VARIE 19/4/2015, 19 aprile 2015
APPUNTI PER GAZZETTA - 700 MORTI IN UN BARCONE
PALERMO - Centinaia di persone, oltre 700 secondo i testimoni, sono morte in un naufragio nel canale di Sicilia (mappa), in quello che rischia di essere la peggior tragedia di migranti di sempre. I migranti erano su un peschereccio partito da est di Tripoli. Stipati come animali in una barca lunga dai 20 ai 30 metri. Intorno a mezzanotte l’allarme, lanciato da bordo, quando la barca si trovava a circa 70 miglia (circa 120 chilometri) dalle coste libiche, è stato raccolto dal Centro Nazionale di Soccorso della Guardia Costiera.
Il tono di voce dell’interlocutore non era concitato: "Siamo in navigazione, aiutateci", ha detto un uomo. La telefonata è apparsa simile a tante altre richieste di soccorso. Gli operatori, grazie al sistema satellitare di chiamata, hanno potuto rapidamente individuare le coordinate del punto dal quale è partita la chiamata e organizzare i soccorsi inviando sul posto il mercantile portoghese King Jacob. Quando l’imbarcazione si stava avvicinando al peschereccio, i migranti si sono spostati sul lato della nave, per essere salvati. Ma spostando il peso - su una imbarcazione già stracolma - questa si è ribaltata. Stando alle testimonianze dei primi superstiti i morti sarebbero almeno settecento. La Guardia Costiera a metà pomeriggio ribadisce sono stati recuperati 24 cadaveri e che i superstiti sono solo 28. Ma citando fonti delle autorità maltesi, l’Unhcr comunica che ci sarebbe qualche superstite in più, "50 le persone salvate sulle 700 che erano a bordo".
’’700 persone in 30 metri: il caos all’arrivo del mercantile e il barcone si è capovolto’’
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Sul luogo del naufragio è in corso un’operazione di soccorso imponente. Nonostante i migranti di solito non sappiano nuotare, i soccorritori sperano di recuperare altri profughi ancora in vita, vista anche la temperatura dell’acqua, 17 gradi, non proibitiva.
SCHEDA 20 anni di naufragi, migliaia di morti
E’ stato un migrante eritreo, superstite della tragedia, a riferire delle circa 700 persone che erano a bordo del barcone. Su tale cifra verranno sentiti anche gli altri superstiti, secondo le procedure previste. Il barcone che si è capovolto - ha riferito la Guardia Costiera in una nota - era "sovraccarico di migranti".
I superstiti e i corpi saranno portati a Catania. La procura del capoluogo etneo ha aperto un fascicolo sulla tragedia. Frontex e le navi Triton sono sotto accusa e Matteo Renzi ha convocato un vertice d’emergenza a Palazzo Chigi. Interviene l’alto rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini: quanto accaduto "è inaccettabile", dice, serve la condivisione della responsabilità tra tutti i 28 che "per troppo tempo è stata lasciata solo ai Paesi del sud". "Ho deciso - aggiunge - di mettere la questione delle migrazioni come un punto formale all’ordine del giorno del Consiglio Affari esteri convocato domani a Lussemburgo, dove andrò a presentare una serie di proposte per la Libia, una delle principali vie di traffico illegale di migranti".
Il Papa, durante l’Angelus, ha parlato della tragedia: "Comunità internazionale agisca con decisione". Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella "segue con allarme" la vicenda del barcone naufragato ed è in stretto contatto con Palazzo Chigi e il governo.
Immediata la reazione di Salvini, che ha attaccato le politiche del governo e ha chiesto un blocco navale. Critiche da Pd e Fi, con Guerini che definisce il segretario leghista "sciacallo".
Naufragio, papa Francesco: ’’Uomini e donne come noi, cercavano la felicità’’
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Le operazioni di salvataggio. Mare nostrum e Triton sono le due operazioni di intervento e soccorso ai migranti messe in piedi da Italia e dall’Europa. E sono continuamente al centro delle polemiche.
