Notizie tratte da: Marco Malvaldi, Dino Leporini # Capra e calcoli. L’eterna lotta tra gli algoritmi e il caos # Laterza Roma 2014 # pp. 188, 15 euro., 20 aprile 2015
LIBRO IN GOCCE NUMERO 39
(Capra e calcoli. L’eterna lotta tra gli algoritmi e il caos)
Vedi Biblioteca in scheda: 2305721
Vedi Database in scheda: 2310039
LE MOGLI «CALCOLATRICI» A LOS ALAMOS –
Imbecille. Nel 1921 il pittore surrealista francese Philippe Soupault espose un quadro dal titolo “Ritratto di un imbecille”. Si trattava di uno specchio incorniciato.
Quiz. La domanda ispirata a un quiz a premi condotto dal famoso presentatore televisivo Monty Hall: «Supponiamo che al concorrente di un quiz a premi vengano mostrate tre porte chiuse: dietro a una di queste c’è un’auto di lusso, dietro le altre due ci sono due capre. Dopo che il concorrente ha scelto una porta, il presentatore (che sa cosa c’è dietro ciascuna porta) apre una delle altre due, mostrando una capra. Dopodiché, chiede al concorrente se vuole cambiare la scelta fatta, e scegliere l’altra porta ancora chiusa. Al concorrente conviene cambiare?».
Risposta. Marilyn vos Savant, collaboratrice della rivista Parade, ricevette circa 10mila lettere di protesta per aver risposto “sì” alla domanda di Monty Hall. Si scoprì poi che aveva ragione lei.
Los Alamos. A Los Alamos, nel settembre 1946, nei laboratori dell’esercito statunitense, un gruppo di fisici, matematici e ingegneri provenienti da mezzo mondo tentò di capire come sfruttare l’energia nucleare per mettere a punto un’arma dalle capacità distruttive inimmaginabili.
Mogli. All’epoca di Los Alamos, i calcoli aritmetici (somme, sottrazioni, divisioni eccetera) erano demandati alle mogli degli scienziati di stanza ai laboratori Livermore: erano le cosiddette “calcolatrici” o computers.
Davilar. Juan Pablo Dávila, trader della compagnia statale cilena Codelco. Nel 1994, in una giornata, riuscì a perdere lo 0,5% del Prodotto interno lordo del proprio Paese (circa 207 milioni di dollari). Ispirandosi a lui, i cileni coniarono un nuovo verbo, davilar, che esprime in una sola parola il concetto «incasinare le cose fino al punto che è impossibile rimetterle a posto».
Fortuna. Niels Bohr, famoso fisico danese vissuto nel XX secolo, premio Nobel per la Fisica nel 1922. Visitandolo a casa sua, un amico notò che lo scienziato aveva sistemato sopra la porta d’ingresso un bel ferro di cavallo. Incredulo, non poté trattenersi dal chiedere se davvero credesse che un ferro di cavallo fosse un portafortuna. Al che Bohr rispose: «Ovviamente no, ma sembra che porti fortuna anche se uno non ci crede».
Sid. Il robot Sid, messo a punto da due inglesi, si occupa di investimenti finanziari con un algoritmo superstizioso: prima di decidere se acquistare o meno azioni, controlla la fase lunare. Se la luna è piena o è il 13 del mese lascia perdere immediatamente, oppure vende.
Sterline. Sid ha debuttato sul mercato nel giugno del 2012 investendo circa 5mila sterline versate da 144 finanziatori che potevano seguire in tempo reale il suo operato. Nei primi mesi Sid ha perso circa il 5% di quanto investito, mentre l’indice della Borsa di Londra dove opera ha guadagnato il 4 per cento. A poco più di un anno dall’inizio dell’esperimento Sid ha perso circa il 16% del capitale iniziale.
Venerdì 13. Due economisti americani, Robert Kolb e Ricardo Rodriguez, hanno concluso nel 1987 che esiste un effetto “venerdì 13”, non nel senso che il giorno in sé è sfortunato, ma che i comportamenti tenuti sui mercati finanziari, almeno quelli anglosassoni, sembrano effettivamente risentire di questo pregiudizio.
Eclissi. Nel 2009 Gabriele Lepori, un economista della Copenhagen Business School, ha analizzato dati relativi alla Borsa americana tra il 1928 e il 2008, scoprendo che durante le 362 eclissi solari e lunari avvenute in questi ottant’anni la propensione all’acquisto è diminuita, di poco, ma in modo certo.
Giorgio Dell’Arti, Il Sole 24 Ore 20/4/2015