Leonard Berberi, Corriere della Sera 8/4/2015, 8 aprile 2015
Dal 27 marzo, a New York, sono valide anche le richieste di divorzio inviate sulla posta privata di Facebook
Dal 27 marzo, a New York, sono valide anche le richieste di divorzio inviate sulla posta privata di Facebook. Matthew Cooper, giudice della Corte suprema di Manhattan, ha stabilito, infatti, che se il coniuge diventa introvabile si può usare il social network per inviargli i documenti per la fine del matrimonio. Secondo il magistrato ciò è possibile, dal momento che «l’ultima modifica alla norma sulla consegna degli atti giudiziari risale al 1994, all’alba di Internet e quando le e-mail non erano utilizzate così tanto». La decisione è arrivata nel trattare il caso di Ellanora Baidoo e suo marito Victor Sena Blood-Dzraku. I due, ghanesi, si sono sposati con rito civile nel 2009 e si erano promessi di celebrare le nozze secondo le tradizioni del Ghana. «Ma poi l’uomo ha cambiato idea - racconta l’avvocato della donna - quindi Ellanora ha deciso di lasciarlo». Per mesi è stato impossibile far avere i documenti per la separazione a Victor Sena. Non ci è riuscito nemmeno un investigatore privato. Da qui la richiesta di utilizzare Facebook, dove l’uomo risultava attivo, per inviargli il materiale. Richiesta accettata dal giudice Cooper.