Strage di migranti, lo sgomento del cardinale Poletto: ’’Basta con le sciocchezze di Salvini’’
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Mare Nostrum è l’operazione italiana che era partita il 18 ottobre 2013, in seguito al tragico naufragio di Lampedusa del 3 ottobre con 366 morti accertati, ed è stata sostituita il primo novembre 2014 da Triton. Triton è stata dispiegata da Frontex, l’Agenzia europea delle frontiere. Il mandato, in questo caso, come è stato più volte sottolineato dai vertici dell’Agenzia, non è salvare le vite in mare, ma operare il controllo delle frontiere, che è la mission istituzionale dell’Agenzia. Anche se, in caso di necessità, si operano anche interventi di ricerca e soccorso (Sar). Per rispondere al mandato, le navi di Frontex si mantengono in un’area entro 30 miglia dalle coste italiane, senza spingersi a Sud verso le coste libiche come accadeva con i pattugliamenti di Mare Nostrum. Il budget mensile è di 2,9 milioni di euro. I mezzi impiegati sono due aerei, un elicottero, tre navi d’altura, quattro motovedette.
REAZIONI POLITICHE
ROMA - "Esprimo il mio più sentito dolore dinanzi a tali tragedie. Rivolgo un accorato appello affinché la comunità internazionale agisca con decisione e prontezza, onde evitare che simili tragedie abbiano a ripetersi". Lo ha detto Papa Francesco in un "accorato appello" durante l’Angelus domenicale dopo che, ha ricordato, "un barcone carico di migranti si è capovolto la scorsa notte", " e si teme vi siano centinaia di vittime. Sono uomini e donne come noi. Fratelli nostri che cercano una vita migliore. Affamati, perseguitati, feriti, sfruttati. Vittime di guerre. Cercano una vita migliore. Cercavano la felicità". Bergoglio ha poi invitato i fedeli a una preghiera in silenzio per coloro che nella notte hanno perso la vita nel naufragio.
Naufragio, papa Francesco: ’’Uomini e donne come noi, cercavano la felicità’’
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il sindaco Leoluca Orlando ha proclamato il lutto cittadino a Palermo per la giornata di domani. Il lutto cittadino è stato proclamato anche nei 390 comuni siciliani che adotteranno iniziative di solidarietà.
Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri, ha definito il naufragio "inaccettabile". Ora, scrive in una nota, "è il momento per l’Ue di affrontare queste tragedie senza indugio", serve la condivisione della responsabilità tra tutti i 28 che "per troppo tempo è stata lasciata solo ai Paesi del sud". Dal canto suo l’esecutivo Ue, in un comunicato, dichiara che "la commissione europea è profondamente frustrata dagli ultimi sviluppi nel Mediterraneo", una situazione "dura che richiede un’azione decisa".
Sul fronte politico, invece, il primo commento ad arrivare è quello di Matteo Salvini, leader della Lega Nord, che su Sky Tg24 dice: "Cos’è cambiato a 18 mesi dalla strage di Lampedusa? Servono altri 700 morti per bloccare le partenze? Se le istituzioni Ue hanno un senso, ci vuole tanto a organizzare blocchi navali e identificare chi è immigrato clandestino e chi è rifugiato? Non so più come dirlo. L’ipocrisia di Renzi e Alfano crea morti". Un tema, quello dell’immigrazione, su cui il leader del Carroccio ’spinge’ da anni: "Altri morti sulle coscienze sporche di Renzi, Alfano e dei falsi buonisti", insiste a proposito del barcone affondato nel Canale di Sicilia per cui si temono 700 morti. Salvini chiede un "blocco navale internazionale subito, davanti alle coste libiche, e Guardia Costiera e Marina Militare a soccorrere e a difendere i nostri confini".
A Salvini ha risposto su Twitter il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini: "Mentre i nostri uomini raccolgono i cadaveri e salvano vite nel Mediterraneo, gli sciacalli speculano in diretta tv. Nauseante".
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Sullo stesso tenore la reazione di Fabrizio Cicchitto, presidente della commissione Esteri alla Camera. "Rispetto a fenomeni di questa portata Salvini con la sua polemica dimostra purtroppo di essere soltanto uno sciacallo".
"Uccisi dall’indifferenza", ha scritto Cècile Kyenge, europarlamentare Pd ed ex ministro per l’Integrazione. "Non c’è blocco navale che tenga, come prospettato da alcune forze politiche populiste, di fronte all’ondata di disperati in fuga dalla guerra: mentono sapendo di mentire. Archiviamo Triton, ed attiviamo subito una nuova operazione europea all’altezza della gravità della situazione e della dignità di ogni vita umana: ’Europa Nostra’".
