Notizie tratte da: Alessandro Gnocchi # I segreti di Shining. King contro Kubrick # Barney Edizioni Siena 2015 # pp. 176, 13,50 euro., 18 aprile 2015
Notizie tratte da: Alessandro Gnocchi, I segreti di Shining. King contro Kubrick, Barney Edizioni Siena 2015, pp
Notizie tratte da: Alessandro Gnocchi, I segreti di Shining. King contro Kubrick, Barney Edizioni Siena 2015, pp. 176, 13,50 euro.
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• Nel 1977 Stephen King pubblica il romanzo Shining. Nel 1980 esce l’adattamento per il cinema girato da Stanley Kubrick. Stessa storia, due capolavori dalle prospettive opposte. Entrambe legittime, perché in fondo Kubrick non fa altro che enfatizzare alcuni aspetti del libro, non centrali a parere di King. Nel confronto tra queste due grandi personalità, si riflettono due posizioni culturali che hanno attraversato tutto il Novecento. L’umanista King contro l’esteta Kubrick. Il credente (nel soprannaturale, che è diverso dall’essere religioso) contro lo scettico. Lo scrittore morale (che sa collocare il Bene e il Male) contro il relativista.
• Shining è una storia sulla paura di perdere il controllo e fare del male alle persone amate.
• «Ho avuto un rapporto molto intenso con il cinema. Qualcuno può persino pensare che il mio rapporto con certi registi sia stato persino sessuale... visto che qualcuno ha cercato più volte di baciarmi, qualcun altro persino di mordermi sul collo. Sicuramente il mio è stato un rapporto controverso. Alcune volte sono stato coinvolto nella sceneggiatura, altre no. Ci sono registi ai quali sono profondamente legato e con i quali ho un vero legame di amicizia e di cui mi fido ciecamente, come per esempio Frank Darabont e Rob Reiner. Poi c’è stato Stanley Kubrick che ha deciso di adattare Shining assieme a Diane Johnson e io ho augurato loro semplicemente “buona fortuna”». (Stephen King)
• Il set di Shining è allestito agli Elstree Studios in Inghilterra, forse il più grande set mai realizzato fino a quel momento. Kubrick ha preteso che fosse ricostruito l’intero Overlook Hotel, l’isolato e lussuoso albergo di montagna in cui si svolgeva la tragica storia del custode invernale Jack Torrance e della sua famiglia. Inoltre impone alla produzione la riproduzione di una parte degli esterni, incluso il famoso giardino-labirinto che manca nel libro ed è il luogo dove si chiude il film di Kubrick.
• Shining nel 1981 si è guadagna due candidature ai Razzie Awards, i premi destinati al cinema spazzatura: peggiore pellicola e peggiore attrice protagonista (Shelley Duvall).
• «Kubrick è una persona che pensa troppo e sente poco». (Kubrick secondo King)
• King racconta nel suo romanzo la vicenda di un uomo in fondo buono che si lascia sopraffare dal Male. Kubrick racconta la vicenda di uomo in fondo cattivo dal primo istante in cui compare sullo schermo. King scrive un romanzo dell’orrore. Kubrick gira una fantasia filosofica.
• Nel 1974 Stephen King ha bisogno di allontanarsi dall’atmosfera del Maine. È in cerca di una scenografia diversa per il suo prossimo libro, il terzo. Sia Carrie sia Le notti di Salem sono ambientati in cittadine di provincia del New England. È necessario cambiare per non sclerotizzarsi. Secondo la leggenda King scelse la nuova destinazione lasciando cadere a caso il dito su una mappa degli Stati Uniti.
