www.cinquantamila.it/fiordafiore 20/4/2015, 20 aprile 2015
Un barcone si rovescia in mare: si parla di 700 morti • Un video dell’Isis mostra 30 cristiani sgozzati • Enrico Letta lascia il Parlamento • Le dinastie che governano il mondo • E’ morto Elio Toaff • Armani e i gay • Alle donne piacciono gli uomini sorridenti Carretta Nella notte tra sabato e domenica un barcone carico di migranti si è ribaltato al largo delle coste libiche
Un barcone si rovescia in mare: si parla di 700 morti • Un video dell’Isis mostra 30 cristiani sgozzati • Enrico Letta lascia il Parlamento • Le dinastie che governano il mondo • E’ morto Elio Toaff • Armani e i gay • Alle donne piacciono gli uomini sorridenti Carretta Nella notte tra sabato e domenica un barcone carico di migranti si è ribaltato al largo delle coste libiche. Ancora non è chiara la dinamica dei fatti, per tutto il giorno si è parlato di almeno 700 morti. Ma secondo il racconto dell’unico testimone (dei 28 ripescati vivi) che finora ha parlato sarebbero molti di più: oltre 900. Partiti dall’Egitto, avrebbero fatto una tappa in Libia, a 50 chilometri da Tripoli, per imbarcare altre persone su una vecchia carretta di 30 metri che si è rovesciata per l’agitazione con la quale i migranti avevano appena salutato l’arrivo del mercantile portoghese King Jacob che la Guardia costiera aveva inviato in loro soccorso. Più di 700 vittime, 28 sopravvissuti, solo 24 corpi recuperati il pesante bilancio ancora tutto da definire. Il luogo del disastro è a 70 miglia dalla costa libica, 180 da Lampedusa a 180, 160 da Malta. Esecuzioni Sulle reti televisive legate all’Isis è andato in onda un video in cui vede l’uccisione di una trentina di copti etiopi (così almeno è riportato nel filmato). Dura mezz’ora, ma solo negli ultimi sei minuti sono riprese le esecuzioni delle vittime. Una dozzina sono decapitate nella zona di Barqa, sul mare. Le altre vengono uccise a colpi di mitra alla nuca nel deserto del Fezzan. Per due terzi, il filmato rappresenta un’apologia del califfato ed è soprattutto rivolto ai cristiani affinché si convertano e paghino la «zakah», l’imposta coranica per la comunità musulmana, oppure restino nella loro fede ma versino la «jeziah», la tassa che tradizionalmente i «popoli del libro» (ebrei e cristiani) dovevano versare per essere «protetti» sotto i regni islamici. Letta Enrico Letta, intervistato nel programma tv Che tempo che fa, annuncia che si dimette dal Parlamento. «Renzi non lo sapeva? Ora lo sa. Siamo sereni nei nostri rapporti». Letta spiega che ha ottenuto un incarico importante: «Dal primo settembre dirigerò la Scuola di affari internazionali di Sciences Po a Parigi». Non prenderà alcuna pensione: «Non prenderò alcuna pensione, avendo 48 anni. È giusto fare politica ma anche avere un mestiere. Voglio vivere del mio lavoro dopo aver vissuto per un po’ di tempo in Parlamento». Al suo posto subentrerà Beatrice Brignone, di Senigallia. Letta conferma anche l’apertura di una scuola di formazione: «Sarà una scuola di politiche, aperta ai ragazzi da 19 a 25 anni». Famiglie Un’inchiesta pubblicata dall’“Economist” dice che ovunque sono le dinastie a detenere il potere politico. Negli Stati Uniti i candidati alle prossime presidenziali sono Jeb Bush e Hillary Clinton. Poche speranze ha il terzo, Marco Rubio, 43 anni, figlio di un barista e una cameriera. I leader di Giappone, Corea del Sud, Filippine e Bangladesh sono tutti imparentati con ex premier o ministri. In India continua la saga dei Gandhi, in Pakistan quella dei Bhutto, in Kenya dei Kenyatta. In Argentina Néstor Kirchner di fatto trasferì la presidenza dello Stato alla consorte Cristina Fernández, come se fosse un affare privato. In Europa si segnala il Belgio, dove il premier Charles Michel, 39 anni, è figlio di Louis Michel, 67 anni, ex ministro ed ex commissario europeo. In Francia fa testo il clan dei Le Pen. Secondo una ricerca del “New York Times”, il figlio di un governatore ha 6mila volte più probabilità di raggiungere la stessa carica del padre rispetto a un qualsiasi altro coetaneo. In Gran Bretagna 57 parlamentari su 650 sono imparentati con rappresentanti delle due Camere. Il «patrimonialismo», cioè «l’umana tendenza a favorire familiari e amici», secondo la definizione di Francis Fukuyama, attraversa tanto la politica quanto l’economia: le imprese su base familiare rappresentano il 90% del totale sul pianeta. Secondo il Boston consulting group il 33% delle società americane e il 40% di quelle francesi e tedesche sono ancora controllate da famiglie (Sarcina, Cds). Toaff E’ morto Elio Toaff, rabbino capo emerito della comunità ebraica romana. Avrebbe compiuto 100 anni il 30 aprile. Nato a Livorno, studiò al collegio rabbinico livornese sotto la guida di suo padre: a sua volta rabbino, si chiamava Alfredo Sabato Toaff. I suoi studi universitari si svolsero a Pisa, dove si laureò in Giurisprudenza nel 1938, appena prima dell’espulsione degli ebrei dalle università come conseguenza delle leggi razziste fasciste. Fu nominato rabbino di Ancona dal 1941 al 1943. Entrò nella Resistenza, dopo essersi rifugiato a Città di Castello. Con la Liberazione, fu nominato rabbino di Venezia ma nel 1951, venne chiamato a Roma dove rimase capo spirituale della sua comunità fino al 2001. Oltre a guidare la comunità romana, ebbe molti incarichi nazionali: fu presidente della Consulta rabbinica italiana, direttore del Collegio rabbinico italiano e dell’Istituto superiore di studi ebraici. In quanto all’Europa, è stato a lungo membro dell’Esecutivo della conferenza dei rabbini europei. Toaff riuscì a invitare Giovanni Paolo II in sinagoga, il 13 aprile 1986. In quell’occasione il Papa chiamò «fratelli» quattro volte gli ebrei. Una volta addirittura «fratelli maggiori»: quella parola impressionò il rabbino capo Toaff che la mise nel titolo del suo libro più noto: Perfidi giudei fratelli maggiori. Abiti «Un omosessuale è un uomo al cento per cento, non ha bisogno di vestirsi da omosessuale» (Giorgio Armani intervistato dal “Sunday Times”) (Flores d’Arcais, Rep). Sorriso Il sondaggio di Astra Ricerche per White Now Men dice che l’88% delle donne è colpito dallo sguardo di un uomo, il 79% dal sorriso. I muscoli (18%) contano meno delle mani (30%), il sedere, che gli uomini valutano al 37% ritenendolo un forte elemento di appeal, interessa appena il 10%. Al 48% delle ragazze basta un bel sorriso per aver voglia di conoscere qualcuno e per il 52% è quel primo contatto a far scattare la molla dell’attrazione fisica (Salemi, Sta).