Mentre il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, segue con allarme fin da stamattina la vicenda del naufragio, il premier Matteo Renzi è intervenuto da Mantova, dove oggi si apre la campagna elettorale: "Il cuore batte forte, come si fa a restare insensibili quando nel Mar Mediterraneo tutti i giorni c’è una strage? Le notizie di quel che è accaduto a nord della Libia, anche stanotte, sono ancora frammentate e i numeri ancora provvisori, ma destinati a salire: al momento i morti recuperati sono 28, ma sembrano destinati ad aumentare". L’accaduto impone, secondo Renzi, una riflessione a più ampio raggio: "Come si fa a restare insensibili di fronte a quelle ragazze che in Nigeria sono state rapite un anno fa da Boko Haram? Come si fa a restare insensibili al dolore di intere generazioni che muoiono, in un tempo in cui la comunicazione globale ci impone di sapere tutto? Ma è qui - ha osservato il capo del governo - che si gioca il dramma e la bellezza della politica". Poi il presidente del Consiglio ha sospeso il tour elettorale e ha fatto ritorno a Roma per seguire la vicenda: rientrando a Palazzo Chigi, ha avuto un colloquio telefonico con il presidente francese Francois Hollande.
Da destra, il senatore Maurizio Gasparri di Forza Italia spalleggia Salvini e dà la colpa di quanto accade all’esecutivo: "Le stragi di clandestini nel Mediterraneo sono figlie del falso buonismo.Ci vuole un deciso blocco navale. I buonisti sono in realtà degli assassini, perché è colpa loro quel che accade".
Critiche sono arrivate anche da Alessandro Di Battista del M5S: "I due responsabili principali delle tragedie sono il ministro Alfano, di cui noi abbiamo chiesto le dimissioni almeno 800 volte, e l’ex presidente Napolitano perché è lui che ha spinto soprattutto per l’appoggio agli Usa e ai francesi per la distruzione violenta di Gheddafi".
Il presidente di Sinistra Ecologia e Libertà Nichi Vendola ha attaccato Salvini via Twitter: "E’ raccapricciante il cinismo di chi, per qualche voto, specula su tragedia migranti: perseguitati da vivi e insultati da morti".
Secondo Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, "Il Governo Renzi dovrebbe essere indagato per il reato di strage colposa: la tragedia di oggi al largo delle nostre coste è stata causata, infatti, dalla folle e sciagurata politica dei recuperi in mare messa in campo con Mare Nostrum e Triton, che consente agli scafisti di far partire imbarcazioni fatiscenti e totalmente inadeguate ad affrontare il mare".
Alessandro Bechini, responsabile programmi in italia di Oxfam, lancia un appello: "Come Oxfam chiediamo a tutti gli stati membri dell’Ue di aprire gli occhi e di trovare le risorse per mettere a punto un meccanismo di soccorso e accoglienza adeguato ad un fenomeno come quello a cui siamo di fronte".
Anche Libera ha commentato la tragedia in una nota: "Sono morti che devono pesare sulle coscienze di tutti. E devono farci dire basta, basta ai trafficanti di morte, basta ai venditori di illusioni, basta a chi anche su queste morti fa propaganda, basta a chi cerca scorciatoie con leggi che negano diritti, alimentano illegalità e disperazione":
RENZI E LA UE
ROMA - "I fatti sono ancora abbastanza nebulosi nella loro ricostruzione". Con queste parole il premier Matteo Renzi ha cominciato la conferenza stampa a Palazzo Chigi, dopo il vertice straordinario tra i ministri competenti, convocato per fare il punto sull’emergenza immigrazione dopo la nuova strage nel Canale di Sicilia.
Il premier ha confermato che "sono 28 i sopravvissuti e 24 i cadaveri rinvenuti" e che una motovedetta con i corpi delle vittime è in rotta verso Malta, poi ha sottolineato il grande "lavoro che sta facendo l’Italia talvolta in una condizione di quasi solitudine, talvolta in compagnia di altre realtà internazionali, un lavoro che è oggettivamente straordinario".
Giudicando "inconcepibili le polemiche di una piccola parte politica italiana": "Non vorrei che ora iniziasse un gioco che ha come obiettivo è quello della discussione interna alla politica, qui c’è un dramma di migliaia di persone" ha detto Renzi.
Strage Immigrati, riunione straordinaria Renzi e ministri: "L’Italia lavora in solitudine"
Foto pubblicata su Instagram da Filippo Sensi, portavoce del premier
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Alla riunione straordinaria erano presenti i ministri dell’Interno, Angelino Alfano, degli Esteri, Paolo Gentiloni, della Difesa, Roberta Pinotti, e delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio. Nella Sala degli Arazzi di Palazzo Chigi anche il direttore del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza Giampiero Massolo. In attesa del vertice ministeriale, in una piazza Colonna blindata, è arrivato alla presidenza del Consiglio Giuseppe De Giorgi, capo di stato maggiore della Marina italiana. Prima di fare ingresso nel palazzo De Giorgi si è fermato a osservare alcune carte nautiche, con gli ufficiali della Marina che lo accompagnavano.