• «King organizzò un weekend con la moglie allo Stanley Hotel di Estes Park, circa 70 chilometri da Boulder. L’albergo aveva una storia importante ed era molto noto. Era stato inaugurato nel 1909. Il proprietario, Freelan O. Stanley, cresciuto in Massachusetts, si era trasferito in Colorado per motivi di salute nel 1903. L’Hotel aveva ospitato molti personaggi famosi tra cui Theodore Roosevelt, Bob Dylan, Cary Grant, Doris Day, l’imperatore giapponese Hirohito e John Philip Sousa. I coniugi King arrivarono il giorno precedente la chiusura invernale. Mentre guidava, lo scrittore restò colpito da un cartello: «La strada potrebbe essere chiusa dopo ottobre». Erano gli unici ospiti. Loro entravano. Gli altri uscivano. La sala da pranzo era vuota. C’era un solo tavolo apparecchiato. Poterono scegliere tra un piatto di manzo del Colorado o... digiunare. Mangiarono il manzo. La musica era diffusa dagli altoparlanti. L’orchestrina aveva levato le tende da alcuni giorni. Più tardi, mentre la moglie dormiva, King uscì dalla stanza 217 ed esplorò a lungo l’albergo immerso nel silenzio. Notò le singolari manichette anti-incendio appese alle pareti con la parte metallica rivolta verso il corridoio. Sembravano serpenti in agguato. Scese al bar, dove fu servito da un cameriere di nome Grady. Tornato in camera, osservò la vasca da bagno, molto profonda. Poggiava su piedi che ricordavano quelli di un animale. Stephen pensò: «Cosa accadrebbe se qualcuno morisse qui dentro?». Quella notte ebbe un incubo. Suo figlio, il piccolo Joe Hill, fuggiva lungo gli infiniti corridoi dello Stanley Hotel». Così nacque Shining.
• King inizia a scrivere il suo nuovo romanzo, che intitola The Shine. Tiene l’incredibile media di tremila parole al giorno. Il grosso della stesura viene scritto in circa sei settimane. Una sola scena lo tiene impegnato a lungo, quella in cui il cadavere in decomposizione di una donna esce da una vasca da bagno per aggredire un bambino piccolo.
• Prima del successo di Carrie e Le notti di Salem, King era professore alla Hampden Academy, una scuola pre-universitaria e arrotondava d’estate in una lavanderia.
• «Ogni tanto ero assalito da sentimenti scellerati che non avevo mai sospettato di poter provare, alcuni verso mia moglie, altri verso i miei figli, sentimenti che andavano dall’impazienza alla collera, all’odio puro e semplice. C’erano momenti, specie intorno alle due del mattino, un bimbo in braccio o sulla mia schiena, in cui mi trovavo a chiedermi come diavolo fossi finito in quel folle asilo nido. Non ho mai smesso di amare mia moglie e i miei figli, ma vi furono istanti... Mi chiedevo cosa stesse succedendo, e come. Sono pensieri da due del mattino, quando le pupille si espandono e vedono troppo, quando la membrana del timpano si assottiglia dolorosamente e puoi sentire il lamento delle speranze perdute risalire dagli abissi dell’ambizione». (Stephen King)
• Un martedì dei primi anni Ottanta King si mise a contare le bottiglie vuote che si erano accumulate in un solo giorno nel bidone dei vetri. L’episodio è raccontato da lui stesso in On Writing: «Mio Dio, sono un alcolista, pensai, e non udii nella testa alcuna voce che dissentisse. Eccomi lì. Ero il tipo che aveva scritto Shining senza nemmeno accorgersi, fino a quella sera, che stava scrivendo di se stesso».
• «In Jack Torrance ho visto una faccia che m’ipnotizzava perché era la mia. Il libro fu un falò rituale di odio e paura, realizzato in una tranquilla stanza in affitto con vista sulle Flatiron Mountains». (Stephen King)
• «Prima la ragazza telecinetica, poi i vampiri, ora l’hotel infestato di spettri e il bambino telepatico. Finirai etichettato». (Bill Thompson, editore di King)
• «Credo che tu abbia tutte le carte in regola per avere successo ma certe volte non capisci un cazzo» disse Bill. «Beh. Basta che gli assegni vadano all’incasso» rispose King scoppiando a ridere.
• Le notti di Salem frutta cinquecentomila dollari di anticipo versato dalla Doubleday. Il tascabile vende due milioni di copie. Oggi è considerato un classico, il miglior romanzo di vampiri dai tempi del Dracula di Bram Stoker.
• The Shine divenne Shining per volontà della Warner Bros, che aveva acquistato i diritti cinematografici. A King non piacque ma non ci fu nulla da fare. “Shine” è una vecchia espressione ingiuriosa per indicare gli afroamericani: «Hey, shoeshine boy!» (Hey, lustrascarpe!). Naturalmente King pensava a tutt’altro, un verso del brano Instant Karma di John Lennon: «’Cause we all shine on / like the moon and the stars and the sun» (Perché noi tutti brilliamo / come la luna, le stelle e il sole).
• King dedica il libro al figlio: «A Joe Hill King, che irradia luce».
• Verso la metà degli anni Ottanta, Shining ottiene una reputazione tale da permettergli l’ingresso come lettura nei corsi di college e università.
