Andrea Montanari, MilanoFinanza 15/4/2015, 15 aprile 2015
DELLA VALLE VA AL CONTRATTACCO
Era inevitabile che la stoccata tirata lunedì 13 da Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, sulla composizione della lista di maggioranza per Rcs Mediagroup - Ca’ de Sass ha il 4,17% - scatenasse una replica decisa di Diego Della Valle. Tanto più che il professore bresciano aveva anche annunciato la causa per diffamazione contro l’imprenditore.
E così ieri Della Valle, socio a sua volta al 7,32% del gruppo editoriale di via Rizzoli, ha prontamente replicato tornando ad attaccare il presidente di Ca de Sass. «Leggo che Bazoli, verso il quale non cambio di una virgola la mia opinione, un giorno sì e l’altro pure, parla senza averne titolo del Corriere della Sera, creando tra l’altro serio imbarazzo agli azionisti e alla società stessa», si legge in una nota diramata ieri da Della Valle. «L’ultima novità di Bazoli sarebbe quella di aver aderito alla presentazione della lista per il cda Rcs, per evitare fratture tra azionisti rilevanti. Questa è una notizia falsa che apprendo ora per la prima volta e che è completamente destituita di fondamento». In particolare, l’imprenditore marchigiano fa sapere che «personalmente non lo vedo e non parlo con lui (Bazoli, ndr) da moltissimo tempo». Quindi, semmai, per mr Tod’s, «la verità è che se si è potuta presentare una lista comune lo si deve al lavoro fatto da Alberto Nagel (amministratore delegato di Mediobanca, ndr), che ha dialogato con gli azionisti tutti e ha proposto una possibile lista di amministratori che hanno ottime credenziali e che conoscono bene il mestiere dell’editoria». È per questa unica ragione che, dice Della Valle, «ho aderito all’accordo, pensando più al futuro di Rcs che ai contrasti personali e credo anche che questo sia stato lo spirito di altri azionisti». L’industriale, poi, torna sul ruolo del banchiere bresciano: «La voglia irresistibile di Bazoli di voler far credere di essere, come nel passato, un punto di riferimento in Rcs è abbastanza patetica e soprattutto falsa. Lui è stato sentito come gli altri azionisti per la quota che rappresenta e non ha influenzato o, tanto meno, determinato nessuna decisione».
Infine, l’affondo di Della Valle. «Bazoli, e altri antichi sacerdoti del tempio, si ostinano a non capire che il loro tempo è finito, che il mondo si muove a un’altra velocità e che oggi sono centrali la buona gestione delle aziende, i risultati che ottengono e le capacità degli uomini che le guidano. Voler apparire ancora oggi come sommo cerimoniere di antichi e lubrificati riti, oltre che essere anacronistico, è anche molto ridicolo». Insomma, a dieci giorni dalla scadenza rappresentata dall’assemblea dei soci del gruppo editoriale di via Rizzoli, proprietario del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport, torna ad alzarsi lo scontro tra due dei grandi azionisti della società. Un clima rovente che non fa bene a nessuno. Anche se poi ieri lo stesso Bazoli ha voluto ribadito il concetto già espresso: «La nuova lista di amministratori, formata grazie a un meritoria opera di mediazione, serve a superare una situazione che vedeva contrapposti alcuni tra i maggiori azionisti», ha dichiarato il professore per il quale «abbiamo sottoscritto la lista per senso di responsabilità nei confronti di Rcs». Sul tema poi è intervenuto anche Gian Maria Gros-Pietro, presidente del consiglio di gestione di Intesa. «Su Della Valle non ho niente da dire, Bazoli è il nostro presidente e ha l’apprezzamento di tutti noi», ha dichiarato riferendo al nuovo scontro tra Della Valle e Bazoli. Ieri il titolo Rcs ha chiuso a 1,24 euro (-1,27%).
Andrea Montanari, MilanoFinanza 15/4/2015