Bloccare gli schiavisti. Dopo le polemiche contro le operazioni Triton - partita a novembre 20914 non più italiana ma europea, dispiegata da Frontex, l’Agenzia europea delle frontiere - che ha sostituito Mare Nostrum, partita il 18 ottobre 2013 in seguito al naufragio di Lampedusa del 3 ottobre, Renzi ha sentito al telefono il collega maltese Joseph Muscat e il presidente francese François Hollande. Il messaggio è lo stesso ricordato in conferenza stampa: "Chiediamo di non essere lasciati soli. Ma la nostra questione è di dignità dell’uomo oltre che di sicurezza delle nazioni, ed è quella di bloccare gli schiavisti in mare. Non sono questioni di serie B rispetto l’agenda dell’Europa" ha detto Renzi. "Nel Consiglio europeo porremo con grande attenzione questo tema", ha aggiunto il presidente del Consiglio. "Le vittime del mare, come quelle del naufragio di stanotte, "non le salviamo con controlli delle navi, ma non non facendole partire, lasciandole alla mercé di criminali".
’Triton’ sott’accusa. "Chi dice che con Mare Nostrum si sarebbe evitata la tragedia non sa di cosa parla: i soccorsi c’erano al momento dell’incidente. Diciotto navi impegnate da subito di cui 7 miliari italiane", ha spiegato il premier assicurando che "il soccorso è stato tempestivo". Il "vero problema" è un altro, e cioè quello "del nuovo schiavismo", dei "trafficanti di uomini". "Un blocco navale va capito come lo si fa, se fatto in certi modi può fare un favore a scafisti, perché sei costretto a prendere i profughi, e finirebbe per essere un servizio taxi". Se invece ci si riferisce a un blocco delle partenze dalla terraferma, ha osservato Renzi, "stante alla situazione attuale sarebbe impossibile farlo in Libia" vista la situazione di guerra civile. "La soluzione del problema libico è un tema prioritario", ha detto Renzi, "il 91% dei migranti arriva dalla Libia".
La posizione della Francia. Anche la Francia ha chiesto una riunione d’emergenza dei ministri degli esteri degli Interi e degli Esteri. "L’Unione europea deve rafforzare il numero di navi nell’operazione Triton, un nome forse che non è adatto", ha detto in diretta alla tv Canal Plus il presidente francese.
L’esecutivo Ue. "La Commissione europea è profondamente frustrata dagli ultimi sviluppi nel Mediterraneo", una situazione "dura che richiede un’azione decisa", ha dichiarato l’esecutivo Ue in un comunicato, precisando che il problema va affrontato "alla radice", cioè con i Paesi di origine e transito. Quanto accaduto "è inaccettabile": ora "è il momento per l’Ue di affrontare queste tragedie senza indugio", serve la condivisione della responsabilità tra tutti i 28 che "per troppo tempo è stata lasciata solo ai Paesi del sud", ha sottolineato l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini, in una nota sul naufragio nel Canale di Sicilia. "Ho deciso - ha aggiunto - di mettere la questione delle migrazioni come un punto formale all’ordine del giorno del Consiglio Affari esteri convocato domani a Lussemburgo, dove andrò a presentare una serie di proposte per la Libia, una delle principali vie di traffico illegale di migranti".
Incontro Renzi-Mogherini. L’Alto rappresentante per la politica estera Ue ha incontrato Renzi a Palazzo Chigi. Ha ringraziato le autorità italiane per lo "sforzo straordinario" teso a salvare vite umane. I due hanno concordato che "solo con politiche comuni Ue sull’immigrazione" tragedie come quella di oggi possono essere evitate. "Solamente con politiche europee" in materia di immigrazione "si possono prevenire queste tragedie", ha detto Mogherini durante l’incontro nel quale hanno discusso la "risposta europea" e dei prossimi passi che l’Ue sta approntando per combattere il traffico di esseri umani e il contrabbando.
Il Parlamento europeo. "Quante persone dovranno affogare prima che la Ue finalmente agisca?", ha chiesto il presidente del Parlamento europeo che di fronte alla nuova tragedia nel Mediterraneo si è detto "senza parole" e in una nota ha affermato che "l’Europa può e deve fare di più". "E’ una vergogna e una confessione di fallimento il fatto che tanti paesi sfuggano alle loro responsabilità ed il poco denaro destinato alle missioni di salvataggio", ha aggiunto.