• «L’industria editoriale deve essere caduta terribilmente in basso per conferire a King un premio andato in precedenza a romanzieri come Saul Bellow e Philip Roth o a drammaturghi come Arthur Miller. Premiando King, ha riconosciuto solo il valore commerciale dei suoi libri, che vendono milioni di copie ma sono inutili al genere umano. Servono solo a tenere a galla l’editoria. Se questo sarà il criterio seguito in futuro, allora la giuria l’anno prossimo dovrà premiare Danielle Steel. E il Nobel per la letteratura andrà a J.K. Rowling». (Harold Bloom, critico letterario statunitense)
• «Non mi piacciono le storie in cui puoi vedere la mano dell’autore che sposta i personaggi a suo piacimento. I personaggi devono essere reali. Nel corso della storia non devono fare nulla che suoni falso. Non voglio che siano semplici pedine su una scacchiera. Dovrebbero dare l’impressione di agire per propria scelta. Per questo amo Le notti di Salem e Shining». (Stephen King)
• «Al centro di Shining c’è la lotta tra il Bene e il Male. L’Overlook è il Male. Chi ne percorre i corridoi, rischia di essere corrotto dalla malvagità. Quando l’Overlook prende il sopravvento su Jack, ne sovverte l’ordine morale. Il Male diventa il Bene, il cattivo diventa buono, il carnefice diventa vittima».
• Shining è il gemello eterozigoto di 2001. Odissea nello spazio.
• «Di tanto in tanto, mentre ero sotto la doccia o guardavo un programma televisivo o guidavo per ore sull’autostrada, mi scoprivo a calcolare l’età di Danny e a chiedermi dove sarebbe finito». (Stephen King)
• «La segretaria sobbalzava a ogni colpo sulla parete. Nella stanza adiacente Stanley Kubrick leggeva romanzi horror nella speranza di imbattersi in una storia interessante. La ricerca andava male. Dopo dieci pagine esatte il regista scagliava i libri deludenti contro il muro. Bum. Bum. Bum. Poi il silenzio spezzato solo dal sospiro (di sollievo) della segretaria. Il boss si era imbattuto nelle bozze di Shining. Questa è la leggenda».
• Kubrick cercava una nuova sceneggiature. Valutò la possibilità di adattare un racconto fantascientifico di Brian Aldiss, Supertoys Last All Summer Long che poi uscirà nel 2001, girato da Steven Spielberg, col titolo A. I. -Intelligenza artificiale. All’epoca la pellicola fu accantonata da Kubrick perché decise di puntare su Shining.
• Nel maggio 1975 Paddy Chayefsky e il produttore Howard Gottfried proposero alla United Artists una lista di nomi tra cui scegliere il regista di Quinto Potere, sceneggiatura originale di Chayefsky stesso. La United Artists inviò Quinto Potere a Kubrick il quale si disse disposto a girare il film. Alla fine Chayefsky pose il veto, intuendo che Kubrick avrebbe rivisitato il testo a modo suo. Quinto potere fu affidato a Sidney Lumet, che realizzò un classico.
• Kubrick non si allontanava volentieri dalla Gran Bretagna. Non viaggiava volentieri sui grandi aeroplani nonostante avesse la licenza da pilota e 160 ore di volo individuale. Era un solitario ma non un uomo solo. Restava fedele agli amici e amava intrattenersi con loro al telefono. Per ore.
• Nel 1972 il film Arancia meccanica aveva suscitato un mare di polemiche soprattutto in Gran Bretagna. Accusato di fascismo e istigazione alla violenza, Kubrick difese la sua pellicola ma infine accettò che uscisse di scena senza clamore. Si autocensurò, rinunciando a proiettarla e distribuirla. Molto tempo dopo, il ritorno nelle sale sarà un vero e proprio evento.
• Nel 1973 una ragazza olandese fu stuprata da una banda di ragazzi che cantavano Singing in the Rain replicando così una delle scene più famose del film Arancia Meccanica.
• Ogni giorno nella cassetta della posta Kubrick trovava disegni di bombe, intimidazioni, insulti. Più di una volta furono chiamati gli artificieri a causa di pacchi sospetti. Infine si decise per una soluzione radicale. Stanley riceveva solo lettere inviate da mittenti conosciuti. Il resto andava dall’ufficio postale alla stazione di polizia di Borehamwood senza passare da casa Kubrick.
