Paolo Nori, Libero 17/4/2015, 17 aprile 2015
COME LA CODA DEL MAIALE
Ad andare a correre, al mattino, questa settimana ho fatto più fatica del solito. Mi son chiesto perché, mi son risposto che un po’ è per il fatto che divento vecchio, che, a pensarci, è una cosa incredibile, che tutti i giorni uno diventa sempre più vecchio, un po’ probabilmente è anche per via del fatto che questa settimana, a Bologna, è successa una cosa della quale parla Lev Tolstoj all’inizio del suo romanzo Resurrezione quando dice: «Per quanto gli uomini si sforzassero, radunandosi a centinaia di migliaia in un posto piccolo, deturpando la terra sulla quale si erano stretti, per quanto soffocassero quella terra di pietre perché niente, in lei, nascesse, per quanto estirpassero ogni erba che spuntava, per quanto esalassero fumo di fossili, di carbone e petrolio, per quanto tagliassero gli alberi e cacciassero tutti gli animali e gli uccelli, la primavera era primavera anche in città». E con l’arrivo della primavera anche in città vien caldo anche in città e correre diventa più faticoso anche se è un’esperienza un po’ meno triste e solitaria perché in giro c’è più gente per esempio questa settimana, un giorno, dalla staccionata dell’asilo nido della Croce di Casalecchio è spuntata la testa di un bambino che mi ha detto «Come ti chiami? Ce l’hai la multa?», e il giorno dopo c’era un ragazzo pelato e palestrato che, seduto su una panchina, parlava al telefono con il vivavoce intanto che passavo e diceva alla sua interlocutrice, che immagino gli avesse chiesto «E cosa succede dopo che hai fatto tanto esercizio fisico?», questo ragazzo pelato e palestrato rispondeva: «Dopo che hai fatto tanto esercizio fisico succede che riesci a stare in mezzo alla gente senza tanti imbarazzi», e quella interlocutrice mi sembra che gli abbia risposto «E quando poi sei in mezzo alla gente senza tanti imbarazzi, dopo poi cosa fai?». Che io, stavo correndo, la risposta del ragazzo pelato e palestrato non l’ho sentita, ma ho pensato a cosa corro a fare io, che correrei in teoria per dimagrire solo che non dimagrisco potrei anche smettere, di correre, mi sono detto, solo che io, mi sono aggiunto, la cosa che mi piace di correre, a parte dimagrire che mi piacerebbe, ma non dimagrisco, a parte quello la cosa incantevole del correre è quando arrivo alla fine che sono stanchissimo, che ho una stanchezza che mi gira la testa e penso «Ecco, questo sì che è bello», e mi dico che ci vorrebbe un modo per provare quella sensazione di stanchezza senza però dover fare tanta fatica e patir tanto caldo, che poi è un pensiero simile al pensiero dei miei colleghi quando, da ragazzo, lavoravo in un prosciuttificio che scaricavamo dei camion pieni di prosciutti e c’era sempre un mio collega che, quando prendeva in mano l’ultimo, dopo due ore magari di scaricamento diceva «Ecco, cercavo proprio questo qua».