Paolo Siepi, ItaliaOggi 21/4/2015, 21 aprile 2015
PERISCOPIO
Nichi Vendola con il suo illusionismo (solo un mago come Nichi poteva riuscire nell’impresa di dar vita a una grande scissione in un piccolo partito nato da una precedente scissione e di diventare, con un lampo di genio, il Raffaele Fitto del comunismo, solo un filino più irrilevante). Claudio Cerasa. Il Foglio.
9 febbraio 2012: «Obama promuove Monti». 18 ottobre 2013: «Obama promuove Letta». Pure Merkel, Hollande e tutti gli altri capataz mondiali non fanno che «promuovere» gli ometti che si succedono a Palazzo Chigi, immancabilmente «colpiti» e «impressionati» dalle loro «riforme», ovviamente «strutturali» e all’insegna della «crescita». Appena vide Monti, Obama proruppe: «Ho piena fiducia nella leadership di Monti e voglio solo dire quanto noi apprezziamo la poderosa partenza e le misure molto efficaci che sta promuovendo il suo governo». Un anno e mezzo dopo, al cospetto di Letta jr, non riuscì a trattenersi: «Non potrei essere più colpito dall’integrità, dalla profondità di pensiero e di leadership di Enrico Letta». Adesso tocca a Renzi, ultimo leader europeo ricevuto alla Casa Bianca dopo 14 mesi di anticamera punitiva per la sua politica estera filorussa, in perfetta continuità col putinismo berlusconiano. E Obama ha reinserito il pilota automatico: «Sono molto colpito dall’energia di Renzi e impressionato dalle sue riforme», ovviamente per la «crescita». Ancora una volta i giornali italiani perdono la memoria, i freni inibitori e soprattutto le bave. Marco Travaglio. Il Fatto.
Il grande sociologo francese Gaston Bouthoul nel suo libro Le guerre ci dice che è sbagliata la nostra idea secondo cui la società è normalmente in pace ed entra in guerra a causa di pericoli e minacce. Le guerre ci sono perché ci sono molti maschi giovani aggressivi a cui piace la lotta e sono pronti a seguire demagoghi e capi che danno luogo a rivolte, guerre e rivoluzioni. Oggi in Cina e in Russia i giovani sono pacifici perché rigorosamente inquadrati. In Europa perché organizzati in scuole e imprese, negli Stati Uniti perché hanno uno sfogo nell’esercito. Ma vi sono zone, in Africa e in Asia, in cui vivono 300 milioni di giovani senza uno Stato forte e disciplinato che li educhi alla pace. È da lì che sono usciti gli islamisti del Boko Haram e quelli che fanno massacri nelle Filippine, nel Pakistan, in Afghanistan, in Somalia, in Iraq, nello Yemen, in Egitto, in Libia, nel Maghreb. Francesco Alberoni. Il Giornale.
La squadra del Parma in due mesi ha cambiato sei presidenti e tre proprietari, ha un debito cresciuto del 1.200% in sette anni, la Procura ne ha chiesto il fallimento. All’origine della triste farsa del Parma c’è Tommaso Ghirardi: dal liquidatore della Parmalat aveva ricevuto una società libera dai debiti e ne ha fatto carne da macello. Dell’imprenditore bresciano si diceva che «ha la faccia sorridente di uno che non ha mai fatto cattivi pensieri», ma non sempre la fisiognomica c’azzecca. Ora è indagato per bancarotta fraudolenta, ha lasciato un buco di 200 milioni di euro, ha finto di regalare alla squadra il centro sportivo di Collecchio. Gian Antonio Stella. Sette.
L’ipocrisia fu sconfitta in America, ma non in Italia. La sinistra italiana, con alcune eccezioni, oggi trova più redditizio scandalizzarsi per i verbi che non per lo scempio di dignità umana, a cominciare dall’obbligo scolastico evaso e deriso dai rom adulti. Recentemente al Tg3 Linea Notte si assisteva all’incredibile spettacolo della conduttrice che regolarmente zittiva Alfio Marchini, figlio del generone rosso degli imprenditori comunisti e partigiani, che si sforzava di confermare il dato di fatto sotto gli occhi di tutti: i rom non ne vogliono sapere di integrazione, non ne vogliono sapere di istruzione, non ne vogliono sapere di legalità, educando i loro bambini a deridere sia le leggi sia la polizia, come hanno fatto le due ragazzine certe della loro impunità. Paolo Guzzanti. Il Giornale.
La religiosità popolare italiana, ma segnatamente napoletana e siciliana, era venata d’un forte paganesimo. La Chiesa post conciliare ha considerato quale suo compito precipuo di estirpare tale paganesimo. Col risultato di estirpare la religione affatto. Oggi la plebe della 167 o di San Giovanni a Teoduccio o di Piscicola crede nel Testimoni di Geova, negli Evangelici o negli astrologi e nelle fattucchiere televisive; o non crede affatto. Paolo Isotta, La virtù dell’elefante. Marsilio, 2014.
Gli italiani e in generale i latini e i mediterranei all’inizio, nel sacrario di El Alamein, sono compunti e commossi. I commendatori provano un grosso disappunto quando estraggono i foglietti del discorso, davanti al gesto inibitore dei padroni di casa: qui i discorsi sono proibiti, basta guardarsi attorno, è tutto un discorso. Poi il pellegrinaggio si trasforma in scampagnata, molto spesso, e restano sul suolo, quali stimmate di dolore, bottiglie vuote, bucce di banana e croste di formaggio. I francesi non sono direttamente interessati perché i pochi caduti gaullisti riposano al cimitero inglese. Essi, comunque, recuperano le bottiglie vuote. I britannici sono impassibili, non fanno discorsi, scompaiono rapidamente, non lasciano tracce di cibo nel deserto, che per loro è sacro. I tedeschi sono compunti, cantano lunghissimi cori religiosi e ascoltano discorsi interminabili senza manifestare noia o impazienza. poi si allontanano, mangiano e bevono copiosamente senza lasciare traccia. Paolo Caccia Dominioni, Alamein. Longanesi, 1966.
Vedo Luca Goldoni per la prima volta e mi fa un’eccellente impressione. È tutto stupito di aver trovato al Corriere un ambiente facile e cordiale: anche lui aveva creduto alla leggenda di un giornale arcigno e ostile ai nuovi venuti. Gli ho detto: «Tu sei uno dei pochi giovani che non si sono lasciati adescare dalle sirene corruttrici dell’ideologia e della sociologia». Mi ha risposto che lo deve a me e al mio esempio. Così ci siano un po’ invaselinati a vicenda, ma senza eccessivi oltraggi alla sincerità. Goldoni è proprio della mia razza. Speriamo che non traligni come Bocca e Cavallari (fra i quali però c’è una differenza: Bocca è un galantuomo). Indro Montanelli, I conti con me stesso. Rizzoli, 2009.
Ogni donna è una pantera/che ruggisce nella sera. Walter Siti, Exit strategy.Rizzoli, 2014.
I coriandoli sono i più piacevoli ricordi della mia giovinezza. Roberto Gervaso. Il Messaggero.
Paolo Siepi, ItaliaOggi 21/4/2015