• Barry Lyndon incassò 9,5 milioni di dollari. Per andare in pareggio ne sarebbero serviti almeno trenta. Il film fu un fiasco ma fu salvato dalle numerose candidature all’Oscar (sette nomination, quattro statuette vinte: musica, fotografia, scenografia e costumi).
• Una volta Kubrick accettò un invito a cena dello scenografo Ken Adam, due volte premio Oscar. Kubrick lo aveva introdotto alla fotografia sul set di Barry Lyndon. Il regista non si presentò e all’ultimo minuto inviò all’amico un pacchetto contenente costosi obiettivi. Nel biglietto di accompagnamento, oltre a scusarsi, sosteneva che le lenti fossero molto più comunicative di... Stanley Kubrick. Che dunque a tavola, al suo posto, fossero collocate quelle.
• Stephen King pensa a Stanley Kubrick quando inventa il personaggio di Horace Derwent, padrone dell’Overlook Hotel negli anni Trenta.
• Kubrick non volle nenche leggere la sceneggiatura di King e reclutò invece Diane Johnson, che aveva un interesse accademico per il gotico, «al fine di estrarre la trama essenziale di Shining e reinventarne le parti più deboli».
• Kubrick ritoccava in continuazione la sceneggiatura anche durante la lavorazione. Ogni mattina gli attori ricevevano pagine nuove. Dopo qualche tempo, misero da parte il copione originale e studiarono soltanto le correzioni giornaliere. Gli attori avevano una moderata licenza di improvvisare, a patto che conoscessero a menadito il copione.
• Le riprese di Shining iniziarono nel maggio 1978 e finirono nell’aprile del 1979. Il set fu allestito negli studi inglesi Emi-Elstree, in pratica sotto casa Kubrick. Quattro dei nove teatri di posa vennero occupati dal set. In contemporanea si girava L’Impero colpisce ancora, secondo capitolo della saga di Guerre stellari. In lista d’attesa per gli spazi occupati da Shining c’era invece Steven Spielberg col suo I predatori dell’arca perduta.
• Come modello dell’Overlook fu scelto il Timberline Lodge, costruito a 1800 metri d’altezza sulla parete sud del monte Hood in Oregon. Un dipendente dell’Hotel fu convocato a Londra perché verificasse l’esattezza della riproduzione in scala. Per riprodurre l’illuminazione naturale dell’Overlook si dovettero installare 860 fari con una potenza di circa 700mila watt. In alcuni punti la temperatura del set era di 43 gradi.
• La scena in cui il fiume di sangue si riversa fuori dagli ascensori dell’albergo creò non pochi problemi alla troupe. La giusta consistenza fu trovata facilmente ma Kubrick non era mai soddisfatto del tono rosso bruno. Furono versati litri e litri di “sangue”, ciak dopo ciak, fino a che il liquido rossastro, attraverso i canali di scolo, non raggiunse il paese di Borehamwood. Qualcuno pensò a un vero massacro nelle vicinanze e chiamò la polizia.
• «Avrei fatto tutto quello che Stanley voleva. Chiunque avrebbe voluto lavorare con lui. Mi mandò il libro. Lo trovai straordinario. Una grande occasione». (Jack Nicholson)
• Kubrick considerò sia Robert De Niro che Robin Williams per il ruolo da protagonista ma il Jack Nicholson del 1978 era perfetto per interpretare Jack Torrance.
• Nel 1974 Nicholson scopre che sua madre è in realtà sua nonna, e che sua sorella è sua madre.
• «Fin dall’inizio la performance di Nicholson fu molto più folle che nel libro e molto più di quanto Kubrick aveva immaginato, credo. Questo è stato il contributo di Nicholson. Nicholson era molto su di giri». (Diane Johnson)
• Durante le riprese Nicholson viveva a Londra, sulla Cheyne Walk a Chelsea, in un appartamento affittato dalla Warner per 2000 sterline la settimana.
• Shelley Duvall fu l’unica attrice valutata per il ruolo di Wendy.
• Leon Vitali, assistente personale di Kubrick, si recò negli Usa per selezionare cinquemila bambini tra Chicago, Denver e Cincinnati. Serviva un ragazzino con un accento che fosse una via di mezzo tra quelli di Nicholson e Duvall. Ne furono individuati 120. Vitali registrò le improvvisazioni di tutti quanti e inviò i nastri a Kubrick che scelse Danny Lloyd, cinque anni e mezzo, figlio di un ingegnere ferroviario.
• Kubrick era molto protettivo con Danny ma spiatato con il resto della troupe. Osservò con scrupolo le limitazioni imposte dalla legge sul lavoro minorile, e impedì al bambino di vedere il film fino a quando non avesse raggiunto i diciassette anni.
