www.cinquantamila.it/fiordafiore 19/4/2015, 19 aprile 2015
L’incontro tra Mattarella e Papa Francesco • Un milione di prenotazioni per l’ostensione della Sindone • Strage dell’Isis in Afghanistan • Attacchi xenofobi in Sudafrica • Alex Boettcher e Martina Levato sfregiavano gli ex di lei per purificare il loro amore Vaticano Accoglienza dei profughi, allarme lavoro, un passaggio sul tema del genocidio degli armeni e molta sintonia sui temi etici e sociali
L’incontro tra Mattarella e Papa Francesco • Un milione di prenotazioni per l’ostensione della Sindone • Strage dell’Isis in Afghanistan • Attacchi xenofobi in Sudafrica • Alex Boettcher e Martina Levato sfregiavano gli ex di lei per purificare il loro amore Vaticano Accoglienza dei profughi, allarme lavoro, un passaggio sul tema del genocidio degli armeni e molta sintonia sui temi etici e sociali. È questa l’agenda del primo contatto tra Sergio Mattarella e papa Bergoglio, una visita di Stato avvenuta ieri in Vaticano con un colloquio privato durato ventitré minuti. Oltre a un cerimoniale in tono minore e che ha previsto, come già avvenuto nella visita di Stato di Napolitano nel 2013, l’abolizione delle insegne presidenziali, Francesco e Mattarella (che significativamente non era in frac, come già accadde per Giorgio Napolitano) hanno condiviso le principali emergenze sociali del Paese. Il Papa, infatti, dopo aver espresso «gratitudine per l’impegno che l’Italia sta profondendo per accogliere numerosi migranti che a rischio della vita chiedono accoglienza», ha detto: «L’Italia è impegnata con generosità per fronteggiare l’emergenza profughi» e «invoca da tempo — gli ha fatto eco Mattarella — un intervento deciso dell’Unione Europea per fermare questa continua perdita di vite umane nel Mediterraneo, culla della nostra civiltà». La sobrietà dell’incontro è stata anzitutto nella scelta dei doni: una medaglia di pontificato e l’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” da parte del Papa, una scultura di Pericle Fazzini da parte di Mattarella. I discorsi, che come spesso accade con Francesco non sono stati concordati, erano a tratti sovrapponibili. «Con quelle vite spezzate si perde la speranza di tante persone e si compromette la dignità della comunità internazionale. Rischiamo di smarrire la nostra umanità», ha detto il presidente. Poi Francesco ha introdotto il secondo grande tema delle conversazioni, la crisi del lavoro in Italia: «La carenza di lavoro per i giovani diventa un grido di dolore che interpella i pubblici poteri, le organizzazioni intermedie, gli imprenditori privati e la comunità ecclesiale, perché si compia ogni sforzo per porvi rimedio, dando alla soluzione di questo problema la giusta priorità». Sindone I numeri dell’Ostensione della Sindone che si apre nel pomeriggio nel Duomo di Torino: ottocento persone all’ora, oltre un milione di prenotazioni da oggi al 24 giugno. Isis Un kamikaze in motocicletta si è fatto esplodere ieri di buon mattino davanti all’ingresso della filiale principale della New Kabul Bank di Jalalabad, dove si affollavano dipendenti pubblici e personale militare per ritirare lo stipendio. L’esplosione del tritolo nascosto nella motocicletta si è portato via oltre 40 vite e altre 130 persone sono ricoverate in diversi ospedali della città. Lo Stato Islamico, come ha riferito per primo il presidente afgano, Ashraf Ghani, si è attribuito il massacro con un tweet in lingua pashtu. Se di ciò vi fosse conferma, si tratterebbe della prima operazione dell’Isis in territorio afgano, a quasi duemila km di distanza dalle basi del Califfato in Iraq. Più tardi un anonimo ha poi pubblicato su twitter la foto del presunto attentatore, chiamato Abu Mohammad, che con il volto coperto è seduto su tappeti, mentre un kalashnikov è appoggiato al muro sopra una bandiera nera. La scritta sul drappo nero recita: «Non c’è altro Dio al di fuori di Allah. E Maometto