Stefano Carrer, Il Sole 24 Ore 18/4/2015, 18 aprile 2015
GIAPPONE, IL TRENO PIÙ VELOCE DEL MONDO
Tokyo
Due nuovi primati in due giorni sembrano smentire i catastrofisti sempre pronti a sostenere che il Giappone sia ormai “finito”, tra una inarrestabile spirale del debito pubblico e un declino di ordine tecnologico-competitivo. L’altro ieri è emerso che il Sol Levante è tornato a essere il principale Paese detentore di titoli del Tesoro Usa, superando la Cina, a dispetto di chi lo paragona alla Grecia (qualche buona carta potrà pur sempre giocarla, nel caso futuribile di crisi finanziaria). Ieri la Central Japan Railway ha annunciato che il suo treno a levitazione magnetica Maglev ha raggiunto una velocità di 590 chilometri orari, battendo il primato mondiale già conseguito a fine 2003 (581 km/h).
Un record che dovrebbe durare poco, visto che martedì prossimo il Maglev – sulla linea sperimentale nella provincia di Yamanashi che diventerà parte del collegamento tra Tokyo e Nagoya dal 2027 – tenterà di superare la soglia dei 600 km/h. Se a Tokyo sono in molti a rammaricarsi che la nuova linea superveloce non sarà pronta in tempo per le Olimpiadi del 2020 – così come lo Shinkansen divenne il simbolo del rilancio del Paese, entrando in servizio in contemporanea con i Giochi del 1964 –, il governo giapponese intende fin da ora promuovere l’esportazione futura del Maglev. Il premier Shinzo Abe, nella delicata missione negli Usa a fine mese, non mancherà di sostenere che sarebbe il collegamento ferroviario ideale per la costa californiana e per una sorta di “metropolitana” New York-Washington (che Tokyo si è già offerta di co-finanziare). D’altra parte, di treni veloci negli Usa si parla da decenni, senza che sia successo nulla anche a causa dell’opposizione della potente lobby delle compagnie aeree.
In altri mercati, poi, la tecnologia giapponese che ormai si può definire tradizionale non è riuscita a sfondare per la concorrenza prima europea e di recente cinese. La Cina ha costruito il suo ampio network di treni veloci in pochissimi anni e ora si propone all’estero a prezzi più bassi: in molti a Tokyo ritengono che abbia violato brevetti giapponesi. Vittima della concorrenza feroce di altri Paesi asiatici è anche il gruppo nipponico Sharp, che sta andando incontro al secondo salvataggio in tre anni, taglierà altri 5mila posti e pare rassegnata allo spin-off del suo ex settore di punta, gli schermi Lcd. E se le azioni di Sony sono tornate nei giorni scorsi ai massimi da sei anni e mezzo tra una rinnovata fiducia degli investitori nel suo sospirato rilancio, ieri ha perso il 4% sull’onda di un infortunio mai successo ad alcuna società al mondo: la pubblicazione di decine e decine di migliaia di documenti riservati da parte di Wikileaks, connessa alla pirateria informatica – a sospetta matrice nordcoreana – che l’anno scorso ha scardinato i sistemi di sicurezza della controllata Sony Pictures Entertainment. Insomma, la tecnologia giapponese spesso continua a eccellere ma è sotto attacco da ogni direzione. E fa fatica a tradurre i primati tecnologici in successi commerciali. Anche il record del Maglev è destinato a restare astratto: per ragioni di sicurezza, la velocità commerciale non supererà mai i 505 km orari.
Stefano Carrer, Il Sole 24 Ore 18/4/2015