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 2015  aprile 15 Mercoledì calendario

MI HA SALVATO UN’ORGIA


È pallida e fragile la donna che mi viene incontro nel bar di un hotel parigino. Ha 43 anni, si chiama Véronique, è stata una bambina problematica e un’adolescente ribelle, finché – a 40 anni – si è convertita al cristianesimo. E adesso, nel libro Montremoi ton visage («Mostrami il tuo volto»), racconta il suo amore per Gesù.
Sarebbe una storia interessante, ma non la storia di cui tutta la Francia parla, se Véronique di cognome non facesse Lévy, e se non fosse la sorella del celebre filosofo Bernard-Henri, laico ma molto legato alla comunità ebraica di cui fa parte, che si è detto «sconvolto» dalla conversione di lei.
Già in passato Véronique aveva firmato libri, lavorato come giornalista freelance e recitato in teatro, ma senza mai usare il nome di famiglia. Lo ha fatto adesso per «lanciare un messaggio forte».
«Non potrei più avere rapporti con un uomo», mi dice, «sono sposata al Signore. Ho fatto una vita dissoluta, ma dopo il battesimo ho trovato un’altra strada. Non ho più paura di svegliarmi sola in un letto, perché so che Gesù è sempre con me».
Alza gli occhi al cielo, e apre le braccia.
Mi racconti tutto dall’inizio.
«Cristo l’ho sentito nominare per la prima volta a tre anni, su una spiaggia, quando Coralie, una mia amica, bambina anche lei, mi ha detto: “Se non credi a Gesù, i robot ti rapiranno’’. Non capivo, ma ero terrorizzata. Da quel momento ho iniziato a recitare l’Ave Maria e il Padre Nostro, di nascosto dai miei genitori».
Le avrebbero proibito di farlo?
«Non credo. Mio nonno era stato un ebreo praticante, un uomo rigido che aveva fatto soffrire mio padre. La mia famiglia era laica, anche se discuteva molto sulla Shoah e l’appartenenza dei Lévy alla storia del popolo ebraico. Oggi ho capito che non c’è contraddizione fra le due religioni. Un cristiano è un ebreo realizzato e la Terra promessa è un luogo celeste, immaginario, che non si conquista con la forza. Dio è lo stesso e ci ha detto: siete circoncisi nella carne ma non nel cuore». Com’è stata la sua infanzia?
«Ho sofferto per l’anaffettività di mio padre e l’assenza d’amore di mia madre. I miei due fratelli erano troppo più grandi di me (Bernard-Henri ha 23 anni di più, ndr), ero una bambina sola, infelice. Poi un’adolescente segnata da un tentativo di violenza carnale, subito a 12 anni. Detestavo la scuola, eccedevo nel sesso e nell’alcol. Il battesimo mi ha restituito la vita che avevo calpestato».
Quando ha deciso di lasciarsi alle spalle le sue radici ebraiche, e di convertirsi? «Gesù mi ha chiamata in sogno. Ero nuda, coperta da un velo nero, circondata da uomini che mi passavano da uno all’altro: era così che mi lasciavo trattare. Poi, si sono aperte le porte di una chiesa: rincontro con Lui. “Trasformerò il tuo cuore di pietra in un cuore di carne”, mi ha detto. Da quel momento, è stato il mio pensiero fisso. In ogni uomo che frequentavo, cercavo Gesù. Oggi l’incontro quotidiano con il suo corpo, attraverso la Comunione, mi dà una pienezza che nessun rapporto carnale mi ha mai fatto provare».
E poi?
«Due eventi mi hanno destabilizzata: la morte dei miei genitori e l’incontro con un uomo. Ho fatto la sua conoscenza in un bar equivoco, e fin dal primo momento l’ho amato alla follia. Quella prima sera siamo andati insieme in un locale di transessuali, e uscendo l’ho visto togliersi il mantello per coprire un clochard che dormiva sul marciapiede in una notte gelida. “Piccola orfana-vampiro, sei una bambina triste senza battesimo”, mi ripeteva. Il nostro era un rapporto fisico, fatto di erotismo. Eppure, non so quanto consapevolmente, è stato lui a farmi muovere l’ultimo passo verso la fede».
Come?
«Se n’è andato in India, lasciandomi sola e disperata. Poco dopo, ho sentito che era giunto il momento di fare quello che il mio cuore da tanto tempo voleva. Farmi battezzare, diventare la sposa di Cristo». Come hanno reagito i suoi fratelli? «Quando l’ho detto a Bernard-Henri, mi ha preso per matta. Ma è venuto ad assistere al battesimo, il 7 aprile del 2012. L’anno dopo, mio fratello Philippe si è gettato dal balcone del suo appartamento al sesto piano. I medici non gli davano speranze, eppure si è salvato, grazie alle mie preghiere e all’intervento di Cristo. Dopo quello che è successo, non posso non credere ai miracoli». Visto che ormai pratica una vita di castità e preghiera, non ha pensato di prendere i voti?
«Non lo escludo, anche se non credo sia necessario per vivere la religione cattolica in maniera profonda. Tutto è nelle mani di Cristo. Se è questo che vuole da me, non mi tirerò indietro».Non pensa che la nostra sia un’epoca in cui le religioni vengono vissute in modo troppo estremo?
«Incontro tanta gente che ha sete di assoluto, in questa società materialistica che ha trasformato le donne in oggetti da spogliare nelle pubblicità, da vendere assieme agli oggetti che reclamizzano. Le chiese sono piene di turisti che si fanno selfie di fronte agli altari. Ci si scandalizza nel vedere una donna velata, ma non si batte ciglio quando una bambina si mette tacchi a spillo e minigonna. Io non giudico nessuno, ci mancherebbe, con la vita che ho fatto. Però, oggi, trovo più bello il velo».