La Germania. La strage di immigrati nel Canale di Sicilia ha scosso anche la Germania il cui governo ha chiesto un intervento Ue per "un’operazione internazionale contro i trafficanti di esseri umani". Così il vice cancelliere Sigmar Gabriel secondo il quale è giunta l’ora che "tutte le polizie europee e le autorità di frontiera compiano ogni possibile sforzo per combattere le bande criminali che si approfittano della miseria umana" perché "non possiamo più accettare che l’Europa, alle sue frontiere esterne, troppo spesso sia sinonimo di morte e non di umanita". Sulla stessa linea il ministro dell’Interno, Thomas de Maiziere, che ha ricordato come una squadra di Europol sia già al lavoro contro i trafficanti di esseri umani perché "non dobbiamo tollerare questi sacrifici di massa di vite umane, alimentati dalla pura avidità".
CRONOLOGIA
PALERMO - Quella che si è consumata oggi nel Canale di Sicilia è soltanto l’ultima delle tragedie che hanno segnato - negli anni - i ’viaggi della speranza’ degli immigrati. Ecco i precedenti.
Nel 2015. Era l’11 febbraio di quest’anno quando al largo delle coste di Lampedusa 29 profughi muoiono per ipotermia durante un viaggio della speranza attraverso il Canale di Sicilia. Al momento dei soccorsi, 7 di loro risultano già morti, gli altri non ce la fanno a causa del freddo e spirano durante il trasporto sulle motovedette della Guardia costiera. L’episodio a un centinaio di miglia dall’isola di Lampedusa. I migranti facevano parte del gruppo di 105 profughi messi in salvo la notte precedente.
Nel 2014. Era il 5 dicembre dello scorso anno quando 18 migranti, tra i quali una bambina di 6 anni, muoiono di freddo su un gommone a 110 miglia a sud di Lampedusa. Lanciato l’allarme, l’imbarcazione viene raggiunta da due motovedette della Guardia costiera e dal rimorchiatore civile ’Burbon Argos’. Le salme vengono portate a Porto Empedocle. In questo caso, non è stato un naufragio a provocare la tragedia: 16 delle vittime perdono la vita presumibilmente per ipotermia e disidratazione, un’altra viene stroncata da un edema polmonare subito dopo l’arrivo dei soccorritori. La diciottesima vittima è una giovane morta nel reparto di ginecologia ed ostetricia dell’ospedale di Agrigento, dove era stata portata in elisoccorso da Lampedusa per una grave ipotermia, per ustioni diffuse in quasi tutto il corpo e per un aborto in corso. Settantatré i superstiti, che vengono trasferiti prima sulla nave ’Orione’ e successivamente sulla ’Etna’.
Ottobre 2013. Quella avvenuta il 3 ottobre di due anni fa viene subito definita "una strage senza precedenti" per numero di vittime. Un barcone carico di migranti naufraga a Lampedusa, all’altezza dell’Isola dei Conigli. Il bilancio finale arriverà a contare 366 vittime e 20 morti presunti. Tra i morti ci sono tante donne, alcune incinte e molti bambini. Il relitto viene ritrovato inabissato sui fondali: al suo interno, come una grande bara, le centinaia di cadaveri. I corpi recuperati dovranno essere trasportati in un hangar dell’aeroporto perché non si riuscirà a trovare più posto nella camera mortuaria.
Settembre 2013. Il 30 settembre 13 migranti muoiono in uno sbarco sulla spiaggia di Sampieri, a Scicli, nel tentativo di raggiungere la costa. Presi a cinghiate i migranti, tutti uomini, erano stati costretti dagli scafisti a buttarsi in mare. Gli immigrati, circa 200, avevano raggiunto la costa ragusana a bordo di un peschereccio che si è arenato a pochi metri dalla riva.
Agosto 2013. Il 10 agosto 6 migranti muoiono sulla spiaggia del lungomare della Plaia di Catania, nei pressi del ’Lido Verde’, annegando, proprio nel tentativo di raggiungere la riva. Sull’imbarcazione arenatasi a circa 15 metri dalla riva, viaggiavano oltre 100 extracomunitari, soccorsi dalle forze dell’ordine e dalla guardia costiera e trasferiti nel porto di Catania per l’identificazione e i soccorsi.