• Fu Danny ad avere l’idea di trasformare il proprio indice in Tony, l’amico invisibile con cui parla nel film.
• Poco prima di iniziare il film, Kubrick mandò due squadre a realizzare le riprese aeree destinate all’apertura di Shining e al primo viaggio di Jack verso l’Overlook. Come location fu scelto il Glacier National Park in Montana. Greg MacGillivray passò diverse settimane a filmare, realizzando alcune eccezionali immagini dall’elicottero. Quelle scartate da Kubrick furono utilizzate da Ridley Scott per il finale di Blade Runner.
• Con gli attori Kubrick si esprimeva a monosillabi, e anche alla cinquantesima ripresa si rifiutava di fornire loro spiegazioni su ciò che non lo aveva convinto.
Il dialogo tra Scatman Crothers e Danny Loyd all’inizio del film fu girato 148 volte.
• Nel film Scatman Crothers, dopo il suo ritorno all’Overlook, viene abbattuto da un colpo d’ascia di Jack Nicholson. Scatman era distrutto dopo il primo ciak ma Kubrick ne impose una quarantina. Qualcuno fece notare che era troppo. Nicholson si inalberò: «Chi osa dire che il mio amico è troppo vecchio per cadere? Può farlo cinquanta o sessanta volte se necessario». Poi si avvicinò al regista e sottovoce lo pregò di andarci piano. Scatman finì dal chiropratico.
• «Da maggio a ottobre ho continuato davvero a stare male periodicamente, per via dell’enorme stress del ruolo e per quello di essere lontana da casa – proprio sradicata e spostata da un’altra parte – e si era appena chiusa una mia storia, quindi per me era proprio un periodo tumultuoso. Kubrick mi tormentava, non c’era dubbio, ma era un tormento necessario a tirar fuori quello che voleva tirare fuori. Lo rispetto davvero come persona e come regista. Sono sbalordita, mi ha insegnato più lui, nell’arco di un anno di un solo film, di tutto quello che ho imparato negli altri film che ho fatto». (Shelley Duvall)
• Grande protagonista delle riprese fu la steadicam inventata e manovrata da Garrett Brown che dava una libertà di movimento destinata a rivoluzionare la tecnica cinematografica. «Il lavoro di Brown era terribile: provate voi a inseguire un bambino di cinque anni lanciato a tutta velocità col suo triciclo con una telecamera, completa di ammortizzatori, fissata a un corpetto... Per garantire mobilità e precisione, fu utilizzato il prototipo di una sedia a rotelle realizzato da Ron Ford e messo a punto da Kubrick stesso. Le riprese con la steadicam suggeriscono la presenza in ogni scena di un occhio che osserva senza mai mostrarsi ai personaggi e al pubblico. È questa l’idea geniale che rende Shining tanto pauroso.
• «Kubrick continuava ad afferrare l’asta della steadicam e a tirarmi di qua e di là. Un giorno gli ho detto: “Fallo di nuovo, Sly, e io tiro un pugno che ti stendo”. Il giorno dopo l’ha fatto ancora, io l’ho colpito, e lui è andato giù». La mattina seguente Kubrick chiese gentilmente a Brown: «Ehm, potresti solo spostarti leggermente a destra?». (Garrett Brown)
• Shining ottiene una R dalla censura e viene vietato ai minori di 17 anni. Esce a New York e Los Angeles il 23 maggio 1980. Cinque giorni dopo, Kubrick taglia l’epilogo in cui il direttore dell’albergo va in ospedale a salutare Wendy. «Quando ho potuto vedere per la prima volta il fantastico picco di eccitazione raggiunto dal pubblico nel momento clou del film, ho deciso che la scena non era necessaria» disse il regista.
• Il romanzo di Jack composto da una sola frase ripetuta all’infinito “All work and no play makes Jack a dull boy” viene sostituita nella versione in italiano con la frase “Il mattino ha l’oro in bocca”.
