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 2015  aprile 16 Giovedì calendario

BOERI TRA VOGLIA DI FARE E OTTEMPERANZA AL MANDATO

In un’intervista al quotidiano la Repubblica il presidente dell’Inps, Tito Boeri, tra l’altro afferma che l’istituto intende fare sul versante della sicurezza sociale ciò che fa la Banca d’Italia sulla politica economica: avanzare proposte per risolvere i problemi, proponendosi di cominciare prima con l’assistenza e poi con la previdenza.
La voglia di assumere la Banca d’Italia come elemento di paragone e modello da imitare non è nuova. Per lungo tempo, si parlò di fare la Rai come la Banca d’Italia; poi si è visto come questo proposito, diffuso in alcuni politici, si sia miseramente dissolto. Ha avuto come solo esito l’assegnazione della presidenza a un ex vicedirettore generale a Via Nazionale, Anna Maria Tarantola: un po’ poco, troppo poco. A un certo punto, se fossero passati alcuni appetiti quando Mario Draghi fu chiamato alla presidenza della Bce, si sarebbe rischiato l’inverso - cioè Bankitalia come la Rai - attraverso una lottizzazione del vertice dell’istituto monetario che, per fortuna, non si realizzò, anche per il fermo intervento del capo dello Stato di allora, Giorgio Napolitano. Fu, quindi, nominato governatore Ignazio Visco. Ma tornando all’Inps, prima di istituire un parallelismo con il ruolo di alta consulenza della banca di Via Nazionale -conquistato in molti decenni di questa attività, frutto della ricerca economica e istituzionale, nonché dell’apparato informativo posseduto e strettamente connesso, anche con lo stimolo della moral suasion, alla funzione svolta in genere dalle banche centrali nazionali- sarebbe opportuno che si disimpegnassero molto bene le funzioni d’istituto, soprattutto nel rapporto con i soggetti amministrati. Non si tratta di un centro studi, né di una succursale della Bocconi o di un aggregato de la voce info. Le indubbiamente apprezzabili doti del personale e la sua dedizione vanno, prima, dirette a realizzare, nell’istituto, tutte le possibili innovazioni sul piano della razionalizzazione, della trasparenza, dell’informativa, proseguendo nell’opera iniziata in precedenza da Vittorio Conti. È comprensibile la voglia di fare; ma le istituzioni esigono che in primis vi sia l’ottemperanza al mandato, auspicabilmente in modo eccellente. Poi si parlerà di questa forma di alta consulenza che non richiede pubblicità o esternazioni, anche perché l’Inps non gode dello status di autonomia e indipendenza proprio di una banca centrale disciplinata dal Trattato Ue che ha rango di norma costituzionale. «Quod Jovi non bovi» (quello che è concesso a Giove, non è concesso al bove): non sembri irriverente, ma la distinzione di compiti e di condizioni istituzionali è fondamentale. Non sarebbe certamente una violazione della democrazia, come Boeri giustamente sottolinea replicando a chi di ciò lo accusa per questa attività che egli vuole intraprendere. Ma le priorità vanno osservate e, nell’opera di riassetto, non si può cominciare da ciò che a un accademico eccellente può apparire più gratificante o dare a esso un rilievo pubblico: non siamo ancora alle funzioni à la carte.
MilanoFinanza 16/4/2015