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 2015  aprile 12 Domenica calendario

TUTTI GLI SCANDALI DELLA FAMIGLIA KIRCHNER

[Intervista a Daniel Santoro] –
Il crepuscolo del kirchnerismo pare rivelarsi la resa dei conti della serie di scandali che hanno coinvolto sia membri del governo (a cominciare dal vicepresidente Amado Bodou) che la stessa famiglia presidenziale. Ultimo in ordine di tempo la scoperta di conti all’estero riconducibili sia all’ex ambasciatrice in Venezuela e poi ministro della Sicurezza, Nilda Garrè che Maximo Kirchner, figlio dell’attuale presidenta Cristina.
Ne parliamo con Daniel Santoro, giornalista del quotidiano Clarin , che ha condotto l’inchiesta. Già sul finire degli anni novanta le sue inchieste sul traffico d’armi tra Argentina Croazia e Ecuador portarono alla condanna dell’ex presidente Carlos Saul Menem a 7 anni di reclusione, lavoro per il quale Santoro è stato insignito dell’Ordine di Cavaliere della Repubblica Italiana per meriti giornalistici .
Quando ha iniziato a occuparsi di questo caso?
Già nel 2011 avevamo ricevuto informazioni riguardo un conto per 67 milioni di dollari aperto presso la Banca Felton nel Delaware, a nome di un’impresa fantasma chiamata Business & Service con sede nel paradiso fiscale del Belize fin dal 2005, curiosamente coincidente con il periodo in cui Garrè era ambasciatrice in Venezuela. Trattandosi di una sola fonte non abbiamo fatto scoppiare il caso, ma continuato le indagini. Successivamente altre due fonti bancarie , hanno confermato l’esistenza del conto aggiungendone un altro presso il Banco Morbal, nelle Cayman, per un ammontare di 19 milioni di dollari sempre potenzialmente, e uso questo termine finché non vedrò la documentazione ufficiale , a nome sia di Maximo Kirchner che di Garrè.
Anche se entrambi ne hanno smentito l’esistenza a cosa sarebbero collegati questi conti?
Nel 2005 una comunicazione segreta dell’ambasciatore in Venezuela Eduardo Sadous rivela un ammanco di 90 milioni di dollari in un conto che avrebbe dovuto gestire un accordo commerciale tra i due Paesi e che è alla base di un’indagine tuttora in corso alla quale ho fornito in questi giorni tutti i dati in mio possesso. Ma c’è dell’altro: le informazioni parlano di altri due conti, attribuibili a Garrè, per un totale di 41 milioni di dollari, presso la Banca iraniana Tejarat a nome della Consulting Engineering Company, aperti la settimana successiva alla riunione segreta tra il cancelliere argentino e il suo omonimo iraniano che ha costituito il passo precedente al polemico memorandum d’accordo sulla strage dell’Amia su cui indagava Nisman.
Ma l’ipotesi di una candidatura di Maximo Kirchner alla presidenza, con una Buenos Aires tappezzata di manifesti, all’indomani di tali rivelazioni, è solo una coincidenza?
L’ex presidente Menem si è salvato da una condanna a 7 anni facendosi eleggere senatore nel blocco kirchnerista. In Argentina se non sei al potere e gestisci i soldi dello Stato, rischi di sparire politicamente. Oltretutto su Maximo Kirchner sono in corso indagini su un altro caso, quello della gestione della società Hotesur, che sembra molto grave, anche se siamo solo agli inizi.
Guido Gazzoli, il Fatto Quotidiano 12/4/2015