varie, 15 aprile 2015
VESUVIO
«Il cielo, il caldo, il lungomare. Era il settembre di cinque anni fa. Dalla mia stanza di albergo si vedeva questo vulcano gigantesco. Scattai un numero spropositato di foto al Vesuvio» (il primo giorno a Napoli di Dries Mertens).
MATE «Ho preso casa in pieno a centro, seguendo il consiglio del mio amico Perez. E passeggiare per queste vie sorseggiando il mio termos di mate, come facciamo noi uruguaiani, è il massimo» (l’allenatore del Bologna Diego Lopez).
500 «A Bologna, eravamo tutt’uno con la città, non avevamo neanche la sala stampa, incontravamo i giornalisti sotto il portico, senza barriere. Mi divertivo da morire, i giornalisti pure. Quando sono andato via mi hanno regalato una Fiat 500. Perché? Scherzavo con loro e gli dicevo: “Ma voi che scopatori siete? Siete da stanza d’albergo e comodità? Ai miei tempi si praticava su una 500…”» (Renzo Ulivieri).
SIMBOLO «Per i tanti lavoratori che venivano dal Sud e che si facevano il mazzo in fabbrica alla Fiat io diventai un simbolo, anzi ero uno di loro, quello che aveva avuto la buona sorte di giocare a pallone e arrivare alla Juve. Mi rendeva orgoglioso» (Pietro Anastasi).
CONTROLLO «Essere un Atleta di Cristo significa avere sempre speranza, sapere che quando le cose non vanno bene, Dio ne ha sempre il controllo. Devi dare sempre il meglio, non cambia se vinci o se perdi, se è difficile o se è facile, se ti trovi bene e male» (Felipe Anderson).
MALATO «Arrivai in nazionale a 19 anni: Klose poteva considerarmi un antagonista, invece mi diede tantissimi consigli. Per me è stato un secondo padre. Non mi sorprende abbia segnato tanti gol pure quest’anno: ha una voglia matta di giocare, è malato di calcio». (André Schürrle, attaccante del Wolfsburg avversario del Napoli stasera).
UNICO «Ho giocato con grandi talenti, in 8 stagioni Nba. Ma Duncan è unico. Non solo per come gioca a 39 anni. Per la passione che ci mette. L’altro giorno si è tuffato tra gli spettatori per recuperare una palla vagante. Durante una partita poi stravinta. Rischiando di farsi male, lui che zoppica nella quotidianità per un ginocchio malandato» (Marco Belinelli).
TIMING «Tornare in Europa? Ascolterò tutti a fine satagione. Comunque non sarebbe una sconfitta. So di aver fatto il massimo e di appartenere a questo mondo. Spesso certe avventure sono come le storie d’amore: è questione di timing» (Gigi Datome).