Ottobre 2012. L’11 ottobre 34 migranti, tra cui sette bambini e undici donne, sono le vittime di un naufragio a 70 miglia da Lampedusa. Il barcone su cui viaggiano si capovolge mentre i migranti si muovono per farsi notare da un elicottero in ricognizione. Circa 206 migranti vengono invece portati in salvo dalla Marina Militare.
Agosto 2011. Il primo agosto 25 profughi, tutti uomini e non ancora trentenni, muoiono asfissiati nella stiva di un barcone partito dalle coste libiche verso Lampedusa. I cadaveri vengono scoperti dagli uomini della Guardia costiera una volta terminato il trasbordo degli extracomunitari.
Maggio 2011. Il 19 maggio tragedia sfiorata per oltre 400 profughi partiti dalla Libia. A bordo del barcone in legno, a circa 20 miglia dalla costa di Lampedusa, si sviluppa un principio di incendio, spento solo grazie all’intervento di 4 finanzieri saliti a bordo prima di effettuare il trasbordo dei migranti.
Maggio 2011. L’8 maggio 527 profughi vengono salvati in extremis a Lampedusa da un barcone incagliato sugli scogli che rischia di capovolgersi, ma tre di loro, tutti giovanissimi, non ce la fanno e muoiono a un passo dal traguardo. I cadaveri vengono recuperati incastrati sotto il barcone a Cala Francese: due immigrati muoiono per annegamento, uno per schiacciamento.
Aprile 2011. Il 6 aprile un barcone partito dalla Libia con 300 persone a bordo si ribalta nel canale di Sicilia a causa delle cattive condizioni del mare. A più di 12 ore dalla tragedia sono 51 le persone tratte in salvo mentre i dispersi da quanto emerge dal racconto dei superstiti sono oltre duecento.
Aprile 2011. Il 3 aprile i corpi di 70 migranti morti probabilmente durante una traversata per raggiungere, forse, le coste italiane vengono recuperati al largo della Libia, all’altezza di Tripoli.
Marzo 2011. Nella notte tra il 29 e il 30 marzo un barcone con a bordo 17 immigrati partiti dalla Libia affonda a largo di Lampedusa. A raccontarlo sono i sei superstiti, secondo cui sarebbero annegati 11 loro compagni durante la navigazione.
Marzo 2011. Il 14 marzo nel canale di Sicilia affonda un barcone con a bordo una quarantina di tunisini. Solo cinque di loro riescono a salvarsi, gli unici che sapevano nuotare, salendo su un altro barcone diretto a Lampedusa. A raccontare i particolari del naufragio sono gli stessi superstiti appena sbarcati a Lampedusa. Tre dei naufraghi vengono trasferiti nella Guardia medica. Il natante si sarebbe ribaltato subito dopo la partenza da Zarzis, in Tunisia.
Marzo 2011. Il 4 marzo un barcone che trasporta 30 immigrati nordafricani naufraga nel Canale di Sicilia, a circa 40 miglia dalla coste del trapanese tra Marsala e l’isola di Marettimo. I migranti sono soccorsi dal motopesca mazarese Alcapa, ma durante le operazioni di trasbordo quattro di loro finiscono in mare, a causa del maltempo. Due vengono subito recuperati dai marinai del peschereccio mazarese, altri due invece scompaiono tra le onde del mare in tempesta.
Febbraio 2011. Il 16 febbraio nel canale di Sicilia scompare un barcone di circa 45 metri con a bordo forse oltre 200 immigrati.
Giugno 2008. Il 16 giugno un ’barcone della speranza’ affonda al largo delle coste libiche. A bordo ci sono 150 migranti egiziani: soltanto uno riuscirà a salvarsi. Gli altri muoiono in fondo al mare.
Maggio 2008. Il 12 maggio 66 immigrati clandestini tentano di raggiungere l’Italia su un barcone che va alla deriva per giorni. A bordo, 47 persone muoiono di fame e freddo. Vengono gettate in mare dai compagni. Altri tre sono ritrovate cadaveri nella barca, affondata nei pressi di Monastir.
Agosto 2006. Il 19 agosto la Corvetta ’Minerva’ della Marina Militare soccorre un barcone con 120 clandestini a bordo. Il barcone si rovescia per il peso degli immigrati, accalcati su una fiancata in attesa di essere salvati. Dieci cadaveri sono recuperati e 40 persone risultano disperse.
