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 2015  aprile 15 Mercoledì calendario

L’UTILE CALA MA IL DIVIDENDO AUMENTA

Exor, la holding controllata dalla famiglia Agnelli-Elkann cui fa capo il controllo di Fca e Cnh Industrial, ha chiuso l’esercizio 2014 con un utile consolidato di 323,1 milioni, in netto calo rispetto agli oltre 2 miliardi del 2013. Dal punto di vista civilistico la società presieduta da John Elkann ha realizzato un utile di 51,8 milioni (92,7 milioni nel 2013), ma il dividendo che sarà proposto ai soci sarà superiore a quello dello scorso anno.
Agli azionisti andranno infatti 0,35 euro, pari a un totale di 77,82 milioni, a fronte degli 0,335 euro (74,5 milioni) a valere sull’esercizio 2013. La Giovanni Agnelli Sapaz, che detiene il 51,39% di Exor, riceverà pertanto una cedola di circa 40 milioni. Dal punto di vista operativo la flessione del risultato consolidato di Exor deriva principalmente dalle minori plusvalenze realizzate nell’esercizio 2014 rispetto all’anno precedente. In particolare, nel 2013 la holding aveva realizzato un capital gain di 1,5 miliardi solo dalla cessione dell’intera partecipazione nella società svizzera Sgs, dalla quale aveva inoltre incassato dividendi per 55,7 milioni. Oltre al venire meno della plusvalenza su Sgs, la differenza è stata data dal decremento del risultato delle partecipate per 128,9 milioni, dai minori dividendi incassati per 56,8 milioni e dall’incremento degli oneri finanziari netti per 11,8 milioni. Exor nel 2014 ha però visto crescere il valore degli asset in portafoglio. Al 31 dicembre 2014 il net asset value (nav) di Exor era pari a 10,1 miliardi evidenziando un incremento del 14,8% rispetto a fine 2013.
A fine 2014 la posizione finanziaria netta consolidata del sistema holding (al netto dunque di Fca e delle altre società operative) era positiva per 563 milioni, ma ha evidenziato una variazione negativa di 718,2 milioni rispetto al saldo positivo di 1,28 miliardi registrato a fine 2013. Tale flessione è principalmente legata alla decisione di impiegare parte della liquidità presente in cassa per sottoscrivere per 711,2 milioni il prestito convertendo emesso da Fca. Nell’ambito della strategia già intrapresa di allungamento del proprio debito, e al fine di dotare la società di nuove disponibilità finanziarie per il perseguimento delle proprie attività, ha inoltre deliberato la possibilità di emettere entro il 31 marzo 2016 uno o più prestiti obbligazionari per un importo complessivo non superiore a 3 miliardi di euro (o un importo equivalente in altra valuta), da collocare a investitori istituzionali in forma pubblica o direttamente in forma di collocamenti privati. Ieri Equita ha alzato il target price di Exor da 40 a 45,5 euro, dopo avere aggiornato a 54 euro per azione il net asset value ai prezzi attuali delle attività quotate e confermato l’applicazione di uno sconto del 15% e il rating hold.
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Andrea Di Biase, MilanoFinanza 15/4/2015