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 2015  aprile 18 Sabato calendario

DALLA RAI AL TOURING CLUB “FACCIO LO STESSO MESTIERE”

«Alla vigilia dell’Expo e con la decisione del Papa di convocare un Giubileo straordinario non solo è naturale, ma persino affascinante riflettere su identità e differenze di questi due eventi. Occorrerebbe uno studio approfondito. E, comunque su Expo e Anno Santo si gioca l’immagine internazionale dell’Italia nei prossimi 2 anni». A parlare è Franco Iseppi, presidente del Touring Club, la più importante associazione privata e senza fini di lucro di turismo.
Trecento mila soci, 3 mila volontari di cui 1.800 impegnati a mantenere aperti siti artistici, culturali e religiosi; le classiche guide e una rivista realizzata in partnership con National Geographic Society e il Touring junior che raccoglie 24 mila ragazzini dagli 8 ai 14 anni, la storica associazione si batte perché il turismo - il nostro più prezioso prodotto nazionale - diventi infine un tema forte nell’agenda politica. Dunque, un osservatorio interessante su questo incredibile 2015 italiano data anche l’esperienza del suo presidente, l’inossidabile Iseppi.
Produttore e ideatore di programmi e inchieste, prezioso collaboratore e fedele amico per 25 anni di Enzo Biagi, direttore dei palinsesti Rai, poi sulle poltronissime di direttore generale e di presidente della Sipra la concessionaria di pubblicità, Franco Iseppi per il Grande Giubileo cattolico dell’anno 2000 fu il direttore-responsabile dei rapporti tra Rai e Vaticano. «La Rai storicamente ha raccontato gli eventi della Chiesa cattolica ma, in quella occasione, ci fu una riflessione anche teorica sul rapporto tra tv ed eventi religiosi. In sostanza», ricorda, «elaborammo 3 concept diversi sul modo di fare le riprese in rapporto alla tipologia dell’evento. Nostalgia? In Rai ho vissuto di tutto, la parte conflittuale e quella migliore. Non solo. Ho attraversato tutta l’evoluzione della tv da quella generalista a quella tematica a quella di adesso che è “personale”. Ora, in fondo, faccio un mestiere analogo. Il turismo ha avuto la stessa evoluzione: oggi è personalizzato, à la carte».
Ma cosa accomuna Expo e Giubileo? «Premesso che gli eventi sono ormai la forma più diffusa di comunicazione, appartenenza e promozione il primo elemento da notare sono i tempi. Non sono come le Olimpiadi: Expo dura ben 6 mesi, il Giubileo dal prossimo dicembre per un anno. Il secondo elemento è che entrambi hanno una tematica di frontiera: l’uno il cibo, l’altro la misericordia. Inoltre, sono progetti molto diffusi basti pensare alle tante iniziative sui territori per Expo e quanto il Giubileo faccia riferimento alle comunità locali come elemento fondativo. Detto questo sono ben più numerosi gli elementi che li differenziano».
Iseppi elenca: «Da una parte abbiamo assistito a una lunga e travagliata gestazione, dall’altra un annuncio inaspettato. Uno è un evento-vetrina costruito dall’alto attraverso ogni tipo di marketing mentre l’altro crescerà dal basso, dalle comunità di fedeli. E ancora. Da un lato c’è una organizzazione planetaria che si fonda su un leader carismatico, dall’altra l’espressione di un Paese, l’Italia, percepito storicamente come un mix d’attrattività e di profonde criticità. E così via. Penso infine che lo stesso Papa Francesco - anche se non lo dirà mai - ha indirettamente collegato i due eventi. All’Expo dove ci sarà il padiglione della Santa Sede sarà preso un vero impegno per uno sviluppo sostenibile e il diritto al cibo? Di certo la natura storica dei Giubilei è sempre stata sostanzialmente quella di correggere i modelli economici e finanziari delle varie epoche attraverso la remissione dei debiti e il perdono».
Poco coinvolto nell’Expo («Puntiamo come sempre sull’accoglienza. I nostri volontari terranno aperte le sedi cercando di rendersi utili ai viaggiatori») il Touring per il Giubileo ha un importante progetto centrato sulla Via Francigena che da Canterbury attraversando la Francia e 7 regioni italiane arriva a Roma e si prolunga fino a Otranto. Diversità e ricchezza di territori, culture, religioni. Non passa per Rho-Pero, ma più a Sud nel Pavese l’affascinante via che rappresenta la prima e più grande manifestazione dell’unità plurale della nostra Europa.
Chiara Beria Di Argentine, La Stampa 18/4/2015