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 2015  aprile 12 Domenica calendario

IL DAVIDE (FALLITO) CONTRO GOLIA L’ORGOGLIO DEL PARMA SCONFIGGE LA JUVE

In chiesa abbiamo sentito dire che gli ultimi saranno i primi. Ma gli stadi non sono chiese, come disse Carraro. Negli stadi contano la classifica, la potenza economica, il momento psicologico. Eppure, ieri, abbiamo avuto la dimostrazione che gli ultimi possono battere i primi.
La festa è tutta del Parma, questa sconfitta per la Juve è come una foratura per un corridore che ha un quarto d’ora di vantaggio. Non lascia il segno, non avrà conseguenze, e poi è ovvio che una squadra con molti titolari a riposo in vista del Monaco qualcosa deve concedere. Una squadra, comunque, che legittimamente può pensare al triplette.
A cosa può pensare invece il Parma? È una squadra che può sparire, che ha il fallimento come prima speranza, che può ripartire dalla B oppure da più in giù. È una squadra in cui molti giocatori, esclusi quelli in prestito, non sanno più nemmeno di chi sono, di chi saranno. Sanno però che la vittoria di ieri è tutto merito loro. Questo si leggeva sulle facce dei giocatori, alcuni molto giovani. E comunque Mauri, al di là del gol, per me vale più del doppio di Kovacic, poi si sa che nel calcio è anche questione di fortuna, fortuna che non c’entra col risultato. Quello è frutto non solo di una dignità collettiva più volte portata ad esempio, ma anche di un’organizzazione di gioco, di una condizione fisica invidiabile. Eppure, sono state vendute anche le panche dello spogliatoio. Combattendo coi crampi, andando ostinatamente in pressing fino all’ultimo minuto, facendo un muro davanti a Mirante, i ragazzi di Donadoni si sono conquistati una aiuola di felicità che nessuno potrà togliergli, vadano come vadano le cose. Bravi loro e bravo Donadoni, che uno dei giocatori che hanno lasciato anzitempo la barca che affondava ha definito un crisantemo. Il crisantemo è un fiore che dura parecchio, mentre i narcisi, riferimento a Cassano non casuale, fanno in fretta a sfiorire. Gli americani su questa partita girerebbero un film. Da noi sarà presto dimenticata, sotto l’emozione di altre partite, di altri risultati. Però bisogna dire che raramente i valori fondanti di uno sport sono emersi in maniera tanto pulita da una partita di calcio. È un risultato a sorpresa, perché ormai ci siamo abituati tutti a ragionare secondo altri valori, ma è un bel risultato. Ed è bello che, a fine partita, ci siano stati scambi di strette di mano, di maglie, di abbracci, tra i più forti che avevano perso e i più deboli che avevano vinto.
Gianni Mura, la Repubblica 12/4/2015