Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  aprile 12 Domenica calendario

LEOPARD

Nel giro di un paio d’anni, la Germania aumenterà del 50% la propria dotazione di carri armati. In altri tempi, la notizia avrebbe fatto correre brividi per la spina dorsale. Oggi no. Il Paese è uno dei più pacifici e pacifisti al mondo. Soprattutto, i numeri in questione non sono da grande armata. Il ministero della Difesa di Berlino – retto da una gentile e determinata signora, Ursula von der Leyen – si limiterà a ricomprare cento Leopard 2 che quattro anni fa aveva venduto, nel quadro della riduzione della Difesa, all’industria del settore, la quale li ha tenuti nei suoi hangar. La cifra dei tank tedeschi salirà così, per una spesa di 22 milioni, da 225 a un massimo di 328. Il fatto è però interessante e importante perché rappresenta un cambiamento di direzione e di fase politica. Alla fine della Guerra fredda, per la precisione nel 1995, secondo il britannico International Institute of Strategic Studies, la Germania possedeva 2.695 carri armati da combattimento. Il venire meno del pericolo sovietico convinse i governi tedeschi che il cosiddetto «dividendo della pace» era credibile e in un decennio il numero crollò a poco più di 400. Da allora, si è ulteriormente ridotto. Ora, però, il «dividendo» si è azzerato e la crisi che si è aperta da un anno con la Russia sulla questione dell’Ucraina costringe non solo a cambiare strategie ma a ripensare dalle radici la fase storica che l’Europa sta attraversando. La Nato, proprio in risposta alle mosse di Mosca, ha rivisto la dislocazione delle forze nel Vecchio Continente e sta rilanciando la Forza di reazione rapida. Gli Usa chiedono agli europei di aumentare le spese per la Difesa. E il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, propone un esercito europeo comune. La situazione è confusa. E la decisione di Berlino di rimettere in moto i cento Leopard è più simbolica che capace di modificare gli equilibri. Ma racconta che una fase è davvero finita: meglio non avere illusioni.