Ottobre 2004. Il 4 ottobre un’imbarcazione che trasporta in Italia 75 immigrati clandestini (70 marocchini e cinque tunisini) si inabissa durante la notte davanti alle coste della Tunisia: 17 persone muoiono annegate. Altri 47 sono disperse e 11 vengono salvate dalla guardia costiera tunisina. Il naufragio avviene al largo della città di Chott Meriem, 170 chilometri a sudest di Tunisi, proprio poche ore dopo che l’imbarcazione ha lasciato la costa, diretta verso l’Italia.
Ottobre 2003. Il 20 ottobre gli immigrati che viaggiavano su un barcone della speranza, disperso nel canale di Sicilia e soccorso dalla guardia costiera, raccontano che almeno 70 persone sono morte durante la traversata e sono state gettate in mare.
Giugno 2003. Il 20 giugno una barca con a bordo 250 immigrati clandestini naufraga in acque internazionali, al largo della Tunisia. Il bilancio ufficiale è di una cinquantina di cadaveri restituiti dal mare. I dispersi sono 160, in 41 sopravvivono.
Dicembre 1996. Avviene nella notte di Natale uno tra gli incidenti più gravi, quello di Portopalo rimasto a lungo nel mistero. Quasi 300 clandestini muoiono annegati nel mare tra Malta e la Sicilia. A causare il naufragio, lo scontro tra il cargo libanese ’Friendship’ e la motonave Yohan.
HUFFINGTON POST
Naufragio nel Canale di Sicilia. Campi in Africa e tendopoli in Italia: le due misure allo studio del governo. Renzi: "No al blocco navale"
Claudia Fusani, L’Huffington Post
Pubblicato: 19/04/2015 20:04 CEST Aggiornato: 0 minuti fa
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Settecento non sono un numero ma sono vite e altrettante storie. “Questa tragedia – sottolinea il premier Renzi - è avvenuta in presenza di soccorsi non in assenza. È un punto importante: i soccorsi c’erano. Ecco perché dobbiamo fare di tutto per non farli partire e impedire che diventino merce per i trafficanti di uomini”. Il premier ha cancellato tutti gli impegni della campagna elettorale, ha indossato una cravatta nera e ha convocato mezzo governo – il ministro della Difesa Roberta Pinotti, degli Esteri Gentiloni, dell’Interno Angelino Alfano e il sottosegretario con delega all’intelligence Marco Minniti – per stendere la lista delle priorità. Cosa andare a chiedere e a pretendere in Europa. Sul tavolo convocato oggi con urgenza a palazzo Chigi, a cui hanno partecipato anche il capo della polizia Alessandro Pansa e i vertici dello Stato maggiore della Difesa, ci sono interventi immediati “nel breve periodo”. E altri, “che richiedono più tempo”. Nessuno dei presenti ha avuto dubbi: “Solo con l’impegno di Bruxelles e del resto del mondo si può cercare di mettere fine a quella che è una vera e propria ecatombe nel canale di Sicilia”. Sono 1.500 morti dall’inizio dell’anno a cui si aggiungono i 700 di stanotte e i 400 di cui ancora non c’è certezza di quattro giorni fa. Quasi mille (976) gli scafisti arrestati.
Centri sorvegliati vicini alle zone di arrivo. È una delle misure da prendere nell’immediato “per evitare che gli immigrati vadano in giro senza controllo, soprattutto i minori, e cercare di dare un po’ di ordine agli arrivi”. Allo studio l’ipotesi di “allestire strutture nei pressi dei porti di arrivo dei flussi”. Si parla di “tensostrutture o altre strutture mobili nella disponibilità della Protezione civile”. Ma anche l’utilizzo di “edifici abbandonati, caserme e impianti sportivi dove poter fare tutti i controlli sanitari necessari e garantire una adeguata sorveglianza con i militari”. Il rischio infiltrazione dei flussi clandestini da parte di terroristi o militanti non può più essere esclusa quando gli arrivi diventano praticamente incontrollati. E incontrollata sta diventando la loro gestione. Di circa 190 mila arrivi da gennaio 2014 a oggi, nelle strutture di accoglienza risultano assistite 70 mila persone. Che fine hanno fatto gli altri? Il Viminale precisa che è “sbagliato e non corretto fare la sottrazione e dire che 120 mila clandestini sono andati alla macchia poiché molti di loro arrivano in Italia ma partono subito per gli altri paesi europei dove poi chiedono lo status di rifugiato”. Sono 20 mila gli arrivi dall’inizio dell’anno, undicimila negli ultimi dieci giorni. Gli osservatori dicono che ci sono “almeno 250 mila persone pronte a partire stipate nei lager libici in mano ai trafficanti”. Con una media di 2.500 euro a persona, si tratta di un giro d’affari milionario concesso ai criminali. Peggio ancora, forse, ai terroristi dell’Isis. E questa è certamente l’altra emergenza. Non più umanitaria ma di sicurezza.