è il Profeta di Allah». Mentre le parole leggibili sul suo copricapo sono: «Il Califfo è dentro di noi». Sudafrica Almeno sei immigrati morti, decine di feriti, un centinaio di arresti. È il bilancio della nuova esplosione di violenza xenofoba che ha colpito Johannesburg. Nella notte tra venerdì e sabato, piccoli gruppi hanno attaccato negozi gestiti da stranieri e dato alle fiamme un’auto e un edificio dove alloggiavano cittadini immigrati. Gli autori delle violenze accusano gli stranieri che arrivano dallo Zimbawe, Malawi, Mozambico, Nigeria, di rubare lavoro ai sudafricani, in un Paese dove la disoccupazione è attualmente al 24 per cento. «Gli stranieri ci rubano il lavoro, gli stranieri ci rubano il pane» sono gli slogan che in un attimo trasformano una baraccopoli in un campo di battaglia. Gli immigrati, per lo più illegali, sono affrontati nei loro negozi di beni a buon mercato, oppure inseguiti nelle strade e costretti a parlare per rivelare la loro origine. A quel punto, la sentenza è scritta e il fuoco l’arma della «giustizia sommaria». Boettcher e Levato Secondo il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Gennari, Alexander Boettcher e Martina Levato hanno sfregiato con l’acido due giovani e ne hanno aggredito un terzo, fra novembre e dicembre scorsi, per «purificare il loro amore morboso dai rapporti sessuali avuti da lei con altri ragazzi». Per i due, «la vita umana non vale nulla, meno del capriccio di uno pseudo innamorato». E per questo decidono di «cancellare il viso delle vittime », e quindi «cancellarle dalla vita di Martina Levato», scrive il gip nella nuova ordinanza di custodia in carcere emessa per la coppia. In particolare Boettcher, trentenne che viveva di rendita, sarebbe «colui che inocula in Martina l’idea del pentimento e della purificazione», mentre la bocconiana, sarebbe «vestale del fatuo culto di Boettcher». E si sarebbe «ingegnata per rintracciare i suoi obiettivi, recuperandoli dal suo turbolento passato sessuale». Per entrambi, e per il complice Andrea Magnani, il giudice contesta il reato associativo. Nel provocare lesioni gravissime alle vittime, i due avrebbero agito «con vuoto d’animo» e «sprezzo assoluto per i fondamentali valori comuni alla specie umana». Per questo, Gennari conclude che Boettcher — il cui legale ha rimesso l’incarico — e Levato «sono dei serial killer». Dove a essere assassinata non è la persona ma la sua identità «purificata» da cocktail di «acido solforico, ACS reagent e Arsenic standard for astraceert», come risulta dalla fattura di acquisto degli acidi, intestata a Magnani, l’amico «disposto a tutto». Levato e Boettcher — che si conobbero nel 2013 a un corso di danze latine — sono detenuti a San Vittore dallo scorso 28 dicembre, arrestati per aver sfigurato il 22enne Pietro Barbini, ex compagno di scuola di Martina con cui la ragazza ebbe un incontro sessuale mentre frequentava Alexander. La nuova ordinanza riguarda tre episodi precedenti. Nel maggio 2014 Martina accoltellò «a sangue freddo», per evirarlo, lo studente Antonio Margarito, ferendolo a una mano e al pene. Da qui, la decisione di usare l’acido «che non ha bisogno di contatto fisico». Il 2 novembre Levato e Boettcher, con Magnani, sfregiarono con acido in volto il 25enne Stefano Savi, scambiandolo per Giuliano Carparelli, con cui la ragazza aveva avuto un rapporto. Ed è l’aggressione fallita a Carparelli il terzo episodio richiamato nell’ordinanza. Dopo essersi accorti di avere sfregiato Savi per errore, «senza alcun pentimento», gli amanti cercarono invano per tre volte di sfigurare il giovane. E se non fossero stati fermati, i tre avrebbero compiuto altre aggressioni. Nell’ultima udienza del processo per l’agguato a Barbini, Magnani ha riferito di una lista di cinque future vittime. Fra loro, «un deputato di Forza Italia», la sorella dello stesso Barbini e un giovane inglese con cui Levato ebbe un flirt.