Gian Marco Chiocci, Il Tempo 19/4/2015, 19 aprile 2015
CAPITALE STANCA DI PAGARE. AVVISATE IGNAZIO
Ieri volevamo chiedere conto al sindaco Ignazio Marino della stangata che sta preparando ai danni dei romani. Non abbiamo potuto. Lui era dal barbiere, i suoi 8 uomini di scorta hanno aggredito e bloccato il nostro fotografo e il nostro cronista. Sequestrati per ore. Non potendo parlare con lui chiediamo a chi è più vicino a Marino di fare qualcosa. Dica a Ignazio che non può continuare a tassare e tartassare i romani come se fossimo a Las Vegas e la crisi riguardasse emisferi lontani dal Colosseo. Gli ricordasse che non può pensare di massacrare chi l’ha votato, e anche chi non ha fatto questo errore, con sanzioni salatissime legate all’uso di auto, moto e motorini, con rincari stellari sulla Ztl e strisce blu, con i prossimi ecopass, con una crescita esponenziale degli autovelox e delle contravvenzioni per ogni minima infrazione stradale. Lo faccia rinsavire perché non può incentivare l’esodo delle autovetture dal centro storico (e adesso anche dal più ampio «anello ferroviario») senza offrire uno straccio di servizio alternativo a chi non ha la fortuna di lavorare sotto casa e deve farsi decine di chilometri col rischio di pagare extra non dovuti. A Roma non funziona niente che possa supportare l’utopistica città giardino sognata dal primo cittadino. Zero parcheggi, trenini da terzo mondo, metropolitane insufficienti, linee dei bus tagliate. Se proprio occorre fare cassa, chi può lo incoraggi a togliere i soldi per i campi rom e i milioni degli immigrati alle cooperative amiche.
Gli faccia capire che è ora di risparmiare sugli sprechi infiniti della farraginosa macchina comunale e che il tesoro perso ogni mese con Affittopoli avrebbe potuto alleviare la quotidianità dei residenti.
La città è stanca. A mani giunte implora voi, consiglieri ristretti e cerchi magici di Marino, di dissuadere il sor Ignazio dallo scherzare col fuoco perché poi l’aumento delle imposte a un popolo senza speranze porta a far rotolare teste come nell’Ancien Régime. In attesa dell’autobus che non arriva e della metro che non parte, la gente l’altra mattina è passata alle vie di fatto essendo giunta al capolinea della sopportazione. Un conto è tirare la cinghia in tempi di crisi, un altro insaponare la corda e impiccare chi non ha colpe. Sussurrate al Mastro Titta del Campidoglio di mettersi una mano sulla coscienza e soprassedere ai rincari. Invitatelo a passare alla storia con un pubblico ripensamento sul piano del traffico altrimenti verrà ricordato come il primo cittadino di Equitalia che scorrazzava in centro, senza averne titolo, con una panda rossa poi rivenduta alla consorte dopo aver cambiato misteriosamente la targa.
Gian Marco Chiocci