No a nuove emergenze. Qualcuno ci proverà in queste ore di tragedia a mettere sul tavolo nuove ed ulteriori stati di emergenza. Ma il premier non ha alcuna intenzione di cedere su questo punto. “L’emergenza – suggeriscono i tecnici dell’immigrazione - va gestita con strumenti ordinari e nessuna deroga”. Le inchieste giudiziarie raccontano, purtroppo, i meccanismi corruttivi che si scatenano davanti alle emergenze.
Il muro navale? "Un equivoco". Al tavolo di palazzo Chigi trova posto il tanto novellato “muro navale”, il sogno di Salvini, una soluzione anche per Forza Italia a cui oggi si sono aggiunte le voci di Casini e del sottosegretario alla Difesa Gioachino Alfano. Renzi è stato categorico: “Non se ne parla, può diventare persino un favore agli schiavisti”. Per chi si occupa in prima fila di immigrazione, ed era oggi al tavolo, il muro è “un’ipotesi del terzo tipo, cioè impossibile finchè non c’è il via libera dell’Europa su come e dove ripartire i profughi”. Non solo, infatti, il Muro navale diventerebbe “una calamita” per gli scafisti ma, soprattutto, dove vengono dislocati gli immigrati una volta sulle navi? “E’ impossibile riportarli in Libia - dove manca interlocuzione politica e da dove parte il 91% dei flussi - e Tunisia e Egitto non hanno intenzione di diventare il ripiego dell’emergenza”. Se non si hanno chiare queste premesse, verrebbe quasi da pensare che chi sta sventolando ai quattro venti la soluzione del muro “non sappia di cosa parla”. Cos’è dunque il “muro navale”? Nelle intenzioni di chi lo propone sarebbe una barriera di navi, ciascuna e anche più d’una per ciascuno dei 28 paesi membri, che raccoglie in acque internazionali i barconi con i disperati. Fin qui, si dice, nulla da eccepire: il Muro sarebbe il primo attracco per gli immigrati, il luogo dell’identificazione e delle prime cure. Ma poi – chiedono retoricamente al Viminale – “cosa succede subito dopo?”. Nessuno ha la risposta. A meno che Bruxelles, oggi chiamata in causa da Hollande e da lady Pesc Mogherini, non decida di sbloccare il passaggio decisivo di tutta la faccenda: “Superare gli accordi di Dublino (l’immigrato è in carica al primo paese dove richiede asilo, ndr) e passare a criteri di equa distribuzione tra tutti i paesi”. Se non c’è questo ribaltamento, è stato detto nella riunione di governo, “il muro navale diventa solo una tombola utile a sotterfugi meschini”.
I campi in Africa: via libera dal Niger. È la soluzione a cui sta lavorando l’Italia. Si tratta di allestire campi nei paesi africani lungo le rotte della tratta prima che i flussi arrivino in Libia, in questo caso Niger e Sudan, dove gli immigrati e i profughi possono ricevere un programma di formazione e rimpatrio nel caso non abbiano diritto all’asilo e dove invece possano sbrigare le procedure di asilo qualora ne abbiano i requisiti. Il sottosegretario all’Interno Domenico Manzione ha già avuto il via libera degli organismi internazionali di Ginevra (Unhcr, OIEM e Croce Rossa) che dovrebbero gestire i campi. Nelle scorse settimane è stato in Niger dove ha ottenuto un via libera di massima. Manca il Sudan ma solo perché ci sono state da poco le elezioni e non è stato ancora insediato il governo. Anche qui, però, e ancora una volta, “è necessario che l’Europa si faccia carico secondo criteri di equa ripartizione dei profughi che hanno diritto all’asilo”.
Questo il quadro dell’emergenza. Al cui tavolo europeo e internazionale, però, per ora siede solo l’Italia. Che da sola non può più prendere iniziative. Renzi ha parlato oggi con Hollande, Merkel, il commissario Jean Claude Juncker, in serata con Cameron, tutti consapevoli – assicura – “della tragedia”. L’Italia punta ad un Consiglio europeo “entro la settimana”. Alla “propaganda” di Salvini & c., Renzi dedica le parole finali del suo intervento: “Questa è una faccenda drammaticamente seria, le speculazioni politiche sono inaccettabili”.