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 2015  aprile 15 Mercoledì calendario

BTP ITALIA FA IL PIENO IN DUE GIORNI

[Intervista a Maria Cannata] –
Ha già raccolto ordini per più di 4,85 miliardi di euro il nuovo Btp Italia a 8 anni in collocamento da lunedì 13 aprile. Tanto che ieri in serata il Tesoro ha fissato la chiusura anticipata del collocamento retail per oggi alle 14. Il bond, in scadenza il 20 aprile 2023, è l’ottavo della serie dei Btp indicizzati all’inflazione italiana, che a questo punto ammontano a 98,5 miliardi di euro e con il collocamento di domani e quello di giovedì 16 dedicato agli istituzionali, supererà quota 100 miliardi.
Il direttore generale del debito pubblico, Maria Cannata ha parlato con MF-Milano Finanza del successo dell’operazione e degli sviluppi sulla gestione del debito pubblico.
Domanda. Si aspettava una simile risposta con un rendimento dello 0,5%?
Risposta. C’erano dubbi sulla possibile reazione dei risparmiatori. L’allungamento della scadenza da sei a otto anni e una cedola bassa rispetto alle emissioni precedenti lasciava qualche incertezza. Siamo rimasti molto soddisfatti.
D. Come spiega l’appeal dei Btp Italia, che pure offrono rendimenti non troppo allettanti e dipendono molto dalla ripresa dell’inflazione?
R. Bisogna avere fiducia negli interventi della Bce e dei vari Paesi dell’Eurozona a sostegno della ripresa dell’economia e quindi anche dei prezzi. E allungando a otto anni la scadenza le potenzialità del titolo diventano più interessanti.
D’altra parte, se un piccolo investitore vuole un prodotto sicuro e la garanzia di un rendimento reale, il Btp Italia ora è lo strumento ideale perché offre 50 punti base di rendimento reale assicurato, che i titoli tradizionali oggi non offrono.
D. Ma i rendimenti negativi sui titoli di Stato sono diventati anche in Europa un fenomeno rilevante. Anche in Italia gli investitori devono prepararsi a questa eventualità?
R. Sulle scadenze più brevi è probabile. L’asta Bot a un anno si è chiusa a un tasso dello 0,013%, un punto base virgola tre.
D. Le ultime aste sono state dei grandi successi. Da dove arriva una richiesta così forte?
R. Da tutto il mondo. Ci soddisfa molto anche il ritorno degli investitori giapponesi. È sempre forte la componente nord americana e quella europea, sia dai Paesi nordici che dell’Eurozona.
D. Quanto risparmierà lo Stato sul costo del debito, visto che ci sono ancora tre trimestri ricchi di emissioni?
R. Rispetto alle previsioni del settembre scorso, risparmiamo circa 5 miliardi. Le attuali stime già incorporano una curva che non si discosta dalla presente, con prospettive di graduale crescita. Cosa auspicabile perché segnalerebbe che le politiche monetarie e fiscali nell’Eurozona sono efficaci.
D. Qual è il vostro obiettivo sulla durata media del debito?
R. Non c’è un target preciso. Ma vogliamo allungarla e quest’anno ci sono buone opportunità per riuscirci. Da dicembre a fine marzo è cresciuta dello 0,07%. Sembra poco, ma dal 2010 si era sempre ridotta. È un buon segnale. C’è richiesta per le scadenze lunghe. Non dimentichiamo che a gennaio abbiamo lanciato il nuovo Btp a 30 anni, raccogliendo 6,5 miliardi, poi abbiamo già riaperto il titolo in asta, andata molto bene. Con il nuovo 15 anni abbiamo raccolto 8 miliardi poche settimane fa. Insomma possiamo emettere debito a lunga scadenza e consolidare i bassi tassi, tagliando così il costo del debito. Posso dire che per fine anno la vita media del debito sarà più elevata rispetto al valore di fine 2014.
D. Quali novità avete in serbo per il mercato quest’anno?
R. Non tante, se parliamo di strumenti. Di sicuro effettueremo dei concambi come già fatto l’anno scorso, per smussare le scadenze più vicine e al tempo stesso offrire un titolo più lungo.
D. La Bce ha raggiunto gli obiettivi oppure sta facendo fatica a innalzare i prezzi?
R. Impossibile fare bilanci dopo un mese. L’impatto sui rendimenti di mercato c’è stato e molto positivo, anche per l’ampiezza degli interventi annunciati e realizzati. Stavolta proprio tutti i titoli di Stato, da 2 a 31 anni di vita residua, sono oggetto d’acquisto in tutti i segmenti, non solo il tasso fisso, ma anche quello a tasso variabile e ciò ha dato forza all’intervento della banca centrale. In secondo luogo l’effetto sul cambio è stato immediato e significativo. Ciò può solo aiutare un Paese come l’Italia dove l’export è il comparto che più facilmente riparte.
D. Con il Qe la Bce ha già speso 7 miliardi in titoli italiani.
R. È stato fatto in modo molto accorto. Non sembra ci siano impatti negativi sulla liquidità degli scambi, il che è positivo perché un mercato secondario ben funzionante è importante. Non è così in molti altri Paesi.
D. Su quali basi si fonda la fiducia degli investitori internazionali nell’Italia? Quali indicazioni lei riceve ogni giorno dal mercato e dagli investitori?
R. C’è molta più fiducia che in passato sull’efficacia delle riforme. E sono molto contenti di un mercato secondario liquido. È questa liquidità ad assicurarci un interesse stabile e costante da tutte le aree del mondo.
Andrea Cabrini, MilanoFinanza 15/4/2015