie ed effettuato la delicatissima
operazione di atterraggio su una superficie irregolare come quella della cometa».
Rosetta 3 Con l’operazione Rosetta «possiamo per la prima volta indagare sull’origine delle comete e capire, forse, il mistero dell’acqua sul nostro pianeta. In qualche modo saremo più consapevoli delle nostre origini e anche della nostra fragilità. Mai siamo andati così lontani, ai confini del nostro sistema solare. E adesso proseguiremo il nostro viaggio assieme alla cometa verso il Sole. Per noi è come il giorno dell’uomo sulla Luna. Una vittoria per l’Europa. La dimostrazione di dove si possa arrivare lavorando insieme su questo continente» (l’astrofisica Ersilia Vaudo Scarpetta).
Brigitte Bardot 1 Nella zona di La Muette, la parte bassa del sofisticato XVI arrondissement, c’è un palazzo da fiaba. Qui abitava Brigitte Bardot ai tempi del suo breve matrimonio, era il 1966, con Gunter Sachs, il miliardario tedesco. Quattrocento metri quadri su due livelli di un edificio costruito nel 1902: dieci camere da letto, dieci bagni, un salone con pavimento di marmo bianco, cucina, ufficio, sala da biliardo, mini discoteca ispirata allo Chez Régine Club, un locale parigino chic degli anni Sessanta, e giardino interno.
Brigitte Bardot 2 Il suo primo film famoso, E Dio creò la donna, fu un mezzo fiasco in patria. Troppo espliciti gli ammiccamenti sessuali. Il cinema a quell’epoca era ancora considerato, in larga parte, un rassicurante passatempo per famiglie. La potente Chiesa cattolica francese mostrò irritazione. Si organizzarono cortei davanti ai (pochi) cinema dove il film era programmato. «Brigitte, non credi di aver esagerato?», era scritto su alcuni cartelli di protesta. Del tutto opposta fu la reazione suscitata dal film negli Stati Uniti. Lì E Dio creò la donna fu ribattezzato “E Dio creò la Bardot”. Il suo viaggio promozionale a New York fu trionfale e i giornali la associarono a un altro sex symbol esordiente di quegli anni: Marilyn Monroe.
Brigitte Bardot 3 Gunter Sachs, dopo averla sedotta lanciando da un elicottero migliaia di petali di rosa sulla sua villa di Saint-Tropez, la portò in aereo fino a Las Vegas per un matrimonio lampo.