Roberto Napoletano, Domenicale – Il Sole 24 Ore 19/4/2015, 19 aprile 2015
BARILLARI, IL «SOLE» A SACROFANO E ROMA BARZOTTA
Giovedì sera, poco dopo le ventitré, sono a Roma e ho appena lasciato il giornale, mi viene voglia di rivedere Rino Barillari, il re dei paparazzi (“The King”) ma soprattutto per me un “rifugio sicuro” per liberare la testa dai pensieri, e so che questa è l’ora che comincia a “penzolare” tra una via e l’altra del centro, entrando e uscendo da locali e ristoranti, armato di macchina fotografica e due pupille nere che si muovono con la velocità di una pallina da flipper. Scopro che è a pochi passi da me, all’inizio di Via Veneto nell’ultimo tavolo della “Bottega Italia”, con la compagna Antonella e qualche amico, non resisto alla tentazione di fermarmi a fare due chiacchiere e posso dire di essere contento di averlo fatto. Lo guardo e mi torna in mente il film degli anni del «Messaggero», ho sempre pensato che dietro quelle due pupille nere si celasse la profondità e l’inquietudine del giornale di Roma, mi rivedo in una stanzetta di una clinica del Gianicolo dove è ricoverato con un femore fratturato per avere difeso una donna presa a pugni e schiaffi a Piazza Navona e lui che ripete: «Quello je stava a mena’ come un dannato, che facevo me giravo dall’altra parte? Mica possiamo comincia’ a farci i c... nostri». Rivedo le ciglia che si incupiscono e un messaggio diretto a me: «Degrado, sporcizia, violenza, ma che sta succedendo a Roma? Non dobbiamo chiudere gli occhi e noi non lo stiamo facendo, anzi li teniamo ben spalancati e facciamo bene perché i cittadini sono con noi».
Rino non delude mai e si riconosce subito per quel suo spiccatissimo vocabolario anglo-calabro: «Emoscion ,emoscion , direttore mio! Qui situazione molto different, la guerra è guerra come sempre e noi arriviamo sempre primi, ma a Roma sta peggiorando tutto... ancora più degrado, Mafia Capitale, e tanto altro...». «Che dici, Rino, non hai più voglia di correre? Lo sai che non possono tornare Frank Sinatra e i suoi gorilla o l’acqua ghiacciata del secchiello dello champagne della Schiffer rovesciata in testa? Non ti piace più nemmeno Piazza Navona, non ti senti più un ragazzino?». Non risponde, ma butta lì: «La mia è la stessa faccia che è finita in prima pagina sul “Washington Post” perché avevo fatto rivivere la Dolce Vita , sono sempre io, ma avrei voluto fare le foto del tramonto di Roma della Grande Bellezza , mi serve qualcosa che faccia scattare la molla, ho bisogno di emoscion, mi è piaciuto John Kerry a Roma mentre litiga con il ristoratore per pagare il conto come gli altri o fare baldorie fino alle due di notte proprio a Piazza Navona, sai discutono tanto di giornalismo vecchio e nuovo ma quella foto lì racconta tante cose e va capita». Si ferma, ha come un sussulto: «Ti ricordi quando facemmo dimettere il comandante dei vigili con la macchina con il finto permesso della madre per disabili, opera di un grandissimo cronista come Desario? Per me il racconto di Roma, le viscere, i vizi e l’incanto, si chiamano Davide Desario e la sua Roma Barzotta». Vuole trascinarmi a bere qualcosa all’Harry’s bar ma per me si è fatto tardi, ci ferma un signore con la moglie e mi dice: «Direttore, a Sacrofano, il giornale...». Lo fermo: «Sono con “King” ma non sono più direttore del “Messaggero”». E lui: «Lo so, lei è il direttore del “Sole” e volevo dirle che a Sacrofano all’edicola il “Sole” c’era, ma mancavano i due “speciali” sull’Iva». Mi sento perso, non me l’aspettavo. La moglie del signore mi soccorre, quasi rimprovera il marito: «Gianni lo sai, che a Sacrofano non arriva nemmeno la posta!». Mi prendo il numero di telefono e prometto che spediremo i due “speciali”, Rino sorride, Antonella pure. Fuori c’è la macchina che lava Via Veneto e l’angolo di Roma di notte resta un incanto. Continuo a pensare che se c’è gente che chiede il «Sole» a Sacrofano, covo del “Nero” e piccolo centro di tante persone perbene, vuol dire che in questo Paese sono cambiate molte cose e, tutto sommato, per noi mi sembra una buona notizia.
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Roberto Napoletano, Domenicale – Il Sole 24 Ore 19/4/2015