• «Danny indossa una maglietta col numero 42, e guarda Summer of ’42 con Wendy. I numeri della stanza 237, se moltiplicati tra loro (2 x 3 x 7), offrono il risultato 42. 42 è il doppio di 21 e letto al contrario diventa 24. La foto di Jack è datata 4 luglio 1921 ed è una delle 21 foto disposte lungo tre file orizzontali. La somma dei numeri della data (4 + 7 + 1 + 9 + 2 +1) è uguale a 24. Se letto al contrario, 21 diventa 12. La somma dei numeri della stanza 237 (2 + 3 +7) è 12. Il numero che identifica la radio dell’Overlook è il 12. La somma delle didascalie nella parte terza del film (8am e 4pm) è ancora una volta 12. Secondo la numerologia, per chi ci crede, 1 è il numero di Dio. Indica la forza creatrice ma anche l’aggressività della persona che ne è influenzata. Il 2 è numero femminile connesso al male, al diavolo, al conflitto. Il 21 è il numero del lieto fine. Il 12 indica un rito di passaggio pieno di ostacoli destinato a far accedere allo stato di adulto. Il 24 è il numero dello scandalo e dell’immoralità. Il 42 quello della perdita del controllo. Il 7 è un numero magico beneaugurante. Il 3 è il figlio primogenito. Secondo una lettura proposta dal documentario Room 237, il 42 sarebbe un accenno all’Olocausto».
• Kubrick era affascinato dai numeri e dalla serie di Fibonacci. Non sapremo mai se ci troviamo di fronte a una serie incredibile di coincidenze o se Kubrick volesse davvero tessere una elaborata rete di corrispondenze. Il regista spiegò di aver scelto il numero 237, e non il 217 del romanzo, semplicemente per non deludere una richiesta dell’Hotel in cui furono girati alcuni esterni. L’Hotel possedeva una stanza 217 ma non una 237. Temendo che i clienti, dopo il film, non volessero dormire nella stanza “infestata” dai fantasmi, chiesero a Kubrick la cortesia di cambiare numero.
• Nel 1997 la Director’s Guild of America assegna a Stanley Kubrick il premio Griffith alla carriera. Il regista è nel vivo delle riprese di Eyes Wide Shut è decide di non essere presente alla cerimonia inviando al suo posto un video messaggio di ringraziamento. Il premio viene consegnato nelle mani di Jack Nicholson per espressa volontà di Kubrick.
• «Temo Jack Nicholson in quel ruolo perché Jack Torrance è un uomo normale. Nicholson, per quello che ne so, non ha mai recitato la parte di un uomo normale, e non sono sicuro che ne sia capace. Avrei visto bene Michael Moriarty o Martin Sheen. Non sono attori che fanno cassetta. E Hollywood adora fare cassetta». (Stephen King)
• «Non pronunciò molte parole. Apprezzò il lavoro del regista ma il soprannaturale era scomparso: non era la sua visione della storia, per niente. All’uscita della sala disse che non era il suo libro, ma il film di Kubrick». (Chris Chesley, amico fraterno di King, dopo la proiezione del film)
• «C’è molta carne al fuoco. Ma è come una grossa Cadillac senza motore. Ti ci puoi sedere e puoi sentire l’odore della pelle nuova – solo che non ci puoi andare da nessuna parte. Io farei tutto in modo differente. Il vero problema è che Kubrick si è avviato a fare un film dell’orrore senza apparente comprensione del genere. Ogni cosa di Shining grida questo dall’inizio alla fine, dalle decisioni prese sulla trama fino alla scena finale – che è stata copiata da un episodio di Twilight Zone».
Stephen King
• «Direi che la forza di King sta nella sua capacità di costruire trame; non mi sembra che gli importi molto della forma, dà l’impressione di uno che scrive un romanzo, lo rilegge, lo ripulisce e poi lo manda all’editore. [...] Mi sembra uno scrittore assai più interessato all’invenzione di una trama, cosa in cui eccelle». «In effetti, a parte le scene in cui il bambino vede i muri schizzati di sangue e quando sente quel rumore sinistro mentre gioca sui canali di scolo ghiacciati, credo che ci sia più orrore nel film che nel romanzo. Anche alcuni spettatori la pensano così. Nel libro, per esempio, non muore nessuno». (Stanley Kubrick)
• «Per essere sincera, non avevo mai letto libri di Stephen King. Pensavo fosse il genere di romanzi che si compra negli aeroporti». (Diane Johnson, co-sceneggiatrice di Kubrick)
• Quando King decise di produrre la propria versione di Shining come miniserie in tre puntate la televisione Abc si trovò di fronte a un ostacolo inaspettato attenendosi completamente al romanzo. Per motivi contrattuali, era necessario ottenere il lasciapassare di Kubrick. Il regista non si oppose ma stabilì una condizione: il silenzio di King sulla pellicola cinematografica di Kubrick stesso.